Raccontano, le cronache dell’antichità mitica, di metamorfosi varie. E di Niobe, madre superba dapprima, e poi dolorosissima. Gli dèi le uccisero i figli, per vendetta. Ne ebbero pietà alla fine. E la trasformarono in pietra. Ma da quel sasso, da quella roccia insensibile, sgorgò una sorgente di lacrime. Anche a Vigàta accadono fatti da far girare le sante cose, i cosiddetti cabasisi, nell’anno di grazia 1942: mentre guasconeggiano marronate fascistissime, e svampano i primi fuochi che scommuovono l’aria e preludono allo sbarco degli alleati. Non ci sono dèi a Vigàta. Ma regolarità abitudinarie. Treni che vanno e vengono strasciconi. Concertini domenicali. Rispetti e convenevoli. Prodigi d’ingegno anche, di brava gente e di uomini d’onore. E arcaici istinti, primitività animale, e violenza selvaggia nell’ombra. La mostruosità è dentro, negli interstizi della feriale convivenza. Cospira. E quando esplode, feroce e distruttiva, è la provvidenza del dolore a intervenire. Con il ritorno delle antiche metamorfosi. Con la pietrificazione. O con la regressione vegetale, che è tentativo disperato di riaccedere al ciclo vitale della natura. Camilleri è il cronista, il favolista e il mitografo della comunità vigatese. Racconta di Minica e di suo marito, il casellante Nino Zarcuto. Della loro modesta vita nella solitaria casetta gialla, accanto a un pozzo e a un ulivo saraceno: in mezzo a un paesaggio arcigno, blandito dal vicino mare e dalla luce. Vogliono la grazia di un figlio, i due casellanti. Si prodigano.
Il Casellante di Andrea Camilleri (Sellerio) - Pagine 160 - € 11.00
Se "la vecchia" ha proprio con lui, Vladimir, un rapporto così speciale, è perché loro due si somigliano: provano entrambi un profondo disgusto per tutto quanto li circonda, e la medesima pietà per se stessi. Due mascalzoni infelici, intrisi di amarezza e di cinismo, questo sono. Perciò, lasciando gli scrocconi a vagare annoiati nella grande villa, Jeanne Papelier si ubriaca insieme a lui; finisce sempre che si mettono a piangere, e poi vanno a letto insieme. Sono anni che Vladimir ricopre il duplice ruolo di amante e di domestico; e che si occupa dell'Elektra, lo yacht attraccato nel porticciolo di Golfe-Juan, insieme a Blinis, russo bianco come lui, con il quale ha diviso l'esilio e la miseria prima che trovassero la gallina dalle uova d'oro.
Senza via di scampo di Georges Simenon (Adelphi) - Pagine 180 - € 18.00
Alice Sanderson viene trovata morta nel suo appartamento di Manhattan, la gola recisa, il quadro più prestigioso della sua collezione scomparso. Gli indizi sulla scena del delitto conducono inequivocabilmente ad Arthur Rhyme, un uomo sposato che la vittima frequentava da poco. Ma non tutto, forse, è come sembra: nella catena di omicidi che da qualche mese insanguina New York, le tracce raccolte dagli inquirenti hanno l’evidenza delle prove schiaccianti, un’evidenza quasi sospetta. È Lincoln Rhyme, criminalista tetraplegico geniale e ribelle, a prendere in mano l’ultimo caso, per scagionare il cugino Arthur e ricomporre i frammenti di una sciarada impenetrabile e crudele come il delitto perfetto.
La finestra rotta di Jeffery Deaver (Rizzoli) - Pagine 576 - € 21.50
La potente e bellissima Monique Lamont, procuratore distrettuale ambizioso e senza scrupoli, affida una nuova missione al detective Win Garano: recarsi a Watertown, un piccolo centro del Massachusetts, per riaprire un caso irrisolto di omicidio risalente a quarant'anni prima. Il procuratore vuole provare a tutti i costi che a violentare e uccidere nel 1962 Janie Brolin, una ragazza cieca, fu il famigerato Strangolatore di Boston: proprio il colpo di scena di cui avrebbe bisogno per dare una svolta alla sua carriera. Watertown, però, è anche la sede del FRONT, un'organizzazione informale che riunisce alcuni dipartimenti di polizia decisi a ritagliarsi un'autonomia sempre maggiore, con buona pace del procuratore distrettuale. Un conflitto di interessi che Garano si trova da subito, suo malgrado, ad affrontare.
Al buio di Patricia Cornwell (Mondadori) - Pagine 204 - € 18.00
Gli avvocati Wes e Mary Grace Payton hanno compiuto il primo passo nella più importante causa della loro carriera. Un tribunale del Mississippi ha infatti riconosciuto un risarcimento di quarantun milioni di dollari a Jeannette Baker, una giovane donna assistita dal loro piccolo studio, che nel giro di otto mesi ha visto morire di tumore il figlio e il marito. Dopo un estenuante processo nel quale i Payton hanno messo in gioco sia la credibilità professionale che la serenità personale, la responsabilità è stata attribuita alla Krane Chemical, una grossa società con sede a New York ritenuta colpevole di aver smaltito per anni rifiuti tossici nei terreni vicini al suo stabilimento di Bowmore, inquinando le falde acquifere della cittadina e provocando il cancro in molti membri della comunità locale.
Trudeau sa quindi di avere disperatamente bisogno di una Corte Suprema favorevole, e l'impresa non sembra impossibile: i giudici verranno eletti tra non molto e per una campagna elettorale servono parecchi soldi... Con la maestria alla quale ormai ha abituato i suoi lettori, John Grisham ci accompagna ancora una volta tra le pieghe del sistema legale americano, in una serratissima vicenda di lobbying, sentenze pilotate, grandi interessi economici che non tengono nel minimo conto i diritti degli individui. Ultima sentenza prende le mosse là dove molti dei suoi precedenti romanzi si concludevano - con un giusto verdetto - per scavare a fondo nella società statunitense, metterne in discussione i meccanismi burocratici e le istituzioni, arricchendo di un'autentica passione civile la prodigiosa vena narrativa del suo autore.
Ultima sentenza di John Grisham (Mondadori) - Pagine 406 - € 19.00
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