Legion è uno speciale di Segretissimo, collana di romanzi nata nel 1960 ed edita dalla Arnoldo Mondadori Editore dedicata allo spionaggio, al thriller, al noir, al giallo e all’azione, che antologizza dieci racconti inediti di altrettanti scrittori di spy – story italiani.
Nel novero degli autori coinvolti, accanto alla colonna Secondo Signoroni, spiccano nomi di scrittori come: Sergio Altieri, Stefano Di Marino, Andrea Carlo Cappi, Giancarlo Narciso, Claudia Salvatori, Gianfranco Nerozzi, Massimo Mazzoni, oltre alle new entry Tito Faraci e Franco Forte, in altre parole il meglio che la letteratura di avventura italiana ha da proporre.
Questo gruppo di narratori, decisamente diversi tra loro per stili e personalità ma uniti in una sorta di spirito comune, che fanno perte di un gruppo dall’appellativo un po’ goliardico di Segretissimo Foreign Legion, hanno dato vita al primo caso di scritto che riunisce racconti di spy story di autori italiani.
Il lettore che si cimenterà con queste opere, tutte di qualità altissima sia per forma che per contenuti, avrà pertanto modo sia di rincontrare personaggi che già hanno frequentato le pagine di Segretissimo, basti pensare al Professionista, nome in codice di Chance Renard, all’ ex giornalista e agente della Quantum Agency Margot de Weers e a Kira von Durcheim la seducente Walkiria Nera, che di conoscerne di nuovi.
Il tutto introdotto da una prefazione redatta da Fabio Novel, che ha curato anche le introduzioni ai vari racconti e rispettivi autori.
Come affermato dai personaggi coinvolti in questo progetto, se questa antologia è uscita in tempi così brevi è dovuto ancora una volta a Sergio Altieri, oltre che autore di uno dei racconti ospitati nel libro, lungimirante consulente editoriale delle collane da edicola di Mondadori.
Questo libro, interamente dedicato alla narrativa spy & action italiana che sprizza entusiasmo e impegno professionale da tutti i pori, di cui la lettura è altamente consigliata, presenta una sinergia di autori, stili, ambientazioni e personaggi che appasioneranno sicuramente non solo gli amanti della spy – story all’italiana ma anche quelli del buon giallo e della buona letteratura.
Bisogna augurarsi, come auspica Fabio Novel nella prefazione, che iniziative come questa non rimnangano casi isolati.
Qui di seguito gli scrittori coinvolti nel progetto hanno voluto farmi il piacere di rispondere ad alcune domande che gli ho posto.
Quindi, senza perdere altro tempo, lascio loro la parola.
Fabio Novel nasce nel 1966 a Trieste.
Cresce quindi in una città di confine, dai tratti distintivi, la cui influenza non può non farsi sentire.
Ma altrettanto e anche più forte è il peso che – come l’autore stesso ha più volte ribadito – hanno su di lui gli svariati viaggi giovanili, la maggior parte dei quali lo portano alla scoperta del Sud Est Asiatico.
Stimolato da queste esperienze, combinate con la passione sfrenata per la lettura, scrive il suo primo romanzo, “Scatole siamesi” (Editrice Nord, 2002), un thriller a matrice spionistico/avventurosa ambientato nel 2058, in scenari orientali (Thailandia, Laos, Cambogia e Myanmar) virati in chiave sci-fì.
Nel 2006 partecipa alla stesura del “DizioNoir” (DelosBooks), saggio a più mani curato da Mauro Smocovich, sia nella redazione delle schede che con un articolo sulla Spy story Made in Italy.
Suoi racconti sono apparsi in rete (ThrillerMagazine, FantasyMagazine, I Vedovi Neri, Orient Express, BorderFiction), in libreria (M-Rivista del Mistero/Alácran, Domino) e in edicola (Segretissimo/Mondadori).
È nella redazione di www.thrillermagazine.it, dove interviene regolarmente con notizie, recensioni, interviste e approfondimenti, oltre a curare la rubrica Spie nel mirino.
Collabora attivamente anche con www.borderfiction.it.
Partecipa saltuariamente anche all’attività di altri siti tematici, sia del DelosNetwork (www.fantasymagazine.it) che non, o di testate cartacee quali la Writers Magazine Italia.
Per i lettori che non la conoscono può presentarsi in due parole?
Beh, per fortuna qui sono di casa, ma non sempre si fa caso ai nomi dei curatori...
Miei articoli sono presenti sin dalla nascita di ThrillerMagazine, della cui redazione sono orgoglioso di far parte.
Collaboro anche con altri siti e riviste.
Quando l’estro, le occasioni ma soprattutto il tempo a disposizione lo consentono, do pure sfogo alle mie pulsioni di scrittore.
Ho pubblicato un thriller (Scatole Siamesi) e alcuni racconti, sparsi tra libreria, edicola e web.
Sono attualmente in attesa di scoprire il futuro del mio nuovo romanzo.
Alla base di tutto, però, resta il Fabio Novel lettore.
Accanito, onnivoro, a tratti compulsivo.
La lettura è “la buona terra” dove affondano le radici della passione.
Senza di essa, non potrei coltivare alcun frutto.
Può raccontarci come è nato il progetto LEGION e come si è arrivati alla scelta degli autori coinvolti?
All’origine di tutto sta l’entusiasmo e la volontà degli autori italiani di Segretissimo.
E di chi prova profonda stima “attiva” per il loro operato.
Come spiego nella prefazione all’antologia, gli Italiani sono presenti in Segretissimo sin dal 1984, ma da un certo punto in poi, negli anni 90, si sono adeguati all’uso degli pseudonimi.
Col tempo, la loro presenza in collana è aumentata, sino ad essere vitale.
È nata così la cosiddetta Segretissimo Foreign Legion, appellativo un po’ goliardico che individua un gruppo veramente speciale di scrittori, decisamente diversi tra loro per stili e personalità, ma uniti in una sorta di spirito comune.
Ad un certo punto, tra gli interessati si è iniziato a discutere di un progetto antologico che riunisse, senza “identità di copertura”, gli autori italiani di spy story.
Un’ipotesi da proporre all’editoria, o da elaborare come vetrina comune sul web.
Tanto è vero che Mauro Smocovich, “boss” di ThrillerMagazine, aveva con entusiasmo aperto le porte anche ad un’eventuale antologia di spionaggio da pubblicare on line.
Poi, grazie a Sergio Altieri, passato al timone delle collane da edicola della Mondadori, da questo brainstorming ha preso corpo un progetto reale, con i suoi obiettivi e le sue scadenze.
Sotto l’egida “materna e paterna” di Segretissimo!
Per quanto riguarda gli autori coinvolti, si tratta di quelli che prestano al momento servizio in collana. La Legione, appunto.
La sua passione per il genere spionistico è cosa nota, ma è veramente convinto che un progetto del genere possa aver presa sul lettore italiano?
Può spiegarcene i motivi?
Sono veramente convinto che Legion sia un’ottima antologia, assolutamente godibile e appagante anche per chi non è un patito del genere spionistico.
Sono convinto che la spy fiction sia un genere sempre attuale, anche se non di moda al momento, mascherato spesso com’è dall’accomunante, ma di solito corretta, etichetta di thriller.
E sono convinto che i tempi per un’affermazione più ampia della spy fiction italiana siano maturi.
Così com’è successo al giallo e al noir, che pure hanno penato prima di trovare riconoscimento.
Se è vero che il numero dei lettori italiani non è elevato, è anche vero che, una buona fetta di chi legge, è anche interessato a quanto accade nel mondo (soprattutto nel casino della geopolitica globalizzata) e non solo nelle strade della propria città o nelle menti schizzate dei vicini di casa.
I nostri scrittori propongono una narrativa consapevole e competente nei temi trattati, che presta vera attenzione all’attualità internazionale.
Soprattutto, nel farlo, sanno sempre come coinvolgere e divertire il lettore.
