Delitto d'onore
Marina era la prima ad arrivare per le pulizie della libreria e dopo finito era solita parlare coi libri. Sollevava la copertina e iniziava il dialogo: se lo scrittore era sincero e metteva a nudo la propria anima lo scambio diventava sereno, piacevole, istruttivo, interessante, se invece l’autore scriveva per assecondare la moda, per l’ambizione di avere spazio sui giornali, per superbia o altro (e quanti errori di scrittura ci trovava!), allora nasceva un vero e proprio diverbio, con reciproche accuse e talvolta qualche parolaccia.
La trovarono distesa sul pavimento che respirava appena: quella sera un autore mediocre particolarmente violento l’aveva assassinata.
Per una piuma nera
Dante aveva appena salutato il giorno con un baritonale chicchirichì da galletto giovane e forte, si apprestava a rientrare nel pollaio pavoneggiandosi a testa alta e agitando le piume nere e i bargigli rosso fuoco. Ma un agguato lo attendeva all’ingresso della stia: una tagliola gli serrò le zampe immobilizzandolo sul posto e senza che potesse reagire, un becco forte e deciso gli perforò la giugulare e gli staccò di netto una delle belle piume nere.
Il trofeo era pronto. Quella sera l’aquilotto volò dalla sua bella orgoglioso del pegno d’amore che lei gli aveva chiesto.
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