Luciano Garofano, tenente colonnello dell’Arma, comandante del Reparto Investigativo Scientifico (Ris) di Parma dal 1995, ha svolto numerose perizie in casi giudiziari di risonanza nazionale, tra cui la strage di Capaci e il delitto Cogne. E’ autore di numerose pubblicazioni su riviste nazionali ed internazionali di Scienze Forensi ed è docente nel Master di Scienze Forensi presso l’Università degli Studi di Parma per le materie di “Tecniche del sopralluogo” e “Criminalistica”.
In quest’intervista siamo partiti dai suoi libri per scoprire come i progressi della scienza possano contribuire alla soluzione di delitti apparentemente insolubili. Grazie alle analisi del DNA, a microrilievi ottici a luci alternate sul luogo del delitto e ad altre rivoluzionarie tecnologie, oggi è possibile riscontrare l’evidenza di una prova senza lasciare alcun margine di dubbio, come raccontato nei Delitti imperfetti. Sei casi per il Ris di Parma (Tropea, 2004), Delitti imperfetti atto II. Nuovi casi per il Ris di Parma (Tropea, 2005), Delitti imperfetti. Atto I e atto II (Tropea, 2006, voll II), Delitti Imperfetti. Atto I & atto II, (Net, 2007), Delitti e misteri del passato, (Rizzoli, 2008).
Nel libro Delitti Imperfetti afferma che «il delitto è sempre una forma di catastrofe personale e sociale, che solo nella possibilità d’istruire e celebrare un processo giusto ed equo al presunto colpevole può trovare una ricomposizione, almeno parziale». Allargando il contesto alla catastrofe sociale, Lei pensa che sia possibile individuare anche una responsabilità collettiva? Se sì, come si può intervenire?
Assolutamente si. E’ mia personale opinione che la criminalità non è soltanto il frutto del mutamento comportamentale degli individui, del degrado sociale, dell’inesorabile ridimensionamento dei valori, ma il risultato di una situazione generale in cui stanno perdendo progressivamente quota, la certezza del diritto e della pena. Circa la catastrofe sociale, io credo che non possiamo esimerci dall’osservare il comportamento passivo di alcuni soggetti che operano nelle diverse Istituzioni ai quali, va ricondotta parte della responsabilità, da intendersi, quindi, come responsabilità collettiva.
Nel libro Delitti imperfetti, riguardo al delitto di Novi Ligure, ha affermato di aver utilizzato per risolvere il caso per la prima volta in Italia la BPA (Blood Pattern Analysis); può anticiparci qualche nuova tecnica?
Esistono nuove tecnologie che permettono di individuare tracce invisibili. Ed anche l’analisi del DNA sta diventando sempre più sensibile e di qui a poco, potrà essere effettuata anche sulla scena del crimine. Ma anche gli accertamenti su telefoni cellulari e computer si sta rivelando estremamente utile e prodigo di informazioni basilari per le indagini.
Quali sono le principali differenze tra le indagini poliziesche delle fiction tipo Criminal Minds, CSI, Ris delitti imperfetti e la realtà?
Intanto che la nostra specializzazione, il nostro ruolo, non comprende anche la possibilità, se non raramente, di fare indagini classiche (interrogatori,perquisizioni, etc.) in quanto i nostri compiti ruotano intorno alle attività da svolgere sulla scena del crimine ed alle analisi delle tracce raccolte sul luogo del delitto. E poi che non è così tutto semplice ed intuitivo come spesso rappresentano le fiction. Sulla scena del crimine, sovente è necessario spendere giornate intere ed anche gli esami di laboratorio sono più lunghi e complessi.
Qual è stato il caso più difficile da risolvere?
Il caso Bilancia, non tanto per la difficoltà delle indagini che, ovviamente, non sono state affatto semplici, ma per la necessità di individuare il vero serial killer, colpevole di uccidere anche con una cadenza bi-settimanale. Si era diffuso il panico, soprattutto in Liguria, che richiedeva una risposta urgente, che non ammetteva né errori né tentennamenti.
Come è stato il vostro modo di agire di fronte ad un caso come Donato Bilancia, in cui il movente ha lasciato perplessità?