Certo i lettori vanno raggiunti, informati e convinti. La qualità dei testi è basilare, e c’è.
Però un lavoro di convinta promozione aiuta.
Mi aspetto che anche la critica, che già ha dato segni positivi in tal senso, dia più ampio credito e spazio ai nostri autori impegnati su questi fronti. Sono ottimista.
La spy story italiana può salire sulla ribalta come genere di punta.
Confido peraltro che, quando accadrà, non si commetta l’ingiustizia di dimenticare chi le ha dato vita per anni, magari per far posto al nome di turno, che niente di nuovo inventerà, ma godrà piuttosto dell’appoggio incondizionato dei media.
I racconti ospitati sull’antologia rimarranno tutti opere a se stanti o alcuni saranno lo spunto per serie che compariranno sulle pagine di Segretissimo?
I racconti dell’antologia hanno tutti per protagonisti personaggi (presenti o di prossimo venturo esordio in collana nella misura del romanzo) tratti dai loro rispettivi serial ideati per Segretissimo.
C'è una domanda sul progetto che non le è stata fatta alla quale vorrebbe rispondere?
Tante. Ne scelgo una.
LEGION viene distribuita in edicola, come speciale Segretissimo. Il suo posto naturale.
Le piacerebbe però vedere pubblicata questa antologia anche in libreria?
LEGION è un’antologia che meriterebbe assolutamente di trovare pubblicazione anche in libreria.
I fruitori dell’edicola e quelli della libreria sono solo in parte gli stessi. È un peccato.
Antologie come LEGION sono strutturate anche come ponti, per collegare due sponde di uno stesso fertile fiume.
Ci sono appassionati di Altieri che in passato nemmeno sapevano della pubblicazione del ciclo dello Sniper in edicola.
O recenti ammiratori del Professionista che sono approdati in libreria per acquistare le ristampe TEA dei primi numeri della serie, e hanno così scoperto accanto ai libri di Stephen Gunn titoli come Ora Zero e Sole di fuoco, firmati Stefano Di Marino.
Lettori pronti ad acclamare un Premio Scerbanenco come Giancarlo Narciso, ma che non hanno mai degnato di uno sguardo un Jack Morisco (suo psedonimo) in edicola. E così via per gli altri.
Sì, spero proprio che LEGION possa esprimersi al massimo anche con una seconda chance in libreria. Non solo.
Mi auspico pure che qualche editore, nell’apprezzare quanto fatto, comprenda le potenzialità di questa strada, e si proponga committente di un nuovo progetto antologico improntato alla spy fiction.
Chiaramente non mi dispiacerebbe affatto far parte anche di questa missione... Da “analista” come, per LEGION, o anche, perché no, da “operativo”...
Luca, in arte Tito, Faraci è nato a Gallarate, Varese, il 23 maggio 1965.
Per lungo tempo, è stato critico musicale poi, nel 1995, l’esordio come scrittore di fumetti sulle testate Disney.
Tre anni più tardi, inizia a lavorare anche per la Astorina, la Casa Editrice di Diabolik, che gli chiede di realizzare due albi speciali, entrambi disegnati da Giuseppe Palumbo, che ricostruiscono le “origini segrete” di Eva Kant (“Eva Kant, quando Diabolik non c’era”, 2003) e Ginko (“Ginko, prima di Diabolik”, 2005).
Sceneggia “Lupo Alberto”, di cui cura anche alcuni adattamenti per la serie animata televisiva prodotta da Rai Trade.
Dal 1999, collabora con la Sergio Bonelli Editore per Dylan Dog, debuttando con l’albetto allegato al Dylan Dog Special n. 13, dal titolo “Sotto il vestito troppo”, e, in seguito, sceneggiando per Nick Raider, Magico Vento e Speciale Cico.
Nel 2000, Einaudi pubblica, nella collana Stile Libero, sotto il titolo “Topolino Noir”, dieci storie d’ispirazione “hard-boiled” scritte da Faraci, caso unico di antologia specificatamente dedicata a uno sceneggiatore disneyano, che raccoglie avventure pubblicate in svariati Paesi del mondo.
Nel 2004, esce per Panini Comics “Il segreto del vetro”, prima e, per ora, unica storia dell’Uomo Ragno creata e ambientata in Italia, disegnata da Giorgio Cavazzano e nel 2006 “Devil & Capitan America: Doppia Morte”, storia disegnata da Caludio Villa.
Per Sergio Bonelli Editore oltre a Brad Barron, ha sceneggiato alcune storie di Tex.
Per i lettori che ancora non la conoscono può presentarsi in due parole?
Mi chiamo Tito Faraci.
Negli ultimi dodici anni ho sceneggiato storie di Tex, Dylan Dog, Diabolik, Topolino, Magico Vento, Nick Raider, del mio personaggio Brad Barron, una dell’Uomo Ragno e una di Capitan America e Devil insieme... e mi fermo qui, tanto dimenticherei comunque qualcosa.
Ha qualche hobby o mania particolare che la può identificare col personaggio di cui ha scritto per questa antologia?
No.
Niente in comune.
A parte un certo senso dell’umorismo, credo.
Anche se in certe situazioni a me passerebbe la voglia di scherzare.
A lui no, mai.
Ritiene che aver scritto di Spy Story sia una novità rispetto ai suoi lavori precedenti?
Mi spiego meglio ritiene che la Spy Story sia un genere un po’ a se stante rispetto al giallo e al mistery di cui si è occupato fin’ora o che sia legato a questi a doppia mandata?
Di certo, per me è una enorme novità e un grosso azzardo giocarmi la carta della narrativa.
A ogni modo, in questo racconto ho proceduto sul doppio binario della spy story e dell’hard boiled.
Può svelare come e da chi è stato coinvolto nel progetto LEGION?
Da Sergio Altieri, prendetevela con lui.
E poi con Stefano di Marino, suo complice, che mi ha convinto a non usare pseudonimi.
Non sapendo che già Tito è uno pseudonimo...
Può accennare, senza svelarne la trama, ai punti salienti del suo racconto che comparirà sull'antologia?
Avrà come protagonista un personaggio inedito o che è già comparso in altri suoi racconti?
Il personaggio si chiama Wade.
È un criminale, un ladro, un assassino.
Un discreto bastardo.
L’ho messo in una situazione molto semplice e molto difficile, legato a una sedia con davanti tre torturatori.
Il resto è un bagno di sangue.
C'è una domanda sul progetto che non le è stata fatta alla quale vorrebbe rispondere?
Domanda: Possiamo darci del tu? Risposta: Oh, certo.
Nato a Milano nel 1962, Franco Forte è un giornalista professionista, direttore del mensile “Fiction TV” di Nuov@Periodici e delle riviste “Robot” e “Writers Magazine Italia” pubblicate da Delos Books.
La sua attività si esplica però in molteplici settori, a partire dalla scrittura.
Dopo aver firmato il volume “Il Prontuario dello scrittore”, infatti, un agile manuale di scrittura dal taglio pratico per la casa editrice DelosBooks, ha pubblicato i romanzi “La stretta del Pitone” (Mursia, 2005), “Il figlio del cielo” e “L’orda d’oro” (2000, Mondadori), da cui ha tratto uno sceneggiato TV su Gengis Khan prodotto da Mediaset.
Sempre nel 2000 ha pubblicato “China Killer” ( Marco Tropea Editore), un thriller di ambientazione milanese dai toni forti.
Il suo esordio in narrativa risale però al 1990, con il romanzo “Gli eretici di Zlatos” (Nord).
Nel 1996 ha pubblicato la raccolta di racconti “Chew-9” (Keltia Editrice), mentre per Solid ha pubblicato il romanzo “Ombre nel silenzio” (2002), insieme a Luigi Pachì.
Come antologista ha curato i volumi “Fantasia”, “Horror Erotico” e “Cyberpunk” per Stampa Alternativa, la raccolta “Terzo Millennio” (Avvenimenti), la prima antologia collettiva italiana di fantascienza per un Millemondi Mondadori, “Strani giorni”, e la raccolta “I mondi di Delos” (Garden Editoriale).
