Cede però ad un rigurgito di cattiveria. Che sua moglie riempia di dubbio piuttosto che di rabbiosa attese quella manciata di ore prigioniere.
Marco si congeda con un definitivo: - Addio.
* * *
Daniele è sorpreso e felice. Oggi c’è suo papà fuori dalla scuola materna, ad aspettarlo.
Di solito c’è sempre la mamma. E la sua fretta nervosa.
Anche papà non gli sembra tranquillo, da un po' tempo in qua. Eppure lo accoglie con calma, lo abbraccia forte, lo prende in braccio. Poi gli da' la mano e s'incamminano. Veloci, ma ad un ritmo che Daniele può sostenere con facilità.
Non parla tanto, papà. Non chiede un granché. Però è bello tenergli la mano. E raccontargli lo stesso tante cose mentre lui lo guarda, e annuisce contento, senza interrompere.
Daniele si guarda attorno, mentre spiega a suo papà che oggi ha finito il disegno con la gita scolastica. La primavera inoltrata regala una splendida giornata di sole, dopo un inusitato e prolungato rigurgito pseudo-invernale.
- Oggi mi porti al parco, papà? – chiede Daniele. Gli manca, il suo papà.
- Oggi ti porterò più lontano, Daniele. Molto più lontano. Ti porterò... in vacanza. Non chiedermi di più: è una sorpresa, ok?
La fuga è iniziata. Con una bugia e la labile speranza di una nuova vita.
Da lontano, segreto e protetto da una clausola contrattuale di quelle ignorate, stampate a font microscopico, un occhio elettronico li osserva. Li segue. Li ricorda.
Qualcuno, in un altro luogo, già sorride:- Che botta di culo per l'audience!
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