Buono alzò un sopracciglio (uno: a piacere del lettore): nervoso.
Il nome non sorprenda. Famiglia famosa per le stravaganze sul terreno. Grand-père Tentenna; padre Padre. Figlio Soldo di cacio; ai posteri, Soldato. Nipote: american way of life imperante, nomàto Di Maggio; o’maggio al baseballista.
"Credeva che non mi sarei accorto dell’esclusione?" chiese, rivolto al segretario.
"Attendevo il momento adatto. Il Consiglio consiglia…"
"Dovrebbe fare altro?" pensoso "Sì: estromettere dal suo interno i co…spiratori. I criptocomunardi nostalgici della Parigi 1870… Dico: abrogare un eroe del nostro tempo!..."
"Si ritiene il provvedimento impopolare."
"Non tale da generare una sommossa..." sogghignò Buono. "La lezione impartita dal Nostro sarà pur servita a qualcosa… O si vuole che guadagni un’altra decorazione, oltre quella che sto per conferirgli? Perché l’avrà. I devoti meritano un premio. Come dare a Cesare quel che è di Cesare. Ah. Questa, l’annoti: mi servirà per il discorso del conferimento…"
"Pericoloso… A Cesare hanno dato ventitré pugnalate…"
"Non la credevo così spiritoso. E sa bene che il popolo mi ama. Sono Buono per definizione." Si toccò il candido baffo: un gesto scaramantico.
Insufficiente. Il generale Bava Beccaris, noto cannoneggiatore di operai che chiedevano pane, ebbe la medaglia. Ma (sorte che era) Buono Sa-boja, decoratore e reo di essere re, il suo onesto colpo di pistola.
P.S. Dopo che ce lo avete suicidato, il monumento a Gaetano Bresci ce lo dovete (almeno, autorizzare. I soldi li mettiamo noi).
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