La Repubblica e L'Espresso presentano I maestri del Noir italiano in 11 romanzi ad alta tensione.
Ammaniti, Camilleri, Lucarelli, De Cataldo, Carofiglio, Cugia, Macchiavelli e Guccini, Dazieri, Fois, Verasani, Scerbanenco. Una collana di romanzi per scoprire l'anima nera dell'Italia di oggi.
Dal 20 giugno in edicola il primo romanzo dal titolo Ti prendo e ti porto via di Niccolò Ammaniti a 7,90 Euro in più.
Le opere in programma:
Niccolò Ammaniti - Ti prendo e ti porto via
Andrea Camilleri - La vampa d'agosto
Carlo Lucarelli - Un giorno dopo l'altro
Giancarlo De Cataldo - Romanzo criminale
Gianrico Carofiglio - Testimone inconsapevole
Diego Cugia - Un amore all'inferno
Loriano Macchiavelli e Francesco Guccini - Macaronì
Sandrone Dazieri - E' stato un attimo
Marcello Fois - Sheol
Grazia Verasani - Quo vaids, baby?
Giorgio Scerbanenco - I milanesi ammazzano il sabato
Ti prendo e ti porto via di Niccolò Ammaniti: una storia di amore e disperazione che rivela l'ingenuità, la tenerezza e la crudeltà dell'infanzia. Sullo sfondo di Ischiano Scalo si intrecciano le storie di un gruppo di personaggi, diversi per storia personale, ricchezza, aspirazioni ma accomunati da un senso di ineluttabilità che avvolge loro e la loro vita di provincia. Pietro è un timido ragazzino di 12 anni, figlio di un pastore ubriacone ed una madre nevrotica, che viene coinvolto suo malgrado da un gruppo di coetanei teppisti nella distruzione di parte della sua scuola. Nonostante sia il meno colpevole del gruppo che ha compiuto l’atto (o forse proprio per quello) sarà l’unico a pagare con la bocciatura. La storia ha un esito tragico quando in preda alla rabbia finisce per uccidere la sua insegnante, Flora Palmieri, che secondo lui sarebbe stata la responsabile della sua sorte.
La vampa d'agosto di Andrea Camilleri: Caldo torrido, estenuante, sole implacabile: è questa la vampa del mese più infuocato della torrida estate siciliana, ma è anche l'ardore e la passione che infiammano Montalbano. Siamo in agosto, Mimì Augello ha dovuto anticipare le ferie e Montalbano è costretto a rimanere a Vigàta. Livia vorrebbe raggiungerlo, ma per non restare sola, con Montalbano sempre al lavoro, pensa di portare con sé un'amica (con marito e bambino) e chiede a Salvo di affittare una casa sul mare per loro. La vacanza scorre nella villetta sul mare, silenziosa, verde. Ma un giorno il bambino sparisce. Montalbano accorre e scopre in giardino un cunicolo che rivelerà clamorose sorprese tra cui un baule con il cadavere di una ragazza scomparsa sei anni prima.
Un giorno dopo l'altro di Carlo Lucarelli: Grazia è ispettore della Squadra catturandi di Palermo, sulle tracce di un killer che entra ed esce dalle autostrade, come dalla Rete, cambiando identità. Vittorio è un killer professionista, quasi infallibile. Nasconde le sue imprese criminali facendosi credere un rappresentante di commercio, sempre in giro per autostrade. Capace di mascherarsi e di assumere identità diverse, offre i suoi servizi professionali via internet con il nome di Pit Bull. Roberto è un ragazzo che per poche lire controlla gli account della posta di un server di provincia; soffre d'insonnia, è cronicamente depresso e ha un pit bull, che non sa a chi rifilare. Grazia è la Grazia Negro di Almost Blue, adesso sulle tracce di Jimmy Barracu, nascosto in un appartamento di Bologna. Poi tutto accelera: Barracu viene ucciso da un uomo con due volti diversi e c'è un ex brigadiere dei carabinieri cui un uomo ucciso da una bomba ha detto qualcosa che gli è costata la carriera. Soprattutto, Roberto pensa di aver trovato un padrone per il suo pit bull e risponde alla e-mail sbagliata.
