Dopo trent'anni di catena di montaggio alla Ford, Stanley si è ritirato in Florida. Un pomeriggio, mentre schiaccia un pisolino in veranda, una ragazzina di dieci anni lo sveglia ficcandogli la lingua in bocca, per scucirgli qualche centesimo in cambio.

Stanley non fa in tempo ad alzarsi, che lei si è già tolta le mutandine.

Vallo a spiegare, alla moglie ­ rientrata in quel momento ­ e ai genitori della bambina, come sono andate veramente le cose.

Nel giro di due ore il vecchio Sinkiewicz si trova in gattabuia. Divide la cella con un criminale psicopatico.

Carismatico, tutt'altro che ignorante, Troy Louden scaglia invettive contro l'umanità e il fango in cui razzola. Uno di quegli uomini cui basta una manata sul bancone del bar per zittire tutti. Stanley, mollato in tronco dalla moglie, ci mette poco ad "affidarsi". Stretto fra la paura di contrariare un siffatto personaggio e il desiderio di una sana boccata di trasgressione, lo segue trotterellante ­ - a settant'anni suonati! ­ - sulla grande scena di un formidabile colpo a Miami.

Affiancato, per l'occasione, da altre due vittime del poderoso Troy: un artista non rappresentativo incapace di tenere in mano un pennello, e una porno star con il volto ridotto in polpette da un "manager" troppo geloso...

Tiro mancino è il capolavoro di Charles Willeford. Vi troviamo un Hoke Moseley (il sergente della Omicidi di Miami protagonista di Miami Blues e Tempi d'oro per i morti) in condizioni piuttosto sorprendenti, mentre Troy Louden ­ il protagonista ­ è una delle figure criminali più magnetiche e dirompenti nate dalla penna di uno scrittore.

Charles Willeford nasce in Arkansas nel 1919. A otto anni, rimasto orfano, si trasferisce a Los Angeles, dalla nonna. Trascorre l'adolescenza vagabondando per l'America sui treni merci, e finisce per arruolarsi nell'esercito. Ne esce dopo vent'anni: un'esperienza durissima, che riverserà nei suoi libri. A trentasei anni, infatti, comincia a scrivere. Il successo arriva molto più tardi, nel 1984. L'anno di Miami Blues.

Il detective Hoke Moseley, la sua Miami umida e selvatica, diventano subito un mito. Il pubblico aspetta il seguito. Dopo due anni, ecco il secondo episodio, Tempi d'oro per i morti. Un anno dopo, il terzo: Tiro mancino.

Salutato come un capolavoro assoluto. L'anticipo pagato dall'editore americano per il quarto romanzo della saga di Moseley è stellare. La prima edizione di Come si muore oggi è pronta nell'autunno del 1988. Willeford fa in tempo a vederla, a firmarne qualche copia. Muore il giorno in cui il suo più grande successo esce in libreria.