Scomparsa maledizione…
Chi desidera tuffarsi nei “casi impossibili” è accontentato con La maledizione dell’arpa di C. Daly King, Polillo 2008. E non può trovare di meglio come autore che questo scrittore newyorchese classe 1895 considerato uno dei più brillanti in circolazione al suo tempo “Quanto a ingegnosità nessuno- Agatha Christie, Ellery Queen, Dorothy Sayers, John Dickson Carr- ha mai superato lo psicologo Charles Daly King, il cui Obelist Fly High è forse la più geniale detective story mai scritta” dichiara la rivista americana “Kirkus Reviews” nel 2003 in occasione della raccolta di dodici racconti dedicati a Mr. Tarrant. E anche lo stesso (anzi gli stessi) Ellery Queen ne era entusiasta (dalla presentazione dell’autore).
Mr. Tarrant dunque, anzi per essere più precisi Mr. Trevis Tarrant, un investigatore privato che si occupa dei casi più stravaganti e particolari. Sin dall’inizio qualche spunto su di lui da parte del narratore, mi pare un certo Jerry. Benestante, anzi ricco, abita in un lussuoso appartamento tra la trentesima e quarantesima strada Est. Coltiva molti interessi: psicanalisi, folclore, archeologia, vini, filosofia, letteratura e la fisica. Fuma sigarette, sa giocare a bridge e cavalcare. Un vero gentleman. Non interessato all’omicidio di per sé ma al mistero che lo circonda. Convinto della legge della causalità “Da qualche parte esiste una risposta di tipo causale, soddisfacente da un punto di vista logico, al nostro enigma”. “Io non invento soluzioni…Io le scopro” puntualizza con un certo orgoglio.
Qui è alle prese con un problema intrigante che accetta di risolvere senza alcun compenso “ Mr. Daben, un ricco americano di nobili origini irlandesi, è il proprietario di una antichissima arpa che fin dai tempi più remoti viene passata di padre in figlio come simbolo delle tradizioni e dei valori dell’illustre casata. Lo strumento è conservato in una teca nella biblioteca dei Daben, un locale in cemento armato senza finestre e con un’unica porta d’acciaio che viene azionata mediante un interruttore la cui ubicazione è nota solo al padrone di casa. Tante precauzioni sono giustificate dal fatto che esiste una profezia del XII secolo secondo la quale se l’arpa verrà sottratta al suo legittimo custode per tre volte, la sua stirpe si estinguerà”.
E l’arma, naturalmente scompare per riapparire e scomparire di nuovo. Il nostro investigatore dilettante (allora andavano di moda come oggi i serial killer) chiamato a svelare il mistero cosa fa? Nota, scruta, osserva, misura, cataloga, si arma di due piccole bombole, di una cintura portadenaro, di una specie di salvadanaio, di una torcia elettrica e… e lo svela.
Geniale!
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