Fra le sue attività anche quella di traduttore, che ha esercitato presso alcune importanti case editrici.
Per Mondadori ha tradotto dall’inglese “Aristoi” e “Metropolitan” di Walter Jon Williams, mentre per Marco Tropea Editore ha reso in italiano il romanzo “Don’t Ask” di Donald E. Westlake (“Meglio non chiedere”).
Per Il Saggiatore ha tradotto dal tedesco il libro “Q come Caos” di Falko Blask.
Attualmente è soggettista e sceneggiatore per alcune importanti serie televisive, come “Distretto di Polizia” e “RIS – Delitti imperfetti” della Taodue Film di Roma, ma ha realizzato sceneggiature per Mediatrade e per la RAI sia nel campo della fiction sia in quello della divulgazione storica (suoi gli sceneggiati “Gengis Khan” e “Giulio Cesare” trasmessi dalle reti Mediaset).
Per i lettori che ancora non la conoscono può presentarsi in due parole?
Sono uno scrittore.
In parecchi rami di questo lavoro, visto che faccio il giornalista, lo sceneggiatore, il traduttore e chi più ne ha più ne metta.
Parrebbe poco, ma non è così.
A tempo perso faccio anche l’editore.
Ha qualche hobby o mania particolare che la può identificare col personaggio di cui ha scritto per questa antologia?
Giammai!
Sarei molto preoccupato, se fosse così.
Stal, il mio personaggio, è unico e particolarmente inquietante, anche se i risvolti della sua morale sono tutti da decifrare.
Ma io e lui non ci assomigliamo, anzi.
Se non, forse, nella passione sfrenata per le donne dalla bellezza mozzafiato...
Ritiene che aver scritto di Spy Story sia una novità rispetto ai suoi lavori precedenti?
Mi spiego meglio ritiene che la Spy Story sia un genere un po’ a se stante rispetto al giallo e al mistery di cui si è occupato fin’ora o che sia legato a questi a doppia mandata?
Conoscevo la Spy Story solo come lettore, quindi la sfida che mi si è prospettata, e che sto allargando a una serie per Segretissimo con protagonista il personaggio principale del racconto su Legion, è più che altro professionale: com’è scrivere Spy Story? La prima risposta che posso dare è che è molto divertente ma anche estremamente impegnativo.
Non basta aver letto tanto del genere, bisogna costantemente informarsi (sulle armi, sulle tecniche di combattimento e di spionaggio, sugli scenari politici e sociali internazionali), e cambiare un po’ registro nella propria scrittura: in questo mondo i lettori vogliono velocità, nervi saldi e un senso del ritmo molto sincopato.
Può svelare come e da chi è stato coinvolto nel progetto LEGION?
Dal grande Sergio “Alan D.” “Big Wolf” Altieri, naturalmente, il boss di Segretissimo.
Scrittore magnifico, editor lungimirante e, soprattutto, il più vicino alla mentalità letteraria americana, che presume che si scriva per chi legge, non per i posteri o per le Muse.
Da Sergio c’è sempre da imparare, lo garantisco.
Può accennare, senza svelarne la trama, ai punti salienti del suo racconto che comparirà sull'antologia?
Avrà come protagonista un personaggio inedito o che è già comparso in altri suoi racconti?
Il protagonista è Stal, che in russo significa acciaio.
E d’acciaio è l’anima di questo moderno guerriero, un mercenario che nel terzo millennio combatte facendo uso delle armi bianche come una propaggine del suo stesso corpo, mettendo in campo un’arte, quella del combattimento ravvicinato, che ormai pochi conoscono.
Stal si muove nel mondo d’oggi, osservandolo come se le immagini scorressero su un televisore in bianco e nero con l’audio spento.
Non ha bisogno di sentire le urla della dissoluzione, perché è abituato a viverci ogni giorno.
C'è una domanda sul progetto che non le è stata fatta alla quale vorrebbe rispondere?
Certo. Ma è un segreto, naturalmente.
Nato a Milanoil 28 marzo 1961, Stefano Di Marino è uno scrittore italiano.
Laureato in giurisprudenza, decide però di seguire la sua passione per la letteratura thriller, il noir metropolitano d’azione e l’horror.
Nel 1989 entra a far parte della redazione della rivista fantascientifica Urania.
Nel 1993 inizia a lavorare come traduttore, sceneggiatore di fumetti, autore e consulente.
Dal 2002 al 2007 è stato consulente sul thriller e l’avventura per la casa editrice Longanesi.
Attualmente dedica tutta la sua attività alla scrittura creativa.
Ha curato il volume “Gli occhi dell’Hydra” che nasce dalla collaborazione con scrittori e lettori del forum ufficiale dedicato ad Alan D. Altieri.
Nel 2008 partecipa al volume “History & Mystery” della Piemme con il racconto “Il Labirinto di Lucrezia”.
Nel mese di marzo inizia la sua collaborazione con la collana Il Giallo Mondadori Presenta della Mondadori con “Un uomo da abbattere”, primo romanzo della trilogia “Montecristo”.
Scrive i suoi romanzi sia come Stefano (a volte Steve) Di Marino che usando vari pseudonimi:
Stephen GunnXavier LeNormandFrederick KamanEtienne ValmontJordan Wong LeeAlex KrusemarkGilbert Oury
Ha una voce nel DizioNoir, il dizionario della letteratura thriller, noir e spy story edito dalla Delos Book nel 2006.
È stato maestro di Thai Boxe, Kickboxing, Savate e Taiji.
Alla passione per le arti marziali ha dedicato anche vari saggi e manuali.
Per i lettori che ancora non la conoscono può presentarsi in due parole?
Stefano Di Marino…o forse dovrei dire Stephen Gunn o Xavier Le Normand…scrittore a tempo pieno, uno dei primi a praticare la spy-story in Italia con il mio nome e con pseudonimi in edicola e in libreria.
Raccontare storie fa parte del mio DNA.
Ha qualche hobby o mania particolare che la può identificare col personaggio di cui ha scritto per questa antologia?
Credo di possedere la videoteca e la libreria più fornite sulla spy-story esistenti.
Una vera mania.
Però i miei modelli sono sempre stati gli scrittori alla Jean Bruce che prima vivevano e poi scrivevano.
Sono un viaggiatore, soprattutto in Oriente, fotografo, ma anche praticante di Boxe e arti marziali.
Un certo spirito anarchico e incosciente si riflettono certamente nelle storie del mio personaggio Il Professionista.
Ritiene che aver scritto di Spy Story sia una novità rispetto ai suoi lavori precedenti?
Mi spiego meglio ritiene che la Spy Story sia un genere un po’ a se stante rispetto al giallo e al mystery di cui si è occupato fin’ora o che sia legato a questi a doppia mandata?
Ho sempre considerato la spy-story un punto d’incontro tra il nero e il romanzo d’avventura che sono le altre mie grandi passioni letterarie.
Ho cominciato con il noir ma ho al mio attivo oltre la produzione per Segretissimo diversi romanzi di spionaggio puro come Ora Zero e Sole di Fuoco (Nord, 2005, 2007).
Può svelare come e da chi è stato coinvolto nel progetto LEGION?
Pubblicando due serie su Segretissimo, Il Professionista e Vlad oltre che diversi titoli con il mio nome, ho visto nascere il progetto concepito da Sergio Altieri e seguito con passione da Fabio Novel.
Può accennare, senza svelarne la trama, ai punti salienti del suo racconto che comparirà sull'antologia?
Avrà come protagonista un personaggio inedito o che è già comparso in altri suoi racconti?
Contratto veneziano è il punto di unione delle mie serie.
Chance Renard, il Professionista, incontra Antonia Lake, la cattiva della serie Vlad, in un’ambientazione tutta italiana, Venezia appunto, giusto per dimostrare che la spy-story può parlare italiano a buon diritto anche per temi e ambientazioni oltre che per autori.
