Uscirà in libreria i primi di settembre e come gli altri sarà pubblicato da Piemme Editore Etica criminale, l'ultimo libro di Massimo Polidoro.
Per chi volesse sapere di che cosa parla, un’ occhiata al sottotitolo, Fatti della banda Vallanzasca, potrà dire tutto.
Per chi ancora non conosce questa storia qui di seguito due parole per capire chi era Renato Vallanzasca.
Capodanno del 1995.
Fuori, un ragazzetto fa scoppiare gli ultimi botti
Dentro, Renato Vallanzasca attende in isolamento gli agenti che hanno l'ordine di scortarlo all'Asinara.
E firma la resa, con se stesso: fine della corsa, si scende.
Era iniziata quarant'anni prima.
Periferia di Milano, Lambrate, il Giambellino, la Comasina, l'insofferenza per l'autorità e la scoperta precoce della vocazione.
"C'è chi nasce per fare lo sbirro, chi lo scienziato, chi per diventare Madre Teresa di Calcutta. lo sono nato ladro".
Famiglia normale.
Debutto "criminale" a otto anni: assalto a un circo per liberare gli animali dello zoo.
Studi di ragioneria e furti nelle ville sul lago, quelli gli vengono meglio.
Poi la prima banda, le rapine, le banche, i soldi facili, la bella vita e le belle donne.
Sparatorie, carcere e rocambolesche evasioni.
La leggenda del "Bel Renò", il fascino del rapinatore gentiluomo che resiste a omicidi e rapimenti, e anzi si ingigantisce.
Sempre in fuga.
Sempre in gioco seguendo la sua etica del crimine, le regole, per cui due cose su tutte non si possono perdonare: trafficare con la droga e tradire, diventare un infame.
Ma poi viene arrestato: il conto è quattro ergastoli, duecentosessanta anni di carcere.
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