Lo scontrino presente in un risvolto della giacca rivelava che il vestito era stato noleggiato il giorno precedente, alle 17 e 34.
Anche il cappello e le scarpe erano a noleggio, però erano stati presi in un altro negozio, esattamente 37 minuti dopo il vestito.
Nessuna traccia di un portafoglio, di un qualche documento, di qualcosa che potesse far risalire alla sua identità.
Il corpo giaceva riverso sul marciapiede, scomposto; erano evidenti i segni di una colluttazione. Sul collo si erano formati violacei segni circolari, ben evidenti sulla pelle color ebano.
Il sole si rifletteva sull'abito bianco; in particolare a luccicare era quel ciondolo nero a forma di palla da baseball. Ben rifinito, vi si distinguevano le cuciture. Sopra vi era inciso il nome della squadra di cui, probabilmente, era un sostenitore: i New York Giants.
Il vestito sembrava da infermiere, ma non era un camice. Ai piedi aveva queste specie di sabot, con una lieve suola di legno.
Sotto il cappello, di ottima marca, portava capelli rasati a zero, anch'essi, come la sua pelle, color ebano.
La folla che era assiepata intorno al corpo durante il pomeriggio, ormai si era dissipata.
Il rigor mortis cominciava a espandersi nel corpo.
Era un caso veramente assurdo, senza indizi su cui costruire una traccia. Meglio archiviare tutto.
In fondo era solo un fottuto negro vestito in modo maledettamente strano.
E poi, 35 gradi all'ombra: troppo caldo per lavorare.
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