Ora che è notte fonda posso uscì fori dalla psiche di mi arter ego e scrive quello che mi pare. Devo sta attento a une svegliallo che quello è capace d’arzassi e mettisi a legge qualche libraccio come le poesie di qui rincoglionito di Petrarca. Che tutte le vorte che lo legge mi fa veni’ i latte a ginocchi.
Parto da i sito, da questo sito di Thriller Magazine che era nato tanto bene piccinino santo e ora cresce male. Ma male davvero, con tutte queste rubri’e che aumentano a vista d’occhio come se qui ci fosse i refugium peccatorum. I direttore Smocovicce è troppo bono, fa entrà tutti, anche qui bippe di mi arter ego. Un se ne po’ più. Bisogna dà un segno, una svorta precisa. Prendiamo l’interviste. Sembrano fatte tutte collo stesso stampino e c’è lo “scrittore” (tra virgolette, un si sa mai), maschio o femmina un importa, che si macera ni su lavoro, e s’esarta e si dispera e scrive e scrive e scrive (gli si pigliasse mai un crampo alle mani!) e si dondola e squittisce e s’arza e s’abbassa in una zorfa continua fino all’urtima angosciosa domanda che la Chiara Bertazzoni, bippe bippe bippe, tira sempre fori all’urtimo momento“Caro, che cosa hai ancora nel cassetto?”. Ora, a part’i fatto, la mi bella Bertazza, che tu un dovresti fa nemmeno l’interviste su quello che hanno fatto ni passato questi bippe bippe, ma armeno risparmiaci di facci sape’ i che faranno ni futuro! E poi che te ne frega di quello che hanno ni cassetto. Guarda che c’è ni tuo e un fa tanto la curiosa. Ovvia!
Un contenti dell’interviste co’ i vivo c’hanno infilato anche quella co’ i morto! Roba da strappassi i capelli, da tagliassi le bippe (per chi ce l’ha). O Fazzarino ma te un c’ha proprio nulla da fa che sta a rompe i bippe anche a defunti? Cercati un’artro passatempo, fammi i piacere.
Un contenti dell’interviste a vivi e a morti ecco a voi la rubri’a “Dietro le quinte” dove gli “scrittori” (sempre co’ le virgolette) si presentano da soli (o un doveano sta dietro le quinte?). Da soli, avete capito! Una roba da mani’omio, uno sbaglio sesquipedale (questa l’ho imparata da i mi arter ego. Ho visto che fa una certa impressione su i pubbrico). Come dà la parola a Berlusconi o presentà un giudice a Previti.
E poi c’è anche quarcuno che si lamenta perché i lettori un’ intervengono ne’ su discorsi, come se i lettori fossero interessati a quello che dice. O Ciccio, invece di lamentatti chiudi la rubri’a e va’ a raddrizzà le banane! Queste, lettori di bippe, so’ tutte braccia rubate a i lavoro ne’ campi, ve lo di’o io.
So’ tutte chiacchiere, tutte chiacchiere. Come quelle di Simona Mammano. Lei dice che saranno due ma è una bugiarda di tre cotte. Da due si passa a quattro, da quattro a sei e un si finisce più. Bisogna dacci un taglio netto. Una sforbiciata di niente. Troppe rubri’e, troppe parole. Troppi arti’oli lunghi che un si reggano. Troppi titoli strani. I che signifi’a Totentanz? No, me lo dovete spiegà, un si po’ buttà lì un titolo a caso pe’ fa i saputelli, pe’ fa i ganzini. La gente vole cose chiare, semprici, schiette. E i che c’entra poi “Pugliestrema”? Allora si potrebbe continuà con Laziestrema, Siciliestrema e via di questo passo pe’ quante so’ tutte le regioni di nostro paese e un si finirebbe più. Un c’è i senso delle proporzioni, maremma bippe. E nemmeno un briciolo di furbizia, di sale ni cervello. Se tu intitoli una rubri’a “Senza falsa modestia” dedi’ata agli “scrittori” (le virgolette vanno messe sempre) è un ara’iri tremendo. E’ come dà le chiavi di ‘asa a un ladro. Semmai i titolo dovrebbe esse “Con parecchia, ma parecchia modestia” e un basterebbe lo stesso a fermà le lingue di questa gente dalla faccia mattonata.
Un si po’ andà avanti così. Qui, come diceva i po’ero Bartali Gino, l’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare. E la corpa è tutta vostra. Accidentavvoi!
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