Titolo indovinatissimo, prima di tutto. Nebbia “atmosferica” che avvolge le campagne padane in inverno e nebbia come metafora della difficoltà di comprendersi, comunicare, amarsi. Una nebbia del cuore, quindi, che avvolge i sentimenti e le vite dei personaggi.
Sette personaggi raccontano in prima persona le loro vite, tutte più o meno intrise di dolore, di squallida rivalsa nei confronti della vita, di ricordi familiari con cui è difficile convivere, di fallimenti emotivi, di disperazione e miserie di ogni tipo.
C’è una coppia di contadini che stanno insieme senza amarsi, soltanto per interessi economici, un giovane uomo con un rapporto irrisolto con il cibo, un ragazzo che ha scelto la vita del vagabondo, un guardone che non può fare a meno di esserlo, una prostituta drogata che gioca con la morte ad ogni incontro, una prostituta dell’est che ha scoperto prestissimo il potere del sesso e delle lusinghe e sa come rubare l’anima e i soldi agli uomini che incontra.
Ognuno a suo modo cerca l’amore o quanto meno di sfuggire all’indifferenza degli altri.
Tutti i personaggi si incontrano in una terra di nessuno fra i campi e la via Emilia e come in un appuntamento fatale con il Destino ci saranno vittime e carnefici.
Interessante la struttura, ogni capitolo è dedicato a un personaggio che racconta la propria storia con un linguaggio suo proprio. Grezzo e da analfabeta quello dei contadini e del guardone, un registro più alto quello delle prostitute. Le vicende si incrociano e si concludono in un dramma senza speranza e senza possibilità di redenzione, quasi da tragedia greca. Nessun colpevole, forse, ma tutti accomunati da una condizione umana da girone infernale.
In copertina una raffinata foto grigio perla di un seno nudo, sensuale e freddo al tempo stesso. In sostanza un bel libro ma proibito a chi è incline alla riflessione malinconica.
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