E' un'accoppiata inedita quella che ha dato vita a Cacciatori nelle tenebre, graphic novel edita da Rizzoli. Ci si riferisce a Gianrico Carofiglio e a suo fratello Francesco, che in qualità, rispettivamente, di sceneggiatore e disegnatore sono protagonisti di un prodotto tutto italiano e innovativo.

Chi conosce e ama i romanzi dell'avvocato Guerrieri, forse si ricorderà dell'ispettore Carmelo Tancredi, suo amico e abituale frequentatore del suo stesso bar. Non si tratta di un poliziotto come tanti, ma del capo di una sezione molto speciale della Squadra Mobile di Bari. Una specie di "sezione fantasma" che si occupa di casi che si possono definire di serie B, riguardanti emarginati, poveri e bambini, che scompaiono nel nulla.

Carmelo Tancredi e i suoi uomini sono i protagonisti di questa storia dalle tinte scure, un noir inquietante che prende le mosse da un realtà anche troppo dura e concreta.

La squadra di Tancredi, composta anch'essa da poliziotti emarginati, si trova a indagare sulla morte di un imprenditore, che si scopre essere stato invischiato in alcuni traffici non troppo leciti.

La storia in realtà è semplice e lineare, scorre pulita senza particolari tensioni o colpi di scena. Quello che fa la differnza è la valorizzazione di questa da parte dei disegni, che sanno, con un tratto duro, squadrato e netto, dare spessore e profondità a una Bari dai confini tra l'imamginazione e la realtà, popolata da uomini inquieti, soli e tormentati.

Disegno e sceneggiatura si intrecciano così in una danza di vuoti e pieni, che dà il ritmo alla vicenda: attimi di vuoto densi di significato e di emozione, alternati a passaggi pieni, che segnano il ritmo narrativo della vicenda.

Nel complesso un volume piacevole, godibile e scorrevole, che ha l'innegabile pregio di porsi sul mercato italiano come un prodotto innovativo e originale, anche se pecca di alcune ingenuità tipiche di un'opera prima nel suo genere.