Notte inoltrata. Solo risonanze lontane. Dalle tende il cielo nero sembra più vicino. Mi sono svegliato. Ho ucciso mia moglie. Dalla finestra ho visto il mio vicino che sta arrivando. Ho due pistole con me. Con una ho appena sparato a mia moglie Lia che sto trascinando sul pianerottolo. La metto nell’ascensore e scendo con lei. Arrivo al piano terreno. La spingo fuori, chiudo e salgo i gradini fino al pianerottolo. In ombra, dove lui non mi veda. Entra il mio vicino. Scendo. Gli sparo con l’altra pistola, quella col silenziatore. La metto in mano a mia moglie. A lui metto in mano l’arma con cui ho sparato a Lia. Tolgo il silenziatore. Entro nell’ascensore e risalgo. Eccomi in casa, vado in camera e mi butto sul letto. Guardo l’orologio, mi ci sono voluti 4 minuti e 49 secondi. Spengo la luce e mi rimetto a dormire.

 

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