– Va bene.
Aspettai una spiritosaggine, una qualunque, per capire che era tutto normale, ma non venne.
– Paddy.
– Sì?
– Ci sono problemi?
– No.
Mi ritrovai in strada con la sensazione che qualcosa di sfuggente avesse deciso di infastidirmi con fugaci apparizioni al limite del mio campo visivo. Aprii la borsetta e cercai una gomma da masticare, non la trovai e mi innervosii, perché odio non trovare quello che cerco e soprattutto, odio non capire quello che sta succedendo.
Pensa a qualcosa di bello, coccola, diceva papà mio, dopo si sistema.
Allora pensai ad Andrea, a quanto eravamo stati bene insieme.
Poi mi ricordai che quel giorno doveva andare da qualche parte con la moglie e mi sentii peggio di prima.
Davanti alla falegnameria, Palmiro Pecchioli e i suoi trecento chili, guardavano con aria critica il telaio di una finestra, forse per decidere se piallarlo o meno. Mi sorrise e mi salutò con la mano.
Ricambiai il saluto e mi avviai verso l'agenzia.
Quella cosa sfuggente continuava a girare attorno alla mia testa.
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