Mi lasciarono davanti al bar e se ne andarono a restituire la macchina al padre di Pablo. Chi meglio di un ex vigile?

Il mio cellulare si mise a squillare e io, per cinque luminosi secondi, pensai che la vita poteva essere magnifica, poi lessi il display e risposi.

– No, signora Pecchioli, diciamo che non è proprio il momento adatto.

Spinsi la porta ed entrai nel locale vuoto.

– In tutta sincerità, signora Pecchioli? Non me ne potrebbe importar di meno.

Spensi il cellulare. Dall'ufficio di Paddy arrivava una lama di luce.

Lo trovai davanti al computer a fissare lo schermo spento.

– Li abbiamo presi – mi sedetti per terra, la schiena appoggiata al muro.

Paddy non si mosse e non rispose.

– E poi c'è la ragazzina. Pablo, quell'amico di Fuad, dice che i suoi la aiuteranno.

– Cosa cambia?

– Come? – non capivo.

– Fuad torna?

Inghiottii a vuoto.

– No.

– Allora non importa.

Mi alzai in piedi, mi piazzai davanti a lui e gli sventolai tre dita sulla faccia.

– Ci sono tre regole, diceva papà mio e se non le segui sei fritto: alza il culo dalla sedia, esci dalla stanza e vivi.

Dopo un tempo lunghissimo, Paddy mi sorrise debolmente e lo fece.

Mi asciugai gli occhi e lo feci anch'io.