Come promesso (ormai mesi fa) Il nero tra le righe inizia la sua seconda vita con un’impostazione sensibilmente cambiata. I primi otto articoli usciti in questo spazio hanno avuto come oggetto altrettanti autori e opere noir “di confine”: scrittori non riconducibili al Genere ma che in alcuni loro lavori hanno utilizzato elementi, luoghi, situazioni propri di questo. In questa seconda parte si vedranno invece opere e autori più strettamente “di genere”, si prenderà di volta in volta in esame un’opera, se ne evidenzieranno le caratteristiche salienti (componenti formali, contenutistiche, strutturali) e gli aspetti che ne fanno “un noir”.
La finalità di questo nuovo indirizzo della rubrica è duplice.
In primo luogo, continuare il discorso iniziato intorno al “nostro” Genere cercando di evidenziarne ora i tratti più comuni e consueti (trovare la regola, mentre prima se ne cercavano le eccezioni) in modo da arrivare (se possibile) a una chiarificazione ulteriore di cosa sia il noir, attraverso esempi tipici e il più possibile vicini al gusto odierno (si tralasceranno quindi gli “albori” del Genere e le genealogie).
In secondo luogo, questi articoli serviranno a mo’ di recensioni per i lettori eventualmente interessati. Saranno però recensioni essenzialmente diverse da quelle che si trovano di solito su riviste, giornali e siti (incluso questo). Generalmente, infatti, per recensione si intende l’esposizione in forma scritta di gusto e pareri del recensore. Ci si muove cioè nell’ambito del “mi piace/non mi piace”, “è bello/è brutto”. Questo approccio tralascia di evidenziare le caratteristiche essenziali dell’opera recensita e si concentra sulla distinzione tra ciò che va e ciò che non va (sempre a parere dell’autore).
Quello che invece verrà fatto qui è essenzialmente diverso: si sceglieranno romanzi (eventualmente racconti) noir e se ne esamineranno forma, contenuti, struttura; si definirà quali sono gli elementi autenticamente “neri” e quali quelli più personali dovuti al talento e all’individualità dello scrittore; si cercherà di individuare a quali lettori potrebbe interessare l’opera analizzata e quali invece ne rimarrebbero delusi. Si lascerà, insomma, che ognuno decida liberamente, non si influenzerà la scelta, non si daranno giudizi; si cercherà invece di dare al lettore tutti gli elementi utili a effettuare tale scelta per conto proprio e indipendentemente dalle preferenze di chi scrive. Va da sé che non ci saranno voti, giudizi, pallini, stellette o altro.
Quella che vedremo iniziare qui nelle prossime puntate sarà perciò al contempo un’indagine sugli elementi formanti-caratterizzanti il noir (visti nella pratica letteraria e nella concretezza dell’opera), e un’esposizione di opere e autori di rilievo per il Genere. Tutto questo avrà lo scopo di distinguere il noir dagli altri generi affini (thriller, spionaggio, poliziesco) e di consentire ai lettori di usare la rubrica anche come galleria di possibili acquisti.
Una definizione di noir è stata data nell’articolo su James Ellroy (rubriche/4751). Ne riassumo qui gli elementi fondamentali.
1) Tematicamente, il noir è affine o addirittura analogo ai suoi “cugini”: in buona sostanza si tratta di delitti, storie di violenza che coinvolgono criminali o semplici uomini della strada spinti dalle circostanze. Il noir ha a che fare con situazioni estreme, quasi sempre lontane dall’esperienza diretta di autori e lettori (fanno eccezione scrittori come Caryl Chessman o Edward Bunker ma sono casi più unici che rari).
2) Strutturalmente (e qui riprendo il contenuto dell’articolo succitato), il noir diverge radicalmente dai generi consimili: non fa uso del meccanismo-base che governa il poliziesco (anche nella variante hard boiled), il thriller e la spy story: cioè la suspense. Nel noir c’è ovviamente grande tensione narrativa, dovuta alle situazioni e alla violenza, ma l’intreccio non è impostato come un mistero da svelare, un “caso” da risolvere, un enigma da decifrare. Il centro della storia è altrove: nella sofferenza che tali situazioni “nere” causano nei protagonisti, nelle scelte dolorose a cui sono costretti, nel dubbio e nell’indecisione che attraversano i personaggi. In ciò risiede la distinzione fra noir e generi “cugini”.
Queste sommarie annotazioni serviranno per navigare a vista nell’arcipelago nero che si proverà a visitare nelle prossime puntate.
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