Quando si dice le combinazioni…
Quando si dice le combinazioni. Voglio dire, in questo caso, l’”incontro” con Carabinieri in giallo di AA. VV. Mondadori 2008. All’ospedale. Sì, avete capito bene. All’ospedale “Le Scotte” di Siena. Durante una di quelle attese normali che si trasformano quasi miracolosamente in paranoiche. Allora o fai qualcosa o ti viene il palletico (staggese). E io ho fatto qualcosa. Più precisamente all’edicola dei giornali dove mi sono imbattuto nei carabinieri. Insomma nel giallo sopra citato. Uno scatto istintivo come di saluto e me lo sono portato via (dopo averlo pagato, si capisce che sennò mi arrestano).
Vari argomenti: risoluzione di vecchi omicidi con relativa scoperta di nuovi colpevoli, chi racconta la storia è un cane, no non un cane di scrittore via, voi lettori avete sempre voglia di scherzare, ma proprio l’animale fedele all’uomo che sventa un attacco terroristico, un ritorno al passato per mettere a nudo certe macchie della Resistenza, una storia terribile di figli che non si possono avere, e poi affetto, amore, la scoperta di valori veri, profondi nel diverso e di valori sbagliati tra i nostri compatrioti, la disperazione di un maresciallo costretto a chiedere il trasferimento, a venire a patti con il potere, serial killer che ti fa fuori tre donne e lascia in giro un po’ di acqua particolare, e a proposito di donne, le donne dell’Arma pronte, preparate, decise e viene fuori anche il pregiudizio, le accuse istintive contro gli extracomunitari, il classico matto fissato coi gialli che tenta di riprodurre nella realtà orrori già scritti (I Delitti dell’Abbazia e I cinque sensi), ma poi sarà proprio lui il vero colpevole?
Ingenuità, semplicità espressiva, buoni sentimenti, amore per l’Arma. Già avevo in precedenza avevo elogiato La legge dei figli, una antologia di racconti per i sessanta anni della nostra Costituzione, e dunque non posso che elogiare anche questa antologia dove svetta la forza, l’umiltà, l’onestà dei Carabinieri.
In un mondo di merda (sì, avete capito bene) come questo, dove vengono calpestati i principi più elementari dell’uomo, che almeno ci sia ancora qualcosa o qualcuno a cui aggrapparci, a cui affidare la nostra speranza di giustizia.
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