“Non sarà un processo come gli altri, perché l’inchiesta, fin dall’inizio, si è sviluppata in un clima da inquisizione, di vera e propria caccia alle streghe, con tanto di esorcisti e di riti purificatori, di ricerca di tombe profanate (per altro non trovate) sullo sfondo di un mondo parallelo e speculare a quello dei cultori di Satana, che pare aver trasformato questa vicenda in una sorta di guerra finale contro il Demonio. …Sul banco degli imputati oggi non sono quindi tre ragazzotti scapestrati, sospettati certamente di gravi reati, ma il Male personificato. Un’entità dai mille tentacoli, capace di ordinare sacrifici umani, di stuprare bambini nei sepolcri violati, di filmarne la morte…” (Repubblica, 13 febbraio 1997)

Tra il 1996 e il 1997, il Diavolo balla sotto le Due Torri. Bologna, infatti,  balza alle cronache per un caso giudiziario senza precedenti: imputati sono tre membri di un gruppo satanista, i Bambini di Satana. Marco Dimitri, il fondatore, in testa. L’accusa è di stupro, pedofilia, associazione a delinquere. Il caso, poi, esplode fino a dilagare in tutta Italia, come “Satana connection tricolore”, in una ubriacatura mediatica da psicosi del complotto. Per concludersi, finalmente nel 2000, con l’assoluzione degli accusati, in appello.

Bambini di Satana è un saggio-inchiesta avvincente come un romanzo, adamantino come ogni storia vera. Da leggere per “rileggere” una vicenda frettolosamente archiviata dall’opinione pubblica. Perché, citando l’autrice Antonella Beccaria, “quella raccontata in queste pagine è la storia di un uomo che è un satanista. Un personaggio senza dubbio strano, che vive secondo schemi propri e che ancora oggi non accetta le convenzioni imposte dalla società. Ma che qualunque siano le cause che lo hanno portato in carcere, non ha commesso i reati contestatigli… Forse Marco Dimitri è stato un capro espiatorio per qualcosa che non è dato sapere o  forse la prossimità del Giubileo del Duemila ha giocato un proprio ruolo in una eventuale pulizia religiosa… Oppure ancora lo scalpore mediatico scatenato dal mostro satanista e pedofilo dipinto dai giornali ha distolto attenzione da altri fatti, ben più gravi: …le traversie di Dimitri hanno occupato le pagine dei giornali accanto alle cronache sull’attività criminale dei fratelli Savi. Infine, altra ipotesi è che, semplicemente, gli inquirenti abbiano fiutato una pista investigativa e che l’abbiano seguita fino in fondo anche di fronte alla sempre più evidente mancanza di prove. Dunque qualunque sia la miccia che ha innescato questa storia, la parte più fumosa riguarda proprio l’interrogativo di fondo: perché è avvenuto tutto?”.

Forse, e sono parole amare di Marco Dimitri stesso, perché “solo la menzogna gonfia le tasche”.