Fu l'incontro che cambiò la mia vita. Peccato che l'Australia non fosse più di moda.
Un uomo alto, pallido, dallo sguardo severo, era insieme ad altre due persone che non mi sembrava di conoscere o, meglio, che non riuscivo a distinguere perché erano nella penombra. La luce della mia stanza illuminava soltanto l'uomo fermo sulla porta. Questi, con un segno abbastanza cortese e privo di sollecitazione, mi fece cenno di alzarmi. Poi, con un gesto che mi parve fosse non privo di premura, mi mise sulle spalle un mantello con il cappuccio.
- È freddo? - chiesi.
Rispose con un moto delle spalle che non mi sembrò seccato o infastidito, un moto come a dire che non era un freddo da preoccupare. Dopo un attimo di esitazione, o così almeno mi sembrò, mi indicò la strada e si mise al mio fianco. Le due persone che non avevano parlato ci seguirono, sempre in silenzio. Poco più avanti ne scorsi altre due. Procedemmo per un centinaio di metri poi l'uomo, con un cenno della mano, mi indicò una scaletta di legno che le due persone che ci precedevano avevano già incominciato a salire.
Anche le altre ci seguirono. Il legno scricchiolava. Dovevano essere molto robuste.
L'uomo sembrava stanco anche se avevamo salito pochi gradini. Mi indicò una sbiadita crocetta rossa, disegnata sul pavimento al centro della piattaforma sulla quale la scala di legno ci aveva portati. Con un gesto della mano mi invitò a collocarmici.
Mi sollevò il cappuccio. Davvero non era freddo.
Poi, con un gesto che sembrava di premurosa attenzione, mi mise una specie di ruvida sciarpa intorno al collo e tirò una leva.
La botola si aprì senza rumore.
L'incontro con quell'uomo aveva cambiato la mia vita. Peccato che l'Australia non fosse più di moda.
Valdemaro Casini, giornalista professionista e scrittore, ha scritto polizieschi, racconti, sceneggiature, guide storico-turistiche della Toscana.
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