Una bella raccolta di racconti.
E’ il momento dei racconti. Non c’è che dire. Spuntano da tutte la parti come funghi. Se non ci si sta attenti si pestano. E per me va bene. Benissimo. L’ho già scritto e lo ripeto. Anche perché mi riportano ai tempi della mia beata (si fa per dire perché non avevo una lira in tasca) gioventù, quando me la spassavo coi racconti dei Grandi e li mettevo a confronto tra loro: Tolstoj, Leskov, Maupassant, Hoffmann, James, Verga e via di seguito. Ma qui si tratta di altri tipi di racconti. Naturalmente diversi ma non meno interessanti. Ormai il giallo (inteso in senso lato) è entrato di diritto (acquisito, aggiungo io) a far parte della Letteratura con la L maiuscola. E dunque non mi sono sentito per nulla svilito quando ho acquistato Il lato sinistro del cuore di Carlo Lucarelli, Einaudi 2008. Praticamente 50 (cinquanta) racconti scelti tra i più significativi dall’autore.
Racconti più o meno lunghi (molti proprio bonsai), divertenti, grotteschi e spiazzanti nello stesso tempo: emozioni e turbamenti adolescenziali, l’eros che si sprigiona con pochi tocchi, il colpo di scena, il ribaltamento delle aspettative, la tensione che si accumula pagina dopo pagina, il dubbio che arrovella, il male che trionfa con agghiacciante naturalezza,
E poi personaggi che rimangono impressi nella mente come la domestica Etienne, Rita, Francisca, Cristina, Eleonora (figure estremamente sensuali), il maresciallo Leonardi e il più volte evocato Vittorio, travolti da un Destino più grande di loro. E ancora bambini assatanati, gatti, tende nere, fantasmi, forze occulte che entrano in gioco, il trucco dei gemelli, fusi orari dimenticati, mele marce nei carabinieri, collusioni tra politici, loschi affaristi e cardinali, brividi di guerra, fascisti picchiatori, nazisti assassini, l’ossessione, la morte di García Lorca (e c’entra di mezzo anche Goya), l’indifferenza verso gli altri, la sorte infame dei più deboli, i misteri oscuri del Vaticano e così via.
E non dimentichiamo l’umorismo, l’ironia che ci allarga la bocca al sorriso con il Lumegha che fugge troppo piano o l’arresto per il culo di salame, o l’urlo del lupo mannaro, l’ombra sul muro che c’è e non c’è, l’omino coi baffi e l’impossibile che diventa possibile e dunque un Babbo Natale che uccide un grosso spacciatore e fugge con le sue renne verso il cielo.
Lo stile si adegua all’argomento, ora lieve, sottile, spumeggiante, ora realistico, duro e brutale (basti per tutti Un chien andalou). Sempre professionale, sempre sicuro.
Ci si trova davvero di tutto in questa antologia. Non lasciatevela scappare…
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