La storia?
Uno scontro tra killer s’intreccia con un traffico d’armi.
C’è una domanda sul progetto che non le è stata fatta alla quale vorrebbe rispondere?
Esiste un futuro per la spy-story italiana? È quello che ci chiediamo in molti e la risposta è senz’altro positiva sempre che si elaborino stile con tematiche e ritmi che sappiano attingere dai classici anglosassoni e francesi con uno spirito nostrano capace di abbinare l’intrattenimento e la cronaca.
Perché lo spionaggio è attualità.
Sergio Altieri, in arte Alan D., è nato a Milano nel 1952 dove ha conseguito la laurea in ingegneria meccanica.
Per molti anni è vissuto a cavallo tra gli Stati Uniti d’America e Milano.
Scrittore, traduttore e sceneggiatore, nel 1981 pubblica il suo primo romanzo “Città oscura”, action thriller di ambientazione metropolitana, a cui farà seguito “Città di ombre” (prima edizione 1992).
Dal 1983 al 1987 collabora con il produttore Dino de Laurentiis e lavora con varie mansioni ai film “Atto di forza”, “Conan il distruttore”, “L’anno del dragone” e “Velluto blu”.
Nel 1992 il suo romanzo “L’Uomo Esterno” viene adattato e ne viene tratta una miniserie TV intitolata “Due Vite, Un Destino”, trasmessa da Mediaset.
Nel 1995 esce il film “Silent Trigger”, la sceneggiatura è scritta interamente da Altieri, con Dolph Lundgren e Gina Bellman, thriller d’azione in cui sono evidenti i punti di contatto con la serie dedicata allo Sniper del SAS Russell Kane apparsa su Segretissimo della Mondadori e successivamente edita da TEA.
Nel 1997 collabora alla realizzazione della mini serie TV in due puntate “La Uno Bianca” e sempre in quell’anno vince il Premio Scerbanenco con il romanzo “Kondor”, thriller bellico ambientato in un apocalittico futuro prossimo, che narra le vicende di un gruppo di soldati delle Special Forces impegnati in una cruentissima guerra per l’energia.
Nel 2005 cambia coordinate temporali e pubblica il primo volume della trilogia a sfondo storico Magdeburg, intitolato “L’Eretico” a cui seguiranno nel 2006 “La Furia” e nel 2007 il capitolo conclusivo “Il Demone”.
Accanto all’attività di scrittore Altieri porta avanti quella di traduttore.
Nel corso degli anni traduce importanti autori quali Andy McNab, di cui traduce l’autobiografia, David Robbins e Stuart Woods.
Traduce anche i primi due volumi del prologo della saga di Dune scritti da Brian Herbert e Kevin J. Anderson.
L’opera più impegnativa, è probabilmente la traduzione delle “Cronache del ghiaccio e del fuoco” la saga fantasy di George R. R. Martin.
Di notevole importanza e prestigio poi le traduzioni realizzate per i Meridiani Mondadori dei Racconti di Raymond Chandler e dei romanzi di Dashiell Hammett.
Da marzo 2006 Altieri è consulente editoriale delle collane da edicola di Mondadori: I Gialli, Urania, Segretissimo, True Crime, Romanzi.
Per i lettori che ancora non la conoscono può presentarsi in due parole?
Qualcuno mi ha definito il “maestro dello spaghetti-thriller”.
Francamente, preferisco vedere il mio lavoro come il lavoro di un narratore, punto è basta.
La mia produzione rimane comunque incentrata sul genere thriller-avventura nei suoi multiformi aspetti: “Città Oscura”, “Città di Ombre” e “Ultima Luce”, sono hard-action metropolitani; “Kondor” è un intrigo bellico-futuristico; “Magdeburg”, il mio trittico ambientato durante la Guerra dei Trent’Anni, è per contro fiction storica avventurosa.
In sostanza, scopo della mia narrazione è coinvolgere il lettore nelle situazioni generalmente estreme nelle quali colloco i miei personaggi.
Ha qualche hobby o mania particolare che la può identificare col personaggio di cui ha scritto per questa antologia?
Non posso dire che ci sia una vera e propria identificazione tra Russell Kane e me.
Fatta esclusione per alcune componenti psicologiche che riguardano il passato del protagonista: la inevitabile ombra che ognuno di noi si trascina sulla coscienza.
La sola analogia per così dire “pratica” tra personaggio e autore è l’attenzione alla tecnologia delle armi dal fuoco e alle tecniche di combattimento delle forze speciali.
Attenzione puramente accademica nel caso dell’autore.
Ritiene che aver scritto di Spy Story sia una novità rispetto ai suoi lavori precedenti?
Assolutamente no.
“Alla Fine della Notte”, il mio secondo romanzo, che pubblicai nel 1981 con l’Editore Dall’Oglio, è una spy-story dura e pura.
Quasi trent’anni sono passati dall’apparizione di quel libro ma, al di là della scomparsa dell’Unione Sovietica, molte delle sue componenti e tematiche sono tuttora valide.
Direi inoltre che i romanzi e i racconti della serie “Sniper” ricadano senz’altro nel genere spy-story, variante “combat” in quanto è presente molta azione commando.
Ritiene che la Spy Story sia un genere un pò a se stante rispetto al giallo e al mistery o che sia legato a questi a doppia mandata?
Ritengo che siano valide entrambe le angolazioni.
La spy-story è in effetti un genere indipendente, ma è anche vero che i fenomeni della “ibridizzazione” e “contaminazione” dei generi diventano sempre più frequenti.
Un esempio: l’ottimo romanzo di John Le Carrè “Il Giardiniere Tenace”, incentrato sulle malefatte delle multinazionali farmaceutiche, è un mystery-thriller o una spy-story?
In sostanza, i generi basati sull’intrigo continuano, e continueranno, a compenetrarsi.
Può raccontarci chi ha voluto e come è nato il progetto LEGION e come si è arrivati alla scelta degli autori coinvolti?
La spinta di base viene dagli autori italiani di “Segretissimo”, anche se, quale editor della collana, ci ho messo senz’altro lo zampino.
Oggi, l’ottanta percento di Segretissimo è formato proprio da italiani, alcuni dei quali lavorano sotto pseudonimo.
L’idea di “Legion” è “gettare la maschera”.
Con “Legion”, offriamo ai lettori un quadro quanto più completo possibile delle capacità narrative di un serie di autori al massimo livello della professionalità e della conoscenza del genere.
Ecco quindi dieci racconti scritti appositamente per “Legion” in cui tornano i protagonisti fissi di “Segretissimo” e in cui gli autori “si rivelano”.
L’antologia è presentata e completata da un documentato saggio introduttivo a firma dell’ottimo Fabio Novel, e da presentazioni, sempre di Novel, per ogni racconto e per ogni autore.
In sostanza, un libro che è al tempo stesso campo di battaglia e testo analitico-critico.
Può accennare, senza svelarne la trama, ai punti salienti del suo racconto che comparirà sull'antologia?
Protagonista di “Joshua Tree”, il mio contributo a “Legion”, è Russell Kane, lo “Sniper” al centro dei tre libri pubblicati finora da “Segretissimo”.
Alla fine di “Victoria Cross”, terzo romanzo della serie, si poteva presumere che Kane fosse perito nel regolamento di conti conclusivo. Ovviamente così non è.
Kane è comunque uscito dal rogo di “Victoria Cross”. Ma si tratta di un Kane “diverso”, se possibile più acido, più chiuso, più metallico.
Come Fabio Novel spiega molto bene nella sua presentazione, “Joshua Tree” si colloca in un “tempo narrativo” molto posteriore sia da “Victoria Cross” che dagli eventi che comporranno i due libri ancora a venire di quella che era stata concepita fin dall’inizio come una pentalogia.
