Io e Yvonne è il primo romanzo di una coppia di autori esordienti, che quasi per gioco provano a scrivere questa storia a quattro mani.

Ignazio Rasi, trentenne, palermitano, è colui che dà il via all’avventura; Ernesto Villa, residente in una cittadina della provincia di Milano, è colui che raccoglie la sfida.

Così nasce Io e Yvonne e noi abbiamo la fortuna di scambiare quattro chiacchiere coi sui autori, ringraziandoli anticipatamente per aver accettato questa intervista.

Innanzitutto mi piacerebbe indagare sulle origini del romanzo. So che Io e Yvonne ha una nascita particolare. Me la raccontate?

Ernesto: una sera, privo di ispirazione, entro in un newsgroup letterario e trovo un messaggio curioso: “Chi scrive un romanzo con me?” rispondo con due parole : ”Possiamo provarci”. Ignazio mi invia i capitoli che aveva già scritto e io tento di imbastire il successivo. Lo stile è vicino al suo, e da lì il gioco si fa duro: migliaia di e-mail filoviaggiano per i cavi dell'azienda telefonica trasportando il romanzo che, giorno dopo giorno, prende corpo.

Ignazio: tarda notte di qualche tempo fa. Eccomi lì, alla tastiera, con due capitoli di una storia che non va avanti. Come lo chiamano? Ah, sì: blocco dello scrittore. Pfff, figuriamoci! Ci penso su ancora un po' e infine rompo gli indugi. Lancio la connessione e scarico i newsgroup. Opto per it.arti.scrivere. Seleziono nuovo messaggio. Titolo: chi scrive un romanzo con me? Testo: palermitano, trentenne, narrativamente inibito, cerca soggetto pari requisiti per prosecuzione trama, si allegano primi due capitoli. Non starò facendo una fesseria? Non c´è più tempo per i dubbi: ho già spinto il tasto invia. Spengo il computer e vado a nanna. Chi vivrà vedrà. Non ci penso più per un bel pezzo, poi mi torna in mente. Ci sarà qualcuno che mi avrà dato retta? Mi connetto: toh, ci sono tre repliche al mio post. La prima commenta: assolutamente houellebecquiano! La seconda auspica un mio imminente impiego nel settore ippico. La terza contiene solo due parole: possiamo provarci. Rispondo subito: il tizio si chiama Ernesto Villa e vive a Cornaredo, Milano. Permettimi l´allitterazione: con Ernesto è evidente ed eloquente empatia epidermica. E´ feeling narrativo allo stato puro. Segue fittissimo scambio di e-mail. Buttiamo giù un canovaccio e stabiliamo una linea: ironia, bulli e pupe. Personaggi principali: Mimì La Torre, detective in canna, e Yvonne, baby-prostituta quattordicenne. Sullo sfondo: papponi, satanisti, buttafuori letali e mammoni, servizi segreti più che deviati, pervertiti nemici per la pelle e amici con le palle. Con una dimensione etica: i due diventeranno il padre e la figlia che non sono mai stati.

Il romanzo è quindi il prodotto di un'esperienza originale, dell'utilizzo di una tecnologia nuova che apre innumerevoli possibilità. Secondo voi quali e quante possibilità da internet agli aspiranti scrittori per "sfondare"?

Ernesto: sulla rete ci sono molti siti dedicati alla letteratura di genere e no. permettono di condividere esperienze, partecipare a concorsi, dare avvio ad una collaborazione singolare come la nostra. le possibilità ci sono e, a quanto abbiamo visto, se c'è anche un po' di talento le case editrici non si tirano indietro... be' diciamo che flaccovio è particolarmente coraggiosa nelle sue scelte...

Ignazio: più che la possibilità di sfondare, internet ti offre un indispensabile strumento di confronto. Vedi, credo che uno dei più grandi ostacoli di uno scrittore in erba sia quello di far leggere i propri lavori. Sì, è vero, parenti e amici vanno bene. Ma c´è sempre la sensazione che non siano imparziali. L´ideale è avere un lettore critico-distaccato-grandefigliod´unabuonadonna. Ci sono "luoghi" in internet, per esempio i newsgroup dedicati all´argomento, dove di lettori siffatti ne trovi a bizzeffe. A patto che tu sia disposto a leggere e valutare i loro, è chiaro. Una specie di mutuo soccorso, insomma...

Tornando a Io e Yvonne, so che durante la stesura del romanzo non vi siete conosciuti di persona. E' stato un caso o una scelta?

