Forte di 8 candidature agli Oscar, e di recensioni entusiastiche in tutto il mondo, sbarca in Italia Non è un paese per vecchi, dall'omonimo romanzo dello scrittore-cult Cormac McCarthyDroga (edito in Italia da Einaudi).
Il nuovo fila dei fratelli Joel e Ethan Coen è uno dei rari casi di film fuori dagli schemi adorato anche dai giurati dell'Academy.
Si tratta un western di frontiera, ambientato al confine tra Usa e Messico all'inizio degli anni Ottanta, in cui uno sceriffo, interpretato da Tommy Lee Jones, assiste impotente, al disfacimento del suo mondo: diventato ormai una terra di nessuno dominata da traffici di droga, gangster psicopatici, ricerca dei soldi.
Il thriller dalla trama sottile ha convinto i giurati dell'Academy, che lo hanno premiato con otto candidature, tra cui miglior film, regia e sceneggiatura, avendo così la possibilità di bissare il successo ottenut nel 1996 con Fargo.
In attesa dela 24 febbraio, giorno in cui si conoscerà il verdetto il film sta anche per sbarcare nelle sale di casa nostra.
Non è un paese per vecchi è la storia dell'inseguimento fra i tre personaggi principali. Il primo è Llewelyn Moss (Josh Brolin), operaio in pensione anticipata che si imbatte, per caso, in una serie di cadaveri, in un carico di eroina e in una valigetta con due milioni di dollari. D'istinto, prende le banconote e scappa; suscitando l'ira di un gangster totalmente fuori di testa, Chigurh (Javier Bardem): il più astratto, tra i personaggi della storia, che lascia dietro di sé una scia di cadaveri. Sulle tracce di entrambi, poi, c'è lo sceriffo Bell (Tommy Lee Jones). Un uomo che sente se stesso e il Texas in cui è sempre vissuto invecchiare, e che finisce per farsi da parte di fronte a criminali e narcotrafficanti pronti a tutto.
Il film può essere definito un ritratto americano nero, malgrado la luce accecante delle terre in cui è girato, ma anche una riflessione su bene e male, in un West molto più selvaggio di quello che la tradizione ci ha consegnato, raccontato, in questo caso, con una bella quantità di violenza.
"Anche il libro è molto violento e sanguinoso - ha commentato Joel Coen - sicuramente molto dark. E il risultato è il film forse più violento che abbiamo fatto. Da questo punto di vista rispecchia il romanzo con molta precisione, spero".
E in effetti è proprio questo il segreto del film: l'unione tra il pessimismo, la cupezza di McCarthy e l'ironia, l'umorismo e l'amore per l'hard boiled dei Coen.
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