Tramontata l’ideologia, disgregata la politica, finiti gli eserciti, in “Joshua Tree”, Russell Kane è ormai un mercenario free-lance a tutti gli effetti.
Welcome to the brave new (globalized) world of contractors.
C'è una domanda sul progetto che non le è stata fatta alla quale vorrebbe rispondere?
Più che una domanda, un invito al lettore di storie d’intrigo e di avventura: non perdete “Legion”.
È la conferma che noi narratori italiani siamo bravi quanto i colleghi americani. Anzi: siamo più bravi!
Nata a Genova il 27 luglio 1954, Claudia Salvatori è una premiata scrittrice di romanzi che spaziano dal thriller al giallo e al noir.
I suoi titoli sono stati pubblicati da collane specializzate come Il Giallo Mondadori o Segretissimo entrambe edite da Mondadori.
È anche sceneggiatrice di fumetti come Nick Raider e Julia della Sergio Bonelli Editore.
Dal 1979 al 1985 partecipa alle testate fumettistiche di Lanciostory, Skorpio e L’Intrepido.
Dal 1985 al 2000 collabora alla Disney Italia, per la quale scrive oltre 60 storie.
Nel 1985 il suo romanzo “Più tardi da Amelia” vince il Premio Tedeschi.
Nel 2001 con il romanzo “Sublime anima di donna” viene insignita del Premio Scerbanenco e nel 2005 con il romanzo “La donna senza testa” è finalista al Premio Italo Calvino.
Nel 1987 il quotidiano Il lavoro pubblica a puntate il romanzo “L’assassino nudo”.
Nel 2001 la regista Maria Martinelli adatta per il cinema il suo romanzo “Schiavo e padrona”, che diventa il film “Amorestremo”, con protagonista il pornodivo Rocco Siffredi.
Collabora con le riviste Donna moderna, Confidenze, Max, Gulliver, Amica e Gioia.
Per i lettori che ancora non la conoscono può presentarsi in due parole?
Scrittrice (o meglio scrittore) di fiction. Sono due parole, ne aggiungo una terza. Scrittore di fiction a 360 gradi. Riesco a spaziare fra molti generi, ne sogno uno che li contenga tutti.
Ha qualche hobby o mania particolare che la può identificare col personaggio di cui ha scritto per questa antologia?
Il mio personaggio è una spia nazista. Sarebbe imbarazzante condividere con lei l’hobby dei paralumi in pelle umana.
Ho in comune con Kira von Durcheim il vizio della trasparenza.
Ritiene che aver scritto di Spy Story sia una novità rispetto ai suoi lavori precedenti?
Mi spiego meglio ritiene che la Spy Story sia un genere un po’ a se stante rispetto al giallo e al mistery di cui si è occupato fin’ora o che sia legato a questi a doppia mandata?
Ritengo di essere stata sceneggiatrice di fumetti per storia personale e poi scrittrice di thriller per necessità epocale ed editoriale.
Sono state tappe di un percorso che vedo ancora molto lungo, e la spy ne è un segmento.
Credo di andare verso la fiction forte, o una rinascita della fiction forte, in opposizione al pensiero e alla creatività debole degli ultimi decenni. Ovviamente non posso andarci da sola...
Può svelare come e da chi è stato coinvolto nel progetto LEGION?
Il progetto Legion si inserisce in un complesso di progetti.
Ci sono diverse entità che ci stanno lavorando.
Si tratta di un movimento propulsivo molto vitale, ereticale, che potrebbe cambiare molte cose.
Può accennare, senza svelarne la trama, ai punti salienti del suo racconto che comparirà sull'antologia?
Avrà come protagonista un personaggio inedito o che è già comparso in altri suoi racconti?
I punti salienti sono gli esperimenti dei nazisti sull’energia nucleare, la scomparsa di Maiorana, l’antimateria.
Il personaggio è già apparso in due numeri di Segretissimo, serie Walkiria nera: “La genesi del male” e “Golden Dawn”.
C'è una domanda sul progetto che non le è stata fatta alla quale vorrebbe rispondere?
Moltissime altre domande, ma temo manchi lo spazio per rispondere.
Nato nel 1957, Gianfranco Nerozzi vive a Sasso Marconi, in provincia di Bologna.
Ha pubblicato numerosi racconti su riviste e antologie (Stampa Alternativa, Giallo Mondadori, Diesel, Achab) ed è autore dei romanzi “Ultima pelle”, come F.J. Crawford (Edizioni Eden 1991), “Le bocche del buio” (Edizioni Polistampa 1993), “L’urlo della mosca” (Addictions 1999), “Ogni respiro che fai” (AdnKronos 2000), “Immagini collaterali” (Addictions 2003).
Per la serie spionaggio di Hydra Crisis ha pubblicato “L’occhio della tenebra” (Mondadori 2003), “La coda dello scorpione” (Mondadori 2004), “Lo spettro corre nell’acqua” (Mondadori 2007).
Ha scritto l’antologia personale di racconti “Prima dell’urlo” (Addictions 2000) che contiene storie basate sul proprio romanzo “L’urlo della mosca”, il romanzo per bambini “Una notte troppo nera” (Disney Libri 2000), attualmente alla quinta edizione con più di 25000 copie vendute e il thriller “Cuori perduti” (Mondadori 2001), vincitore del prestigioso Premio Tedeschi per il miglior romanzo “giallo” dell’anno.
Nel 2003 ha curato l’antologia di racconti horror italiani “In fondo al nero” (Urania Mondadori).
Tra gli scrittori presenti, l’inventore di Dylan Dog Tiziano Sclavi, Carlo Lucarelli, Luca Masali e Pupi Avati.
Nel 2004 ha pubblicato il romanzo “Genia” (Dario Flaccovio Editore), vincitore del premio Le Ali della Fantasia 2006, prima parte della saga “horror-religiosa” che continua, nel 2005, con “Resurrectum”.
Nell’estate del 2006 ha pubblicato il romanzo breve “Alla fine della notte”, contenuto nel libro “L’ora blu”, scritto in collaborazione con Andrea Cotti (Aliberti Editore, collana Due thriller per due autori).
Suoi racconti sono presenti in due antologie horror made in Italy pubblicate nel 2007: “Incubi” (Baldini e Castoldi), raccolta a cura di Raul Montanari, e “Anime nere” (Mondadori), a cura di Alan D. Altieri.
Sempre nel 2007, è uscito per Mondadori (collana Super Brividi) il romanzo horror per ragazzi “La creta oscura”.
Nel 2008 è uscito, per Mondadori - Urania Horror n.1, “Cry Fly Trilogy”.
Pittore, con un passato da batterista in un gruppo rock dell’area bolognese, ha partecipato a concerti assieme a gruppi stranieri come gli Uriah Heep e a Lucio Dalla, cintura nera di karate e cultore di arti marziali, organizza e intrepreta reading musicali: in particolare cura la rassegna Le forme dell’espressione, al teatro di Sasso Marconi, con artisti del calibro di Pupi Avati e Carlo Lucarelli.
Ha partecipato al cd Sguardi d’istinti del compositore Flavio Piscopo.
Ha creato, assieme ad alcuni colleghi scrittori, il laboratorio di scrittura Zanna Bianca.
È docente di thrilling nella scuola Incubatoio 16 di Carlo Lucarelli e membro del direttivo dell’Associazione Scrittori di Bologna.
Per i lettori che ancora non la conoscono può presentarsi in due parole?
18 romanzi pubblicati e tanti, tanti racconti.
Spaziando nelle diverse contaminazioni del thriller, e del fantastico.
Per gente grande e gente piccola. Sceneggiatore. Docente in diverse scuole di scrittura creativa, opinionista in televisione, musicista, pittore, cultore di arti marziali...
Insomma mi passo il tempo.
(ha detto in due parole o in duecento?)
Ha qualche hobby o mania particolare che la può identificare col personaggio di cui ha scritto per questa antologia?
Sono stato tiratore agonista di pistola di grosso calibro e sono tuttora praticante di arti marziali, cintura nera di karate e di ninjutso.
