"Hill Street in a fancy law office" (Hill street in uno studio legale di lusso). Con queste parole viene presentata L.A. Law dal dizionario Brooks-Marsh della televisione americana. Che L.A. Law fosse Hill Street Blues trasferito in uno studio legale era l’opinione di molti critici televisivi al momento del debutto della serie: il paragone è indotto soprattutto dal fatto che i due shows nascono entrambi, a poca distanza l’uno dall’altro, dalla geniale fantasia di Steven Bochco, che qualche anno dopo darà alla luce anche NYPD Blue.
Protagonisti sono gli eleganti avvocati di uno studio legale "alla moda" e di ottima reputazione, con sede a Downtown Los Angeles. Ogni episodio mescola, secondo il modello a mosaico ereditato da Hill Street, diverse vicende sia appartenenti alla sfera professionale che alla vita privata dei protagonisti. Alcune di queste vicende si sviluppano e si concludono nell’arco del singolo episodio, altre si evolvono trasversalmente nel corso della serie, inducendo lo spettatore ad attendere con ansia l’episodio della settimana successiva.
Anche il tema musicale della serie la accomuna a Hill Street e a NYPD Blue, recando la firma del prolifico Mike Post (celebre la sigla di apertura con una targa californiana, posta su una Jaguar XJ6, che reca appunto la scritta L. A. Law, e gli spettatori più attenti avranno notato che in alto a destra sulla targa figurava in piccolo l’anno di immatricolazione, il quale veniva cambiato a ogni stagione in modo da coincidere sempre con la vera data di trasmissione televisiva!).
Le analogie tuttavia si fermano qui. È lo stesso Steven Bochco a sottolineare le differenze: "L.A. Law è popolata da individui che nella vita hanno avuto molto più successo. Fanno più soldi, guidano macchine più belle, hanno partner più affascinanti, sono assolutamente più eleganti, e vincono di più".
I clienti "paganti" dello studio sono quasi sempre appartenenti a strati sociali elevati (le tariffe applicate dagli avvocati della McKenzie-Brackman sono infatti piuttosto elevate), ma spesso i migliori avvocati dello studio prestano i loro servigi - con pari impegno - all’ufficio del gratuito patrocinio.
I confini tra il detective drama e la soap opera non sono così netti, come alcuni hanno fatto notare, ma di certo L.A. Law è un prodotto di ottima qualità, capace di alternare momenti di svago - talora dai toni apertamente comici - a momenti di notevole impegno etico, legati alle vicende giudiziarie di volta in volta trattate, e di approfondimento del carattere dei personaggi, tutti dotati di un certo spessore psicologico e capaci di trasmettere le piccole e grandi emozioni della carriera di un avvocato.
Si può inserire L.A. Law nel filone iperrealista? Sebbene la realtà più cruda sia talvolta edulcorata, gli avvocati della McKenzie-Brackman non sono infallibili, a volte vincono e a volte perdono. E le sceneggiature non disdegnano temi scottanti quali AIDS, eutanasia, pena di morte, razzismo, abuso di minori eccetera.
Il socio anziano Leland McKenzie (Richard Dysart) è il più autorevole avvocato dello studio, che porta il suo nome per primo. Persona saggia ed equilibrata, McKenzie è sempre pronto ad aiutare con paterna sollecitudine i suoi avvocati, sa dispensare consigli con discrezione e gentilezza, ma è altrettanto sollecito quando si tratta di far notare un errore, di rimproverare un comportamento poco etico, una decisione affrettata o una scelta infelice. Sa rappacificare gli inevitabili diverbi tra i vari membri dello studio, ed è pronto a scusarsi per i propri errori.
Douglas Brackman (Alan Rachins) ha ereditato dal padre l’incarico di amministrare lo studio legale, ma emulare la sua abilità è un’impresa impossibile, e questo è causa di non pochi problemi per lui e per gli altri, che gli rimproverano di essere troppo insistente quanto al lato economico della loro professione, tanto da sfociare nell’aperto cinismo (Douglas storce il naso ogni volta che uno degli avvocati è impegnato in un gratuito patrocinio, che lui vede come ore perse perchè "non fatturabili").
Michael Kuzak (Harry Hamlin) è il giovane e affascinante fiore all’occhiello della McKenzie-Brackman, di cui è socio. Estremamente scaltro e competente, sarebbe praticamente infallibile se il suo idealismo non lo tormentasse un giorno sì e uno no con dubbi etici e morali. Egli percepisce tutte le ingiustizie del sistema giudiziario, e si trova a disagio quando con un cavillo riesce a tirar fuori di galera qualcuno che tutti sanno colpevole. È giusto che un giovane stupratore, piuttosto che trafficante di droga, la passi liscia solo perchè è di buona famiglia e può permettersi un avvocato come lui? Non sempre, ma questo è il suo lavoro, e Kuzak non vi si può sottrarre, nè può difendere male il suo cliente. Del resto, tutti hanno diritto a una difesa: questo è il sistema giudiziario.
