il signor Tobia Ruzzini impeccabilmente vestito con tanto di mezza tuba nera alzando il bastone da passeggio con lo stile che lo caratterizza sale sulla navetta delle ore otto con gli abituali due minuti di anticipo che gli servono come accade da anni per occupare il posto che ormai gli spetta di diritto il pulmino di un color arancione nella parte alta nero in quella inferiore col motore acceso si sente un ninnolo importante Tobia intanto si domanda stupito come mai non c'è nessuno sulla navetta a un minuto esatto dalla partenza a quell'ora ci sarebbero dovuti essere la signora Bernardini che di nome fa Giacinta una nobildonna con gli stucchi dell'età sul viso decaduto come il suo titolo di baronessa curva di schiena ma fiera e impettita di sé e del suo passato l'impiegato alle Poste il signor Antonelli burocratico persino nel vestire e non solo quando parla e lo fa spesso la sua lingua si muove con la sveltezza di un timbro impazzito che annulla maree di francobolli fendendo l'aria con i suoi colpi secchi l'agente assicurativo Fanelli così svogliato che mai ha voluto riconoscere altro mezzo di trasporto se non la navetta un tipo bonariamente infingardo da avere scelto una fascia di clientela che cura meticolosamente da anni lungo un segmento di Lucca dai cui confini ben si guarda dall'uscire l'antipaticissimo Cavalier Codoni un bottegaio arricchito e spilorcio sino alla follia sempre con il sigaro spento in bocca denigratore e denigrato da tutti tra le cui manìe ha quella di leggere e di commentare il quotidiano a voce alta senza ottenere mai una parola di benevola o malevola solidarietà l’autista è visto da Tobia entrare in cabina con una insolita burbanza bisbiglia un buon giorno si aggiusta il berretto quindi fa partire il 23 rosso è proprio una mattina strana pensa il signor Ruzzini che fine hanno fatto i miei abituali compagni e perchè il conducente non ha oggi quell'accattivante sorriso che di solito armonizza i tratti duri del suo viso ? eppure
è una bella giornata dal clima mite è il mese delle rose e dei profumi non ci sono scioperi l'influenza è passata e le rondini rallegrano il cielo azzurro che mistero intanto la navetta ha lasciato la Certosa di Farneta il convento dove nel Seicento e nel Settecento larga era la libertà concessa ai monaci si davano persino festini e mascherate non mancavano neppure i casotti dei burattini tempi licenziosi poi la Manifattura Tabacchi dove Tobia lavora da oltre trent'anni come guardiano ma c'è ancora tempo per scendere guarda il conducente di lui vede solo le spalle e un pezzo di collo tutto oscilla un mezzobusto che manda avanti un bruco sulla strada disegnata a carboncino forse oggi succederà qualcosa di nuovo lui non ha mai perso un giorno di lavoro eppure eccola lì la Porta San Pietro il palazzo Pfanner le statue del suo giardino i bellissimi fregi architettonici le colonne i comignoli no il signor Ruzzini non si alza né l’autista ferma la navetta un duplice silenzioso assenso com'è naturale in questa mattina dai mille profumi l'aria è garbata delicata Tobia appoggia il mento sul pomo d'argento del bastone da passeggio è la prima volta in vita sua che si sente sollevato felice un velo biancastro gli scende sulle pupille azzurrognole la casta degli artigiani della seta mestiere scomparso qui c'era il più grande emporio della canapa di Lucca qui un medico per punire la figlia che si mormorava avesse fatto affari illeciti con un nobile pisano l'aveva gettata per terra scoperto le vesti e battuta a carni nude sul deretano per il divertimento dei presenti tempi licenziosi e strani quelli nessuna fermata il 23 rosso prosegue spedito Tobia sorride amaro i posti vuoti gli fanno impressione così insoliti così desolanti nessuna persona che salga improvvisamente il timoniere chiama l'unico passeggero a bordo e gli ordina di fare proseguire lui la corsa ormai alla fine è un alto riconoscimento che le concede il C.L.A.P. Tobia non batte ciglio non ho mai avuto a che fare con le navette mormora e l'altro: è semplicissimo lo saprebbe fare anche un bambino poi le sto vicino io non si preoccupi il tono della voce è perentorio di chi non lascia scelta dal viso dell’autista è scomparso del tutto il sorriso accattivante il 23 rosso procede docile quasi non sente il tocco di nuove mani il tratto è breve eccolo lì il cimitero di Sant’Anna il blasone di pietra è un teschio qui la terra riprende ciò che ha dato le prime voci presto chiamate aiuto il poveretto sta male urla la nobildonna Bernardini non respira più avverte ansioso e burocratico l'impiegato alle Poste il signor Antonelli scuote la testa l'agente assicurativo Fanelli mentre l'antipaticissimo Cavalier Codoni si toglie il sigaro spento di bocca e si fa il segno della croce
Tobia Ruzzini è spirato.
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