Paolo Grugni si occupa di letteratura e di musica per diverse testate tra le quali Sorrisi e Canzoni e GQ. E' dunque un giornalista, un critico letterario – musicale, che lavora per diversi giornali. Molti giornalisti fanno gli scrittori. Gli esempi sono infiniti a partire da Hemingway per arrivare a Buzzati. Sono meno gli scrittori che fanno i giornalisti, mi viengono in mente Svevo, poi Moravia e Pier Paolo Pasolini, che usava le prime pagine dei giornali per i suoi laboratori. Penso che Paolo Grugni sia prima di tutto uno scrittore. Poi qualunque altra cosa. Non mi interessa sapere da dove provengano i suoi reali proventi anche se posso immaginarmelo. Paolo Grugni individua nel suo scrivere, e nel sentire del suo scrivere, l'elemento artistico, in tal caso letterario, che traduce il fatto in narrativa. Ergo letteratura. E' una sostanziale differenza. Non dovrebbe essere neppure evidenziata ma in quest'epoca è meglio farlo. Al di là del fatto oggettivo secondo il quale il giornalista si occuperebbe del presente fermando l'attimo mentre lo scrittore dovrebbe contemplare il passato piuttosto che presumere il futuro. Paolo Grugni è prima di ogni cosa un artista. Ha pubblicato per Alacran (casa editrice piccola ma cattiva, proprio come lo sono i pitt bull, che ha nel proprio sentire il gusto e la volontà di comunicarlo) Let it be e Mondoserpente. Entrambi romanzi avvincenti e da non perdere.
Let it be ha come protagonista Tommaso Matera, un semiologo, in realtà un insegnante di lettere, che collabora con la polizia decifrando, decodificando i messaggi di un serial killer. Per colpa di alcuni fattacci, che non sto certo a raccontarvi, ripara in Brianza ma anche lì viene coinvolto in un'indagine davvero noir durante la quale un omicida seriale "gioca" con i testi delle canzoni dei Beatles dei quali Tommaso Matera è appassionato e profondo conoscitore. Si tratta di un romanzo intenso e dal ritmo incalzante. Una scrittura moderna, ma mai improvvisata, frutto di un background ben determinato. Consiglio di leggere Let it be e di affezionarsi all'autore prima di addentrarsi nel pianeta Mondoserpente dove Grugni fa un balzo in avanti e propone un laboratorio di scrittura interessante. Sia in Let it be che in Mondoserpente sgorga dalle righe una sorta di "nichilismo bukowskiano" abbastanza evidente, che però nella scrittura di Grugni viene compensato da alcuni elementi di umanità sparsi qua e là, che sorprendono e commuovono. In Mondoserpente questa caratteristica è esercitata addirittura dalla poesia che, insieme al teatro e alla narrativa, compongono la struttura del romanzo. Una storia d'amore poi, vera e davvero onesta, compatta la trama di Mondoserpente dove tutto pare accada per caso, secondo i codici della teoria della sincronicità Junghiana. Un antithriller per eccellenza; un poeta che fa il d.j., Michele Idea, un metronotte che si chiama Stirpe, un serial killer che uccide i disabili estraendone addirittura il cervello dal naso, sette risalenti il millequattrocento meneghino, i Vescovili, i Profani e, ripeto, una storia d'amore intensa e crudele come davvero può esserlo un amore. E' stata una bella avventura, per quanto mi riguarda, leggere Grugni, credo possa esserlo anche per voi.
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