Difficile giudicare questo Fearless, opera di Ronny Yu tornato a girare in Cina dopo la parentesi americana.

Il peso della storia è di quelli notevoli, giacché le gesta raccontate attraverso le mirabolanti coreografie del celebre martial art director Yuen Woo-ping sono quelle di Huo Yuanjia, (1869-1910) fondatore della Federazione Sportiva Jingwu e capace di superare le divisioni tra le diverse scuole di arti marziali cinesi.

A partire da quella che in Cina è considerata un’icona di prima grandezza, il film svolge il compito senza infamia e senza lode componendo le vicende in quattro atti: il primo che vede l’infanzia come momento di accumulo di prepotenze da parte dei più grandi, il secondo, quello della gioventù, come fase di apprendimento delle tecniche di combattimento ed espansione dell’ego, il terzo, una volta toccato il fondo (allorquando durante un combattimento Huo Yuanjia provoca la morte di un altro maestro), quello del ritiro nel villaggio isolato dove maturare una nuova personalità. Infine il quarto, con il ritorno, il riconoscimento, la morte (prematura e per inganno…).

Jet Li è Jet Li e nessuno lo mette in discussione, però fa uno strano effetto vederlo avvitarsi in aria con movenze che più digitali non si può...