La Sicilia delle stragi a cura di Giuseppe Carlo Marino
La storia e le storie della violenza del potere in una terra nella quale si uccide per mandato politico o per una perfida e calcolata difesa degli interessi. Una linea lunga di misfatti e di misteri italiani, dagli eccidi dei Borbone ai "Fasci siciliani", dal primo dopoguerra a Portella della Ginestra, da Ciaculli a Viale Lazio, da Falcone e Borsellino agli Uffizi.
Dal Nord al Sud le regioni d'Italia in vari tempi sono state funestate da stragi e omicidi di massa, particolarmente sotto il tallone dell'occupazione nazista. Ma, tra tutte, soltanto la Sicilia ha vissuto un'esperienza di massacri così legata alla sua storia politica e sociale, da farle assumere i caratteri, tanto dolorosi quanto funesti, di "terra delle stragi". Nel tempo, almeno dall'Ottocento in poi, vi si è registrata una lunga catena di assassinii programmati: fatti di Stato e di governo o di "antiStato" e di mafia. Di norma il prezzo di sangue corrispondente a ciascuno di tali fatti risulta piuttosto limitato; ma è eccezionale e forse unica la sua valenza, che consiste spesso in una quasi "pedagogica" determinazione di imperio e di assassinio, a suo modo razionale, fredda e tagliente come una spada. In ogni caso, il numero delle vittime designate supera quello dei caduti: sono le vaste masse popolari colpite dall'impotenza, dall'umiliazione e dalla disperazione. Tanto basta per dare spessore storico e antropologico a un insolito "mosaico narrativo", reso coeso da una sapiente regia critica, le cui "tessere" si devono all'impegno di ricerca e di scrittura di alcuni esperti di cose siciliane di vario mestiere, giovani o anziani: studiosi e scrittori, giornalisti, magistrati, testimoni autorevoli e bene informati. Giuseppe Carlo Marino, curatore del libro, studioso tra i maggiori della storia del potere e del fenomeno mafioso, avvalendosi di una singolare chiave di lettura storica, disegna e collega le fasi e i momenti decisivi che hanno segnato la specificità della "terra delle stragi", collocandosi dalla parte delle vittime, con il rigore e con la vocazione civile di un siciliano ferito. E ben sapendo quel che la sua Sicilia rappresenta in realtà per tutti gli italiani. Del resto, l'aveva già ben intuito Goethe che per capire l'Italia occorre conoscere la Sicilia.
I terroristi della porta accanto di Piero Corsini
Storia di Giusva Fioravanti e Francesca Mambro: due vite violente nella destra eversiva italiana.
Una gioventù bruciata negli scontri di piazza, nelle rapine, negli omicidi. La storia di Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, dalla militanza nei NAR – la più agguerrita formazione del terrorismo nero – agli ergastoli, fino alle polemiche per la condanna quali responsabili della strage di Bologna del 2 agosto 1980, è un paradigma di una generazione che ha segnato la storia del nostro Paese e uno spaccato sulla realtà della destra eversiva italiana. Tra inchiesta e indagine psicologica, giornalismo investigativo e ricostruzione di un'epoca, I terroristi della porta accanto scandisce la cronaca nei ritmi serrati della contemporaneità, in un racconto sospeso tra la drammaticità del passato e il dolore del presente. Ma soprattutto, l'indagine rigorosa e la verifica dei documenti processuali ripropongono tutti i dubbi suscitati dalla sentenza per l’eccidio di Bologna e gli interrogativi ancora irrisolti sul più orrendo crimine dell'Italia repubblicana.
Sardegna criminale di Giovanni Ricci
Dalla banda Di Bella a Graziano Mesina, dalla rivolta dei feudatari sardi al sequestro Melis: trecento anni di omicidi, brigantaggio e rapimenti nell'isola più misteriosa del Mediterraneo.
Un viaggio lungo trecento anni nella storia criminale della Sardegna, ripercorso con meticolosità tra editti, "pregoni", atti giudiziari e rapporti delle forze dell'ordine. Dal banditismo del periodo spagnolo ai provvedimenti di polizia imposti dai regnanti sabaudi, il brigantaggio sardo si presenta come una risposta alle precarie condizioni economiche in cui versa l'isola e dà corpo ai sogni irredentisti della popolazione. Un percorso doloroso scandito da tappe memorabili: l'ammutinamento della Gallura e la "Notte di San Bartolomeo", il conflitto di Morgogliai e le disamistades di Aggius, Orgosolo e Sedilo. Il libro racconta il passaggio dalle "bardane" – gigantesche grassazioni che colpivano interi villaggi – alle grandi rapine stradali, con i nomi tristemente famosi degli orgolesi Liandru e Tandeddu. Ancora più tragiche le vicende che, nella seconda metà del Novecento, inaugurano la stagione dei rapimenti con l'Anonima sequestri e Graziano Mesina, l'Anonima gallurese, la Superanonima. Tra i rapiti molti appartengono al jet-set della Costa Smeralda, alcuni sono personaggi famosi come i cantanti Fabrizio De Andrè e Dori Ghezzi, o lo diventano, loro malgrado, come il piccolo Farouk Kassam. Si arriva alla contemporaneità affrontando i complessi intrecci tra malavita e politica, dando spazio alle stagioni del MAS e di Barbagia Rossa: un'epopea infausta che ha prodotto decine di omicidi. Un’ininterrotta catena di lutti che, con la cattura degli ultimi grandi latitanti sardi – Giovanni Talanas e Pasquale Stochino su tutti – lascia spazio a un’importante annotazione: il persistere di un vincolo mai sciolto tra banditismo e mondo agropastorale. Un vincolo valido oggi come tre secoli fa.
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