Adoro le Porsche nere (ma non me le posso permettere).
Adoro le belle donne (e li va già meglio che con le Porsche).
Poi sono tormentato dalla mia metà oscura, proprio come Marc Ange, solo che lui fa l’agente segreto.
Io faccio lo scrittore.
Non cambia molto in fondo. Tutti e due cerchiamo di scoprire dei misteri irrisolti dentro e fuori di noi.
Ritiene che aver scritto di Spy Story sia una novità rispetto ai suoi lavori precedenti?
Mi spiego meglio ritiene che la Spy Story sia un genere un po' a se stante rispetto al giallo e al mistery di cui si è occupato fin’ora o che sia legato a questi a doppia mandata?
No, per me la scrittura è scrittura.
Il genere è solo un mezzo per portare la storia da un punto A a un punto B in modo efficace.
Ci sono regole, look che cambiano, ma il meccanismo è lo stesso.
Intrigo, suggestione, fascino, le trame che funzionano possiedono la stessa matrice e soprattutto conservano identica intenzionalità.
La parola d’ordine deve essere sempre e comunque: emozionare il lettore.
Può svelare come e da chi è stato coinvolto nel progetto LEGION?
Se intendi come sono entrato a far parte della Legione straniera in quanto operazione editoriale, come ho già spiegato altre volte: sono stato arruolato da un Gorilla (Sandrone Dazieri, allora editor delle collane da edicola di Mondadori) nel lontano 2001.
A Courmayeur, dove ero stato invitato come vincitore del Premio Tedeschi per il miglior giallo dell’anno.
Lui mi disse: tu che te la cavi bene nelle scene di azione e di sesso, perchè non provi a far finta di essere un altro scrittore?
Io, che con le identità segrete ci vado a nozze fin dai tempi in cui a dodici anni mi vestivo da Uomo Ragno e uscivo sui tetti della mia città, non me lo feci dire due volte.
Inventai uno scrittore (Jo Lancaster Reno) che scriveva romanzi di spionaggio di successo (Hydra crisis) e l’avventura cominciò...
Se intendi come sono entrato nell’antologia in oggetto: il grande Sergio Altieri mi ha ovviamente coinvolto, come collega e fratello di penna, nonchè compagno di mille avventure...
Può accennare, senza svelarne la trama, ai punti salienti del suo racconto che comparirà sull’antologia?
Avrà come protagonista un personaggio inedito o che è già comparso in altri suoi racconti?
In Legion ho raccontato la genesi del mio eroe.
Come il mio agente segreto, anzi quello di Lancaster Reno, è diventato quello che i lettori già conoscono.
Ci sarà anche un romanzo vero e proprio fra poco, che racconterà di questi begins proprio tutto tutto.
C’è una domanda sul progetto che non le è stata fatta alla quale vorrebbe rispondere?
Non mi hai chiesto da che parrucchiere vado...
(se guardi una mia foto, capisci cosa intendo)
Giancarlo Narciso, conosciuto anche con lo pseudonimo di Jack Morisco è nato a Milano.
Appassionato dell’Oriente ha compiuto più volte il giro del mondo, stabilendosi di volta in volta a Tokyo, Kuwait City, San Francisco, Città del Messico e Singapore, svolgendo i lavori più disparati.
Vive attualmente tra Riva del Garda e l’Indonesia.
Nel 2002, su proposta di Sandrone Dazieri, all’epoca direttore della collana Segretissimo di Mondadori, inizia la serie di romanzi di spionaggio sulla spia Banshee, pubblicati con lo pseudonimo di Jack Morisco.
Nel 1998 vince il Premio Tedeschi con il romanzo “Singapore Sling” e nel 2006 il Premio Scerbanenco con il romanzo “Incontro a Daunanda”.
Ha partecipato a varie antologie, come “Killers & Co”, “Fez, struzzi e manganelli” e “History & Mistery”.
Per i lettori che ancora non la conoscono può presentarsi in due parole?
Presto detto: pensavo che Jack Morisco fosse l’alter ego di Giancarlo Narciso, autore di romanzi d’avventure, uno su tutti, Incontro a Daunanda, per lo più ambientati dove ho passato quindici anni di vita, ovvero in Asia, i cui protagonisti sono in genere schegge staccatesi dalla società normale e incapaci di rientrarci, del tipo che spesso si incontrano in certi remoti angoli dei tropici.
Da un po’ comincio però a pensare che sia Giancarlo Narciso a essere diventato l’alter ego di Jack Morisco.
Temo che il mio pseudonimo abbia finito per fagocitarmi.
Ha qualche hobby o mania particolare che la può identificare col personaggio di cui ha scritto per questa antologia?
Più che altro note biografiche.
Sia io che Oliver McKeown, agente operativo del JID, il servizio di intelligence delle Forze Armate di Singapore, abbiamo vissuto e lavorato a lungo a Singapore.
Vabbè, c’è anche un certo gusto per l’avventura e la tendenza a ficcarci nei guai con la massima facilità.
Ritiene che aver scritto di Spy Story sia una novità rispetto ai suoi lavori precedenti? Mi spiego meglio, ritiene che la Spy Story sia un genere un po' a se stante rispetto al giallo e al mistery di cui si è occupato finora o che sia legato a questi a doppia mandata?
Scrivo spy story da cinque anni, e lo trovo perfettamente complementare al resto della mia produzione.
Ci sono aspetti della società di oggi, intrecci fra politica, finanza, economia, intrighi politici, conflitti internazionali, che si riflettono sulla vita di tutti i giorni e che solo la spy story può mettere in scena.
Per quanto riguarda la suddivisione della letteratura in generi, è un gioco che non mi va molto, credo che, in generale, farsi la domanda “E questo in che categoria ce lo ficco?” sia un modo distorto di porsi nei confronti della realtà.
La vita va gustata, non classificata.
Detto ciò, spy story e mystery, o giallo, o noir, che dir si voglia, fanno entrambi parte della letteratura di intrattenimento, grazie al cielo.
A parte questo, fra i due generi c’è ben poco in comune.
Anzi, quasi nulla.
Può svelare come e da chi è stato coinvolto nel progetto LEGION?
Legion è la logica conclusione della presenza di Alan D. Altieri al timone di Segretissimo e delle altre collane Mondadori da edicola, ed è un segno che io personalmente trovo estremamente positivo.
Big Bad Wolf sta rilanciando tutte le collane, e soprattutto Segretissimo, alla grande, reclutando e motivando ottimi autori italiani a scrivere di spionaggio.
Legion rappresenta il primo segnale dell’esistenza di questo fenomeno, finora passato abbastanza in sordina per via dell’abitudine a usare lo pseudonimo straniero al posto del vero nome dello scrittore.
Direi che in termini di importanza, Legion potrebbe avere la stessa valenza per la spy story che quindici anni fa ebbe per il giallo I delitti del gruppo 13, pubblicato da Granata Press nel 1993 e oggi universalmente considerato come l’atto di nascita del nuovo mystery italiano.
Può accennare, senza svelarne la trama, ai punti salienti del suo racconto che comparirà sull'antologia? Avrà come protagonista un personaggio inedito o che è già comparso in altri suoi racconti?
Non vorrei sbagliarmi ma credo che tutti i racconti della antologia, almeno nelle intenzioni originali, dovessero avere per protagonista il personaggio seriale di ciascun autore.
Il mio è, come ho accennato poco fa, Oliver McKeown, nome in codice Banshee, già protagonista di diversi romanzi.
In questo episodio, Banshee arriva a Timor Est al tempo della dichiarazione di indipendenza del paese e della missione di peacekeeping internazionale.
Il nostro uomo deve prendere in consegna un prigioniero e scortarlo a Singapore.
La cosa aprirà un imprevisto collegamento con l’Italia degli anni di piombo.
C'è una domanda sul progetto che non le è stata fatta alla quale vorrebbe rispondere?