Ernesto: io sono di Milano, Ignazio di Palermo: la distanza non facilita gli incontri. Tuttavia, per quanto mi riguarda, non ho mai avuto la curiosità di incontrarlo, e neppure di sentirlo al telefono (questo è successo, ma verso la fine della stesura del romanzo). diciamo che mi piaceva restare legato all'ignazio che ho costruito con dovizia di particolari nell'immaginario.

Ignazio: bè, tieni conto che tra Palermo e Milano ci sta un bel pezzo di strada. Io una bella fetta di cassata e un caffè con Ernesto me li sarei pure presi, ma invece che al bar sarei dovuto passare prima in agenzia di viaggi. Nè caso, nè scelta, quindi, diciamo situazione contingente e non se ne parli più.

Come fanno due sconosciuti a scrivere a quattro mani un libro, riuscendo a dargli un'unità narrativa e stilistica che spesso manca anche a opere di un solo autore?

Ernesto: se si riesce a vincere i piccoli egoismi personali, quattro mani sono meglio di due: si autoelidono i vizi individuali e si valorizzano i reciproci punti di forza.

Ignazio: c´è stata fortuna ma anche tanto tanto lavoro. Fortuna, perchè in linea di massima lo stile, a parte qualche naturale differenza, è il medesimo. Tanto tanto lavoro, perchè ogni capitolo, ogni paragrafo, è stato revisionato e passato al setaccio parecchie volte, con grande attenzione proprio all´unità cui ti riferivi.

Quali sono ora i vostri rapporti?

Ernesto: e' un po' che non ci sentiamo...

Una risposta enigmatica, ma Igazio ci svela qualcosa di più.

Ignazio: bè, prima che una collaborazione che ha portato alla pubblicazione di Io e Yvonne, la nostra è una solida amicizia. E´ chiaro, è un´amicizia atipica. Nel senso che non parliamo del più e del meno davanti a una birra. Ma la nostra è stata una splendida avventura che ha compensato l´assenza di certe cose. Anche perchè, scrivere un libro insieme, è come condividere un pezzetto di anima, te l´assicuro.

Come mai tra tanti generi avete deciso di scrivere proprio un romanzo che, per comodità, viene definito giallo, che è un genere particolarmente difficile, anche perchè spesso ritenuto commerciale e di basso livello?

Ernesto: molti ritengono, al contrario, che il noir rappresenti un genere che fa della critica sociale la sua stessa ragione di essere, in Italia almeno. Diciamo che la scelta è stata dettata dai nostri "gusti" particolari. il resto l'ha fatto il caso.

Ignazio: per uno come me, che vive di pane e Ellroy, non c´era e non c´è altra strada che il giallo.

Cambiando discorso, mi piacerebbe sentirvi parlare dei vostri personaggi, Mimì e Yvonne: raccontatemi di loro.

Ernesto: Mimì è un nichilista la cui esistenza è risucchiata dalla frenesia della società post-industriale. Yvonne è una ragazzina sveglia, ma che il caso ha consegnato tra le mani di un farabutto. L'incontro è folgorante: Mimì trova la chiave di volta per risolvere il proprio malessere esistenziale, Yvonne una via di fuga, e non già da un'esistenza cui è rassegnata, ma dalla mancanza di sentimenti veri, genuini. La ragazzina nasconde molti segreti. Tuttavia, il nostro detective è disposto a rischiare... e da lì esplode la storia...

Ignazio: Mimì è l´eroe "imperfetto". E´ coraggioso ma le prende di santa ragione, è generoso ma non ha il becco d´un quattrino, è libertino ma qualcuno lo ritiene un gran bigotto. S´arrangia, ha pochi amici, nessuna moglie, nessun figlio. Se ne sta lì, e osserva. Finchè passa Yvonne. Yvonne lo scuote, lo sconvolge, lo commuove. E´ la voce dalla sua coscienza, la voce che lo spinge con urgenza ad alzarsi e cominciare a muoversi.

Che programmi avete per il futuro? C'è la possibilità che scriviate un altro libro insieme o pensate di intraprendere la carriera "da solisti"?

Ernesto: mi viene in mente il titolo di una canzone di Rruggeri: Il futuro e' un'ipotesi...

Ancora una volta è Ignazio a lasciarsi andare a qualche confidenza

 

Ignazio: c´è sicuramente in cantiere una nuova avventura di Mimì e Yvonne. Le idee ci sono, si tratta di metterle un pò in ordine. Per la prova da solista... avrete presto una bella sorpresa!

 

Insomma non ci resta che aspettare le sorprese annunciate, sperando di poter presto leggere opere avvincenti come Io e Yvonne.