Il movente, nella sua interezza, è stato individuato solo alla fine dell’indagine e del processo. Il segreto del caso Bilancia va ricercato nel meraviglioso gioco di squadra, nell’eccellente coordinamento che c’è stato tra l’Arma territoriale, soprattutto i carabinieri di Genova, coordinati dal T.Col. Filippo Ricciarelli, i vari laboratori del RIS di Parma ed i pubblici ministeri titolari delle indagini, in particolar modo il dr. Enrico Zucca della Procura di Genova.
Qual è stato il caso più efferato cui ha partecipato?
Il quadruplice omicidio di Erba, che ritengo uno dei casi più efferati ed emblematici.
Pensa che i casi storici irrisolti di via Poma, delitto Pasolini, delitto dell’Olgiata, caso Wilma Montesi potranno trovare una soluzione?
Senza scendere nei particolari che riguardano i singoli casi io credo che la scienza abbia la possibilità di riaprire ed affrontare positivamente molti casi apparentemente rimasti irrisolti, i c.d. “cold case” purchè vi sia la disponibilità di reperti e tracce su cui applicare le moderne tecnologie.
Cosa ne pensa dei delitti del mostro di Firenze?
Un gran bel caso, dal punto di vista investigativo, che ha risentito della mancanza di un adeguato sostegno scientifico.
Come è cambiata l’indagine di un delitto con i notevoli passi avanti fatti dall’indagine scientifica?
Completamente. Alle indagini tradizionali, tuttora valide e insostituibili, si sono affiancate quelle scientifiche che hanno il pregio di completarle e confermale.
Esistono i delitti perfetti?
Teoricamente no, considerata la disponibilità di tracce che consente di risalire alla identità degli individui coinvolti in un crimine (vittima e colpevole). Credo sia più pertinente parlare di indagini imperfette.
Quali sono, nell’indagine di un delitto, le prove “certe” che permettono di incastrare l’assassino?
Sicuramente il DNA e le impronte papillari, ma molti altri presidi come la balistica o lo studio della distribuzione delle macchie di sangue (nota come BPA), permettono di disporre di dati spesso essenziali per individuare un assassino, aldilà di ogni ragionevole dubbio.
Cosa ne pensa dell’utilizzo delle intercettazioni nelle indagini?
Assolutamente utili e indispensabili, purché rimangano totalmente riservate.
Cosa ne pensa dei processi mediatici fatti in televisione riguardo ai casi di Cogne e di Erba?
Sono contrario perché possono condurre ad una informazione errata e fuorviante, anticipando conclusioni e sentenze che dovrebbero maturare soltanto a conclusione del processo. La fase delle indagini preliminari dovrebbe rimanere assolutamente riservata.
L’impronta papillare è una protagonista di vecchia data delle indagini scientifiche: ce ne può spiegare il suo utilizzo?
Ognuno di noi possiede impronte papillari uniche e esclusive che vengono rilasciate da mani e piedi in seguito ad un contatto. Esistono diverse tecniche in grado di mettere in evidenza impronte che non si vedono ad occhio nudo e sistemi informatizzati, come la banca dati delle impronte e cioè l’AFIS (Automated Fingerprints Identification System).
In quali altri campi, oltre all’indagine criminologica, le analisi tecnico scientifiche hanno avuto un ruolo determinante/fondamentale?
C’è il vastissimo campo delle sofisticazioni alimentari che sempre più spesso richiede il contributo fondamentale delle indagini scientifiche e che in futuro avrà enormi sviluppi a favore della salute della collettività. Ma anche il settore della falsificazione delle opere d’arte, necessita, sempre più frequentemente di analisi scientifiche che attengono i materiali impiegati, le firme, l’età delle opere, etc.
Qual è stata la domanda più rivolta dai lettori durante la presentazione dei libri?
Le emozioni che proviamo nel confrontarci con tante tragedie umane e come si fa ad entrare nei RIS
Qual è l’aspetto che più apprezza o che più la gratifica del suo lavoro?
Il confronto tra due menti, quella del criminale e la nostra. Il percorso scientifico necessario a ricostruire gli eventi e ad individuare i veri colpevoli. La soddisfazione di contribuire a fare giustizia ed a migliorare la sicurezza dei cittadini.
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