Lo scacchista bianco uccise il nero in due mosse: lo invitò sulla torre e lo buttò giù. Uno scatto matto.
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Lo scrittore uccise sei critici a sciabolate. Non è vero che ne uccide di più la penna.
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Scomparve il giorno di San Valentino. Le lasciò un cioccolatino avvolto in un foglietto: "Vado a prendere le sigarette". Così uccise il loro dolce amore.
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Puntò l'ultima fiche sul rosso. Uscì il nero. Quel croupier meritava di morire. E lo uccise; non appena trovò i soldi per la pallottola.
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A carnevale Cappuccetto Rosso trovò il cadavere della nonna soffocata da una montagna di coriandoli. Il lupo cattivo non aveva fame ma era in vena di scherzi.
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L'orchestra non lo seguiva e il direttore la fece sparire con un colpo di bacchetta. Nel tempo libero s'interessava di magia.
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Lo uccisero spingendolo nella buca del suggeritore perchè da loro pretendeva più realismo. Adesso si che erano sei personaggi in cerca d'autore.
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Il conduttore di reality show morì in libreria schiacciato dalla parete del settore poesia. Che ci faceva lì?
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Il caffeinomane strangolò l'apprendista barista senza motivo apparente.
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La uccise il profumo delle rose regalatele dal marito per il loro cinquantesimo anniversario. Non sapeva di esserne allergica.
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Lo scrittore di thriller si attaccò al traliccio dell'alta tensione in cerca di una scossa ispiratrice. Almeno il finale lo aveva trovato.
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Il fanatico del fai-da-te morì di vergogna perchè non riusciva a montare un armadio. Arrestarono un certo signor Ikea per circonvenzione d'incapace.
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Il celebre autore di graffiti finì sotto il metrò dopo aver terminato l'opera: "Giulia, ti amo". La moglie Rita prendeva quella linea per andare a lavorare.
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Che fai?
Ti sparo.
No!
Si!
No!
Si!
No!
Si.
No!
Bang!
Lo soprannominarono "l'assassino che voleva sempre avere ragione".
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Sparì all'altezza dell'Area 51. Punizione eccessiva per uno che aveva sbagliato numero civico.
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