Una storia pensata per l'allestimento teatrale che anche alla semplice lettura mantiene inalterato il proprio fascino: questo è Piccoli crimini coniugali, un'opera molto particolare del francese Eric-Emmanuel Schmitt. Gli unici protagonisti della piéce sono Lisa e Gilles, coppia sposata che troviamo all'inizio della storia mentre rientra a casa dall'ospedale. Gilles infatti soffre di amnesia a seguito di un incidente e, pur conservando intatte le sue normali funzioni intellettuali, non ricorda assolutamente alcunché della propria vita (una condizione identica a quella di Yambo, il protagonista de La misteriosa fiamma della Regina Loana di Umberto Eco). I medici decidono così di dimetterlo per farlo riambientare a casa sua, circondato dalle cose di sempre e dall'affetto della moglie, nella speranza che l'amnesia passi in fretta e l'uomo torni in possesso dei propri ricordi.

In questo contesto Schmitt mette in scena una macchina narrativa pressoché perfetta, un dialogo brillante e pungente al tempo stesso che svela impietosamente i meccanismi della coppia e i più intimi recessi dell'animo umano. Lisa e Gilles conducono un duetto fatto fin da subito di sgambetti, frasi non dette, risposte non consegnate, punzecchiature e battute corrosive, che lascia trapelare pian piano una realtà ben diversa da quella di un'oleografia da rassicurante quadretto borghese. L'autore dosa con perizia veri e propri colpi di scena capaci di arricchire continuamente la situazione iniziale, gettando il lettore/spettatore in una vicenda dai toni via via più sfumati e inquietanti. L'analisi di questa coppia potrebbe essere in realtà l'analisi della coppia tout court, una dissezione senza pudori condotta fino alla fine con grande ritmo. Il tono dell'intera opera è dolceamaro e mescola, in un cocktail di convincente naturalezza, parti uguali di disincantato pessimismo e levità fiabesca, guizzi da commedia brillante e inquietanti ombre di dubbio gettate sui personaggi.

Schmitt insomma si dimostra un fine conoscitore di tutte le corde dell'animo umano; d'altronde da uno scrittore poliedrico come lui (già autore di Monsieur Ibrahim e i fiori del corano, che ha goduto anche di una trasposizione cinematografica) non ci si poteva aspettare nulla di meno se non un'opera appassionante e completa. Piccoli crimini coniugali è un piccolo gioiello che dettaglia il necessario inabissamento all'inferno di Lisa e Gilles nel tentativo — un po' comico, un po' drammatico: sicuramente reale — di riemergere alla serenità come coppia. A lettura ultimata viene da pensare che, tra le imprese degne di essere raccontate in un thriller, non ci siano solo indagini su omicidi o tesissimi intrighi internazionali: riannodare i fili di una vita a due, in fondo, può essere una sfida altrettanto grande e impegnativa.