I lettori lo hanno atteso per circa otto anni. Mentre nell'ultimo periodo Carlo Lucarelli si è affermato anche come presentatore televisivo e la sua immagine è stata usata in un fumetto, solo nel mese di marzo 2008 è tornato sugli scaffali delle librerie con un nuovo romanzo.
E sugli scaffali si è riappropriato del posto che gli è sempre spettato tra i grandi autori italiani contemporanei.
Dopo il successo dell'spettore Coliandro, dopo la trasposizione televisiva del commissario De Luca, Lucarelli stupisce i lettori con un romanzo storico, anche se questa definizione è nel complesso riduttiva.
L'ottava vibrazione è sì ambientato a Massaua, in Eritrea, nel gennaio del 1896, preludio al massacro di Adua, ma è anche una storia d'amore, una guerra tra etnie, la ricerca di un assassino, la storia di tanti uomini, che vanno ignari incontro al proprio destino.
Il romanzo è infatti uno spaccato di storia, un quadro che dipinge un'umanità multietinica e disperata, che popola il caldo torrido di un'Africa di fine secolo, quando l'Italia, alla ricerca del proprio nuovo orizzonte, subisce una delle più grandi disfatte del colonialismo europeo.
Il romanzo risulta complesso e appassionante, forse un po' lento nell'ingranare inizialmente, ma con l'intrecciarsi delle vicende personali e con lo svolgersi inesorabile della storia, coinvolge il lettore fino al tragico epilogo. Un uso personale e innovativo dei tempi verbali spezza il ritmo temporale, con un'alternanza drastica tra passato e presente. Solo con l'andare delle pagine il lettore entra nel meccanismo e riesce a dominarlo e, dopo un primo momento di disorientamento, esso diventa punto di forza e ritmo della vicenda.
Carlo Lucarelli dà così vita a un romanzo sfaccettato, multietnico, dal sapore esotico, che unisce la storia dell'Italia con la storia di uomini e donne, veri eroi dimenticati, di un momento storico importante della nostra storia.
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