"Una bella storia. Un accoltellamento succulento. Un coltello da cucina. Una professoressa e traduttrice: le parole erano la sua specialità. Ha preso un coltello e via. Oltre  a tutto questo, il fatto straordinario, il mistero: che lo fece la sera stessa in cui lui aveva detto addio alla ragazza. L’aveva accompagnata all’aeroporto. Stava tornando da lei, da sua moglie. Tutto  sarebbe continuato come prima. E, dio santo, lei si era messa in ghingheri, per  dargli  il benvenuto. Si era vestita per uccidere."

Londra, Wimbledon. Novembre 1997. L’investigatore privato George Webb, specializzato in casi matrimoniali, si reca a far visita in carcere a Sarah Nash,  ex cliente, che ha accoltellato il marito. George ne è follemente innamorato, al punto da deporre sulla tomba del defunto i fiori, crisantemi bianchi, che Sarah non può portare. Innamorato al punto da sentirsi geloso, a due anni esatti dall’omicidio, dell’uomo che Sarah ha ucciso: una presenza che non vuole uscire dalla sua vita.

Un matrimonio naufragato, un rapporto fallimentare con la figlia, George Webb è un ex poliziotto espulso per una vicenda di corruzione: un uomo solo e  amareggiato dai ricordi.  Tranne qualche relazione occasionale con le clienti, ha una  sola passione: la cucina, per quella specie di potere taumaturgico annidato nella scelta degli ingredienti e nella preparazione del pasto.  Attorno al cibo, ruotano anche i due eventi chiave della storia: l’incontro al supermercato tra George e Sarah, da cui ha origine la passione di lui, e la cena non consumata sul luogo del delitto.

Sarah affascina George fin dalla sua prima apparizione, in studio: per quel luccichio negli occhi, di ghiaccio che si scioglie, mentre un riflesso di sole fa capolino, dalla finestra, sulle gambe incrociate e accarezza le ginocchia, rendendole lucenti. Quasi di lamé. Il marito di lei, ginecologo affermato, si era invaghito di una giovane croata, ospite in casa loro. Una relazione clandestina, destinata a concludersi con il rientro in patria della ragazza. George deve pedinare gli amanti  fino all’aeroporto e controllare che lui se ne torni indietro, solo.

La narrazione di La luce del giorno di Graham Swift  è in bilico costantemente tra presente e passato, si snoda secondo i canoni classici di un noir anni Trenta: l’intestigatore privato, la donna fatale, il mistero che avvolge la vicenda. Due storie sovrapposte,  due “esiliati” dalla vita e prigionieri, in attesa di uscire nella limpida luce del giorno.

Una scrittura delicata, densa, vibrante per il ritorno, dopo quasi otto anni, di uno dei migliori romanzieri inglesi contemporanei.