No. C’è invece una domanda alla quale non so dare risposta e che vorrei girarvi: cioè, non è bastato Calipari a far capire che un agente del Sismi può anche essere un eroe positivo?
O dobbiamo andare avanti ancora a lungo a raccontarci che sono tutti furfanti bombaroli e golpisti?
In Gran Bretagna un funzionario del MI6 può benissimo diventare il protagonista della più lunga e fortunata saga cinematografica della storia senza che nessuno alzi un sopracciglio.
Mi sembra che da noi questo sia impensabile, a parte l'eccezione dell'ottimo maresciallo Costa di Secondo Signoroni.
Andrea Carlo Cappi, conosciuto anche con gli pseudonimi di François Torrent, Alex Montecchi e Andrew Cherry, è nato a Milano nel 1964 ed è un affermato scrittore e traduttore.
Si occupa soprattutto di letteratura noir, thriller e avventurosa.
Ha creato personaggi seriali quali il Cacciatore di Libri, Carlo Medina e Mercy “Nightshade” Contreras.
Ha scritto romanzi e racconti originali con protagonisti i personaggi dei fumetti Martin Mystère, creato da Alfredo Castelli, e Diabolik, creato dalle sorelle Giussani.
Ha collaborato in varie vesti con le pubblicazioni Il Giallo Mondadori, dal 1993 al 1997, Il grande cinema di Federico Fellini edito da De Agostini dal 1994 al 1996, Delitti & Misteri, Edizioni Raffi 1996-1997, G - La rivista del giallo, Il Minotauro 1996-1999.
Ha inoltre pubblicato articoli sulle riviste Maxim, Almanacco del Mistero, Addictions e Scrivere.
Nel 1996 ha collaborato come autore, con Pino Farinotti e Guido Gerosa, e conduttore al programma televisivo A qualcuno piace colto andato in onda su Telenova.
Ha curato i testi per le collezioni video DeAgostini Il mito Clint Eastwood, prima edizione: 1996-1998 e Dimensione Ignoto/The X Files Collection, prima edizione: 1999-2001.
Con lo pseudonimo Alex Montecchi ha scritto i testi saggistico-satirici di tre volumi pubblicati da Addictions-Cuore.
Consulente per lungo tempo delle case editrici Sonzogno ed Addictions, per la prima ha curato la collezione I bestseller del crimine (2003-2004), per la seconda la collana I misteri di Addictions (2000-2004) e ha dato vita con lo scrittore Andrea G. Pinketts alla prima serie di M-Rivista del mistero.
Nel 2004 ha fondato con lo scrittore Sandro Ossola la casa editrice milanese Alacrán, per la quale è attualmente direttore editoriale della nuova serie di M-Rivista del Mistero e delle quattro collane Le Storie, dedicata alla narrativa, I Misteri, dedicata al thriller e al noir, I Saggi alla saggistica e Gli Scorpioni, che propongono bestseller tascabili.
Come traduttore si è occupato di numerosi autori, soprattutto nel campo del giallo.
Dalla lingua inglese, autori come Arthur Conan Doyle, Dashiell Hammett, Raymond Chandler, Erle Stanley Gardner, Ian Fleming; dallo spagnolo, Matilde Asensi, Miguel Barroso, Pedro Casals.
È noto soprattutto come traduttore e curatore di edizioni italiane delle avventure di James Bond 007, personaggio a cui ha dedicato anche il sito www.mondobond.com e, insieme a Edward Coffrini Dell’Orto, numerosi saggi e il fan club “007 Admiral Club”.
Tra il 1999 e il 2000 è stato autore e, con Roberta Pellagatta e Lapo De Carlo, conduttore del programma La boutique del mistero su Radio Donna Network; tra il 2002 ed il 2003 ha condotto Mondonoir-Thriller e mistero su Radio Via Montenapoleone.
Nello stesso periodo ha partecipato come autore dei testi e interprete ad alcune puntate di Cinema al dettaglio, andato in onda su Stream Tv insieme a Sandro Ossola e a Edward C. Dell’Orto.
Per i lettori che ancora non la conoscono può presentarsi in due parole?
Mi occupo di thriller, spionaggio e avventura, con qualche incursione nel fantastico.
Oltre a qualche racconto “stand-alone”, ho scritto storie brevi o lunghe sui miei personaggi seriali (il “Cacciatore di Libri”, Carlo Medina, Mercy “Nightshade” Contreras), racconti e romanzi originali con protagonisti Diabolik e Martin Mystère e varie puntate della serie radiofonica “Mata Hari”.
Ho scritto vari saggi su letteratura e cinema di genere e sono direttore editoriale di “M-Rivista del Mistero”, in libreria Alacran Edizioni.
Mi trovate all’indirizzo www.myspace.com/andreacarlocappi
Ha qualche hobby o mania particolare che la può identificare col personaggio di cui ha scritto per questa antologia?
Da questo punto di vista Carlo Medina mi somiglia moltissimo: ha letto molto, colleziona film, crede nella legge di Murphy e a volte, a suo modo, è un sentimentale.
La differenza è che Medina sa essere spietato e organizzare delitti perfetti, mentre io non ho ancora imparato né l’una né l’altra cosa.
Ritiene che aver scritto di Spy Story sia una novità rispetto ai suoi lavori precedenti?
Mi spiego meglio ritiene che la Spy Story sia un genere un po' a se stante rispetto al giallo e al mistery di cui si è occupato fin’ora o che sia legato a questi a doppia mandata?
La spy story è uno dei due generi che mi hanno spinto a diventare un autore di thriller (l’altro, curiosamente, è lo spaghetti western) e per Segretissimo ho pubblicato finora sei romanzi, tre dei quali sono reperibili anche in libreria o negli internet bookshop da Alacrán Edizioni.
Come genere – o sottogenere – ha caratteristiche proprie, ma a seconda delle circostanze si avvicina a molti altri, dal noir metropolitano all’avventura esotica e qualche volta persino al “whodunit” (basti pensare al magistrale “La talpa” di John Le Carré).
Quindi sì: legami indissolubili.
Può svelare come e da chi è stato coinvolto nel progetto LEGION?
Da Sergio “Alan” D. Altieri, che un anno e mezzo fa, durante la lavorazione delle antologie “Anime nere” e “Anime nere reloaded”, ha intuito le possibilità di Carlo Medina come personaggio.
Se nella serie “Nightshade” sono ancora presenti tracce di spy story tradizionale (come protagonista c’è pur sempre una agente segreta, anche se fuori dagli schemi abituali), nelle avventure di Medina lo spionaggio entra in modo non convenzionale, ancora più venato di cinismo e ironia.
Per questo Altieri ha voluto che, dopo la partecipazione di Nightshade all’antologia “Professional Gun” dello scorso anno, quest’estate fosse in scena Medina.
Può accennare, senza svelarne la trama, ai punti salienti del suo racconto che comparirà sull'antologia?
Avrà come protagonista un personaggio inedito o che è già comparso in altri suoi racconti?
La storia è un romanzo breve intitolato “Il gioco degli specchi” ed è ambientata nel 1996 (e come spiegherò più avanti c’è una ragione per questa scelta), con alcuni flashback disseminati nel decennio precedente.
Gli ingredienti: una giovane donna che ha appena scoperto che la sua carriera dipende da un terribile segreto che suo padre ha taciuto, una multinazionale che ha fatto affari molti sporchi con alcuni governi, una delle tecniche più classiche dello spionaggio (la cosiddetta “trappola al miele”), un omicida seriale ossessionato dall’alimentazione e, naturalmente, il killer Medina costretto a fare doppi e tripli giochi per rimettere tutto in ordine... a suo modo.
Come personaggio, Medina ha visto la luce nel 1994 (dopo ben quindici anni di gestazione!), comparendo nell’arco di un anno in tre racconti di varia lunghezza sugli speciali stagionali de “Il Giallo Mondadori”.
