L’ago penetrò per circa metà della sua estensione nella carnagione del suo braccio abbronzato.
Sudore freddo gli imperlò la fronte e una lieve vertigine s’impadronì di lui.
“Nonostante l’abbia fatto già molte volte – pensò mentre i sensi lo abbandonavano – non mi ci abituerò mai”.
Quando rinvenne si ritrovò sdraiato su un lettino con le gambe alzate.
La prima immagine che gli si presentò davanti agli occhi fu quella di un uomo sconosciuto in divisa azzurra che lo guardava.
Più defilata una persona di mezz’età in camice bianco stava attaccando due etichette adesive su altrettante provette.
Si alzò barcollando.
“Abbiamo finito! Per le risposte dei suoi esami può ripassare tra un paio di giorni” si sentì dire prima di uscire dalla porta accostata dell’ambulatorio.
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