Ci sono romanzi che cambiano la storia del giallo, e il caso più eclatante degli ultimi tempi è quello de Il codice da Vinci, il thriller che ha battuto tutti i record di permanenza nelle classifiche mondiali, generando una schiera di imitatori senza fine. Personaggi ben caratterizzati, gusto per il colpo di scena, un tocco di esoterismo e di cultura classica, ma soprattutto una strepitosa capacità dell’autore di pensare in grande: nel romanzo di Dan Brown non si svelano piccoli segreti ma misteri enormi, intrighi millenari, complotti destinati a sconvolgere il mondo.

Tutto comincia al Museo del Louvre di Parigi dove il curatore Jacques Saunière, morente per il colpo di pistola di un killer, compone un rebus che getta nello sconcerto la polizia chiamata a indagare sul caso.

Tra stelle a cinque punte e versi indecifrabili, l’anziano studioso verga anche il nome di Robert Langdon, professore ad Harvard esperto di simbologia religiosa.

Langdon dovrà cercare il vero assassino e affrontare la diabolica macchinazione che si cela dietro il delitto.

L’ingegno di Robert Langdon e del lettore sarà messo a dura prova: i rompicapi si susseguono come scatole cinesi, e ogni soluzione conduce dentro un enigma ancora più complesso.

Eccessivo, provocatorio, Il codice da Vinci è una perfetta macchina del mistero. Da Venerdì 4 febbraio il romanzo è in edicola con il quotidiano La Repubblica (5,90 euro) mentre in libreria lo si trova nella collana I Miti della Mondadori a (5 euro).