Poi è stato l’eroe di “Morte accidentale di una lady”, noto anche come “Ladykill”, romanzo considerato un testo fondamentale sulla morte di Lady Diana, e di vari racconti, tra cui “A Milano non c’è il mare”, in questi giorni in libreria nell’antologia “Anime nere reloaded”.
È stato anche ospite d’onore in una delle avventure di Nightshade, “Babilonia Connection”.
Dato il suo mestiere, si muove agevolmente tanto nel noir quanto nella spy story.
C’è una domanda sul progetto che non le è stata fatta alla quale vorrebbe rispondere?
Sì: la genesi de “Il gioco degli specchi”.
La storia era stata concepita come quarta avventura di Medina e avrebbe dovuto uscire su uno speciale del Giallo Mondadori nel 1996.
I lettori più attenti noteranno che fa da raccordo tra le prime tre storie e il romanzo “Ladykill”, apparso su “Segretissimo” la scorsa estate.
In realtà fu pubblicata solo nel 2003, quando sotto il titolo “Milano da morire” raccolsi presso Edizioni Addictions “le origini” di Carlo Medina.
Ora quel libro è introvabile e finalmente ho avuto l’occasione di proporre questo tassello mancante ai lettori dei periodici Mondadori, in attesa di nuove avventure inedite sotto forma di romanzo... e di chiudere la saga di Nightshade, in cui sospetto che Medina avrà un ruolo fondamentale.
Secondo Signoroni nasce a Lodi nel 1947 dove tutt’ora risiede.
Cultore quasi fanatico aella propria Privacy, per oltre 35 anni lavora come chimico presso i laboratori di ricerca dell’E.N.I.
Di pari passo coltiva l’attività di scrittura nel campo della letteratura polziesca, facilitata dalle tre vittorie nel 1975, 1976 e 1977 del Mystfest di Cattolica.
Fino ad oggi ha pubblicato una ventina di racconti e 14 romanzi per Longanesi, Garzanti e soprattutto per A. Mondadori, casa editrice con la quale collabora dal lontano 1976.
Tre opere imperniate sulla figura del tenente Petrosino sono comparse nella collana il “Giallo”, mentre “Segretissimo” ha ospitato le imprese del maresciallo Dario Costa, tranquillo protagonista, fino ad ora, di otto romanzi.
Il nono, dal titolo “Furore Nero”, dovrebbe uscire nel mese di ottobre.
Per i lettori che ancora non la conoscono può presentarsi in due parole?
Sono nato a Lodi nel 1947 e vi abito da tutta una vita.
Per oltre 35 anni sono stato un chimico presso i laboratori di ricerca dell’E.N.I. dove mi sono occupato di materiali speciali, di sintesi di strutture liquido-cristalline, d’intermedi nella produzione degli stirenici, di nano-particelle applicate ai nuovi materiali anti-incendio, nonchè di igiene e sicurezza negli ambienti chimici.
Di pari passo ho continuato l’attività di scrittura nel campo della letteratura polziesca, facilitata dalle tre vittorie nel 1975, 1976 e 1977 del Mystfest di Cattolica.
Fino ad oggi ho pubblicato una ventina di racconti e 14 romanzi per Longanesi, Garzanti e soprattutto per A. Mondadori, casa editrice con la quale collaboro dal lontano 1976.
Sono stato ospite della classica collana il “Giallo” con tre opere imperniate sulla figura del tenente Petrosino e poi della collana “Segretissimo” con le imprese del maresciallo Dario Costa, tranquillo protagonista, fino ad ora, di otto romanzi.
Il nono, dal titolo “Furore Nero” dovrebbe uscire nel mese di ottobre, mentre il file del decimo, un’avventura d’ambiente…colombiano, si trova già nel computer della Redazione, all’esame dell’editor.
Cultore quasi fanatico della mia Privacy non penso di avere altro da aggiungere, se non che conto di godermi il più a lungo possibile l’appena raggiunta pensione e di far viaggiare ancora per molto i miei personaggi.
Ha qualche hobby o mania particolare che la può identificare col personaggio di cui ha scritto per questa antologia?
Sia io che Costa abbiamo una visione piuttosto manichea della realtà, a costo d’essere giudicati un po’ sopra alle righe e al di fuori dalla moralità dei nostri giorni.
Ci rendiamo conto di operare in un tempo e in un mondo complessi nei quali i valori mutano col tintinnare della pecunia, ma entrambi pensiamo d’essre buoni conoscitori delle persone che siamo costretti a fronteggiare e non perdiamo mai la fiducia nella nostra capacità di reazione e nella nostra onestà di fondo.
Ritiene che aver scritto di Spy Story sia una novità rispetto ai suoi lavori precedenti?
Mi spiego meglio ritiene che la Spy Story sia un genere un po' a se stante rispetto al giallo e al mistery di cui si è occupato fin’ora o che sia legato a questi a doppia mandata?
Ritengo la Spy-Story ben inserita nella tradizione del giallo d’azione, del quale mantiene tutta la struttura letteraria (detection, interrogatori, dialoghi, raccolta degli indizi, tensione narrativa e soprattutto l’obbligatorietà della soluzione chiusa).
A tutto questo il romanzo di spionaggio aggiunge la funzione MISSIONE, che arnicahisce la narrazione di annotazioni storiche, politiche e sociali, di dettagli tecnici, di descrizioni paesaggistiche e di note di costume.
Può svelare come e da chi è stato coinvolto nel progetto LEGION?
La cortesia di Sergio Altieri, editor di Segretissimo, mi ha coinvolto nell’operazione Legion, alla quale sono stato ben felice di contribuire con una nuova e breve impresa del maresciallo Costa.
Può accennare, senza svelarne la trama, ai punti salienti del suo racconto che comparirà sull'antologia?
Avrà come protagonista un personaggio inedito o che è già comparso in altri suoi racconti?
La vicenda ha un breve prologo nell’isola di Creta e si sviluppa quasi interamente a Beirut, inferno nel quale Costa ha già operato in “Specchio Oscuro” e di cui conosce la letale pericolosità.
Tutto comincia con una normale operazione di “sorveglianza e controllo” da concludere in poche ore, ma esiti imprevisti porteranno il protagonista a scoprire un traffico estremamente pericoloso che coinvolge formazioni guerrigliere e servizi segreti attivi nell’area medio-orientale.
Naturalmente anche la…chimica vi gioca un piccolo ma essenziale ruolo e al lettore lascio il piacere di comprendere il finale che spiega tutto dell’animo di Dario Costa.
Bolognese classe 1971, Massimo Mazzoni, alias Frank Ross, viene reclutato da Sandrone Dazzieri, allora editor della Mondadori, nel 2001.
Il “Gorilla”della letteratura italiana propone a Massimo di inventarsi una nuova serie con protagonista femminile.
Nasce così “Quantum Agency” di cui, tra il 2002 e il 2006, sono stati pubblicati su “Segretissimo” tre romanzi: “Aquarius”, “Golpe” e “Ultima Thule”.
La serie, che ha un’impostazione tematico-divulgativa, ha per protagonista un’ex giornalista, Margot de Weers, costretta ad abbandonare la professione per avere messo il naso dove non avrebbe dovuto.
Per la sua capacità di procacciare informazioni viene ingaggiata come consulente da un’organizzazione, la Quantum Agency, che persegue finalità esclusivamente commerciali ed è a disposizione di chiunque sia in grado di pagarne i servizi e offre ai clienti soluzioni efficaci a problemi “delicati” come: strappare la figlia di un magnate mediorientale dalle grinfie di una setta, fornire strategie e logistica a un colpo di Stato, oppure smantellare con metodi non ortodossi una rete neonazista.
Attualmente a causa di una missione segreta del nostro in un luogo di cui si ignorano le cordinate non è stato possibile fargli pervenire il file con le domande.
Siamo fiduciosi però, affidandoci a stelliti organizzazioni segrete e, perché no, al passaparola tra agneti, di avere presto sue notizie.
Chiudo!
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