Pregiandomi io di annoverare l’ordine e la chiarezza tra i miei pochi pregi, a cui fanno fronte numerosissimi difetti, taluni da me ben conosciuti mentre altri mi rimarranno, suppongo, oscuri sino alla mia dipartita per la naturale e manifesta incapacità di tutti gli esseri senzienti di conoscere ogni esatta sfumatura della propria essenza, mi viene spontaneo specificare fin da subito che Il mistero della cripta stregata di Eduardo Mendoza è il libro giallo e comico oggetto di queste mie note che se io avessi avuto una adeguata educazione umanistica, non avessi fatto lo Scientifico, per giunta sperimentale, e avessi letto molti più articoli di critici letterari invece che sfogliare rapidamente le pagine del quotidiano per giungere senza alcun indugio alla sezione sportiva del quotidiano stesso, si potrebbero fors’anche definire recensione.
Dopo avere consumato, o sprecato, a seconda della severità di giudizio del paziente lettore, ben 829 caratteri col paragrafo di cui sopra, in cui, in definitiva, ho soltanto enunciato il titolo del libro di cui ho l’onore di parlare, vorrei chiarire, sempre al paziente lettore, o a un altro lettore se il primo non è stato abbastanza paziente, che lo stile con cui sono scritte queste note non è altro che una copiatura, o clonazione, ove si voglia usare un termine più neutro e tecnologico, del modo in cui si esprime l’io narrante di Il mistero della cripta stregata. Infatti, come i fanti durante l’esercitazione vengono indotti a strisciare nel fango, o meglio ancora, nel letame, mentre la mitraglia spara sopra le loro teste per farli divenire confidenti col suddetto letame e in grado, una volta giunti sul campo di battaglia, di farsi ammazzare in modo adeguato, allo stesso modo ho ritenuto di dover temprare i lettori affinché essi sappiano cosa li aspetta se vorranno avere la felice idea di leggere il libro di Mendoza.
L’io narrante di Il mistero della cripta stregata si esprime più o meno in tal guisa per il semplice motivo che il protagonista di questo giallo è un pazzo, nonché pervertito, nonché piccolo delinquente, che dopo cinque anni di manicomio viene liberato dal Commissario Flores della Brigata Criminale che gli affida l’incarico di investigare sulla scomparsa di una bambina da un collegio di suore.
E chi meglio di uno squilibrato dall’eloquio forbito è in grado, dal suo punto di vista asimmetrico, di farci constatare l’assurdità di tanti comportamenti umani che noi comunemente accettiamo come sensati?
Un extraterrestre, rispondo pronto alla domanda da me stesso posta, con efficace effetto retorico. E infatti è un alieno il protagonista di Nessuna notizia di Gurb, l’altro capolavoro comico-satirico di Eduardo Mendoza, il quale, l’alieno, non Mendoza, giunge a Barcellona nel bel mezzo dei lavori per l’Olimpiade e si dedica alla ricerca del suo compagno smarrito venendo a contatto con la varia umanità residente in quella pregevole città.
Sento a questo punto l’urgenza di chiudere la divagazione su Nessuna notizia di Gurb che, ove si volessero adottare rigorosi criteri formali, parlando esso di extraterrestri, sarebbe un romanzo di fantascienza e niente c’entra col giallo, e di tornare a Eduardo Mendoza che è, insieme a Manuel Vàzquez Montalbàn, uno dei più prestigiosi autori della letteratura spagnola contemporanea.
Oltre ai due romanzi sopra citati, del 1979 e del 1990, tra i più famosi libri di Mendoza ricordo La città delle meraviglie (1986), L’isola inaudita (1989), La verità sul caso Savolta (1975, un giallo, anch’esso ironico) e Il tempio delle Signore (2001, un altro giallo con il medesimo protagonista de Il mistero della cripta stregata).
Essendo ormai giunto ai 3.700 caratteri termino qui la mia esposizione, sperando, mediante i miei modesti artifizi retorici, di avere incuriosito il cortese lettore inducendolo così a leggere il molto più divertente e meglio scritto libro di Mendoza.
Eduardo Mendoza Il mistero della cripta stregata Feltrinelli
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