La giovane e agguerrita Grace Van Owen (Susan Day) non è un avvocato dello studio legale. Lei è viceprocuratore distrettuale, ma nel corso della serie intreccia una complessa relazione sentimentale con "Miky" Kuzak, spesso ostacolata dalla loro vita professionale che li vede di posizioni opposte.
Victor Sifuentes (Jimmy Smits) è il secondo principe del foro, insieme a Kuzak, del quale è molto amico. Di origini ispaniche, egli è meno tormentato da dubbi etici, non tanto perchè sia privo di etica, quanto piuttosto perchè sa bene cosa vuole e fino a che punto può spingersi. E non esita ad andare anche un po’ oltre, se è per una giusta causa. Sifuentes è costante fonte di filo da torcere per Brackman, perchè è molto sensibile ai problemi razziali e accetta molto spesso incarichi pro bono.
Arnie Becker (Corbin Bernsen), uno dei migliori divorzisti sulla piazza, è decisamente meno idealista dei suoi colleghi. È calcolatore, è un attore nato e fa strage di cuori tra le sue affascinanti clienti, nonostante la sua vita sentimentale sia un disastro (non riesce a mantenere un rapporto stabile per più di un paio di giorni). Ad ogni modo, by hook or by crook, ottiene sempre quello che vuole, e questo gli è particolarmente utile nel suo lavoro. Roxane (Susan Ruttan), la sua molto sensibile e un po’sovrappeso segretaria, è un personaggio importante nell’economia del racconto.
Tra gli altri avvocati dello studio legale, il fiscalista dal cuore d’oro Stuart Markowitz (Michael Tucker) e la agguerrita Ann Kelsey (Jill Eikenberry), tra i quali nasce una relazione che sfocia nel matrimonio; la giovane e inizialmente inesperta Abby Perkins (Michele Greene), il giovane avvocato di colore Jonathan Rollins (Blair Underwood).
La quarta stagione vede l’arrivo dell’avvocatessa Rosalind Shays (Diana Muldaur), donna in carriera fonte di non pochi problemi per la McKenzie-Brackman, la quale tuttavia morirà in un incidente al termine della quinta stagione, precipitando nella tromba dell’ascensore. Con la quinta stagione se ne vanno Kuzak (che si mette in proprio aprendo uno studio legale), Sifuentes e la Perkins. Al loro posto, arrivano Tommy Mullaney (John Spencer), la sua ex-moglie moglie Zoey Clemmons (Cecil Hoffmann), viceprocuratore distrettuale, e la bisessuale C. J. Lamb (Amanda Donohoe). Van Owen lascia la stagione successiva, che vede l’arrivo di Susan Bloom (Conchata Ferrell), Frank Kitteredge (Michael Cumpsty) e Billy Castroverti (Tom Verica).
Con la settima stagione si aggiunge l’affascinante Daniel Morales (A Martinez), single con figlia a carico. L’ottava e ultima stagione vede l’arrivo di Eli Levinson (Alan Rosenberg) e Denise Ianello (Debi Mazar), direttamente dalla serie Civil Wars (un legal drama della ABC incentrato su vicende di divorzio, ideato dallo stesso Finkelstein nel 1991 ma uscito di produzione nel 1993).
Con tutta questa girandola di arrivi, partenze e sostituzioni, ora dell’ottava stagione la McKenzie-Brackman non era più la McKenzie-Brackman, e i momenti migliori di L.A.Law erano ormai storia. Quasi consapevole di questo, l’anziano punto di riferimento dello studio, Leland McKenzie, annuncia il suo ritiro nell’ultimo episodio della serie, sancendo definitivamente la chiusura della serie.
Creata da Steven Bochco e Terry Louise Fisher, la serie conta in tutto 171 episodi trasmessi dalla NBC tra il 1986 e il 1994. Willy Finkelstein, Dave Kelley, Greg Hoblit e Rick Wallace firmano da produttori esecutivi.
I fan di L.A. Law ricorderanno il personaggio di Benny Stulwicz (Larry Drake), il fattorino dello studio legale, un po’ ritardato ma disponibilissimo e dal cuore d’oro, che entra nel cast fisso della serie a partire dalla terza stagione. Questo ruolo valse all’attore Larry Drae un Emmy Award.
Nel corso della sua produzione, la serie vinse in tutto cinque Emmy e quattro Golden Globes.
Nel 2002 i personaggi storici di L.A. Law (McKenzie, Brackman, Kuzak, Van Owen, Becker, Markowitz, Kelsey, Perkins, Roxanne) sono stati protagonisti di un buon reunion movie, dal titolo L.A. Law, Return to Justice, pubblicato anche in DVD.
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