Romanzo criminale di Giancarlo De Cataldo: Il primo grande romanzo dell'Italia criminale. Un'organizzazione nascente, spietata e sanguinaria, dalle periferie cerca la conquista del cielo. Tre giovani eroi maledetti, che hanno un sogno ingenuo e terribile. Un poliziotto molto deciso, un coro di malavitosi, giocatori d'azzardo, criminologi, giornalisti, giudici, cantanti, mafiosi, insieme a pezzi deviati del potere e terroristi neri. E il piú esclusivo bordello in città. Un romanzo epico di straordinaria potenza, il cuore occulto della Storia d'Italia messo a nudo. Un'Italia segreta, inquietante in un romanzo che ha il respiro, l'ambizione e il ritmo delle grandi saghe noir americane. Un libro dove i protagonisti sono una banda di giovani delinquenti che decide di conquistare Roma, e diventa un esercito quasi invincibile. Politica, servizi segreti, giudici onesti, poliziotti e il più grande bordello della Capitale, nel romanzo più bello e ambizioso di De Cataldo, basato su una minuziosa documentazione. Fra il 1975 e i primi anni Novanta nacque e si affermò a Roma una formidabile organizzazione criminale nota alle cronache, e potremmo dire passata alla storia, come "Banda della Magliana". Nel periodo di massimo fulgore (1978-88) la Banda poteva contare su decine di aderenti e fiancheggiatori, vantava protezioni in insospettabili apparati dello Stato, intratteneva legami con la mafia, il terrorismo neofascista, settori dei Servizi deviati, associazioni segrete. Gli uomini della Magliana sparavano, uccidevano, si arricchivano. In quegli stessi anni si saldava un'alleanza fra poteri occulti e criminalità che uomini come Falcone e Borsellino cercarono invano di contrastare. Di quell'alleanza la Banda ha rappresentato il terminale nella Roma dei palazzi e della corruzione. Vi furono arresti, processi, condanne, assoluzioni, nuove condanne, incredibili riabilitazioni. Talune sentenze affermarono che la Magliana era una vera consorteria mafiosa. Altre negarono la sua stessa esistenza. Ma compito di una sentenza è fissare un come, un quando e un perché che non sempre coincidono con la verità. A uno scrittore, invece, interessa il cuore degli uomini, le distorsioni della psiche, lo spirito di un'epoca. Per questo la Banda e le sue gesta, coloro che l'hanno combattuta e i loro sforzi, non sono che un punto di partenza, un'ipotesi lungo cui sviluppare una possibile storia, o contro-storia, di quindici anni cruciali della vita del nostro Paese. Un "come sarebbe andata se...", piuttosto che il "come è andata" consegnato alle contraddizioni della cronaca. Ma chi se la sente di affermare che il "come sarebbe andata" è pura finzione?
Testimone inconsapevole di Gianrico Carofiglio: E' stato ucciso un bambino di nove anni. Il piccolo corpo, privo di tracce di violenza sessuale, viene ritrovato nel fondo di un pozzo. Un delitto atroce, del tutto inspiegabile, di cui è accusato, dopo rapide indagini, un ambulante senegalese, Abdou Thiam, che lavora nella spiaggia vicino la casa dei nonni dove il bambino è solito giocare. Inchiodano il senegalese indizi e testimonianze, ma soprattutto una foto e le dichiarazioni di un barista. Un destino processuale segnato: privo di mezzi, lo attendono una frettolosa difesa d'ufficio e vent'anni con rito abbreviato. Ma è un destino che si scontra con quello di un avvocato in crisi che trova, nella lotta per salvare Abdou in una spasimante difesa, un nuovo sapore alla vita. Abdou è davvero innocente ? E come demolire la montagna accusatoria ? Si dice che il rito processuale italiano non sia adatto al genere del legal thriller, tanto popolare nel mondo anglosassone. Ma il racconto di Carofiglio dipana il suo intreccio in un'aula di tribunale seguendo passo passo il lavoro di una Corte d'Assise, con i giudici, gli avvocati di difesa e di parte civile, la giuria popolare, il pubblico accusatore: e nel gioco di queste parti, nel fraseggio della noia e del colpo di scena, o dell'acuto retorico e dell'affondo micidiale di una controprova, riesce a creare la tensione della sorpresa, a insinuare il dubbio e, soprattutto, a suscitare l'attesa trepida di una giustizia liberatoria.
Un amore all'inferno di Diego Cugia: Un incontro casuale in un hotel sull'autostrada alle porte di Firenze. Un uomo e una donna soli nella pioggia. Due destini incrociati nella notte, in questa storia talmente vera da sembrare un diabolico racconto. Perché lei, Francesca, è la protagonista di una vicenda di cuore, cronaca e sangue della storia recente d'Italia. Otto coppie di giovani amanti cancellate dalla stessa Beretta calibro 22. La signora della pioggia, l'affascinante sconosciuta, sarà inevitabilmente la testimone di un nuovo futuro processo al "Mostro di Firenze". Francesca, proprio lei, la moglie del giovane medico scomparso misteriosamente nel lago Trasimeno, il bellissimo e fragile Francesco dal doppio cadavere, il professionista di buona famiglia sospettato di essere al vertice della setta che ordinava i delitti del Mostro. Lui, lo scrittore, già lo conosciamo. Ma in queste pagine di Un amore all'inferno non è il Mercante di Fiori o Jack Folla, l'irriverente comunicatore giovanile. Non ha più bisogno di personaggi per raccontarsi, è qui solo per ascoltare con noi, dal vero, una storia che tutti abbiamo la sensazione di conoscere dalla televisione e dai giornali, ma frammentata, irrisolta, mai così completamente analizzata con particolari inimmaginabili. Risvolti da incubo ambientati in una Perugia-Firenze senza ritorno, logge sataniche e macabre alchimie, depistaggi dei servizi segreti per cancellare le tracce di assassini insospettabili. Lei, la signora che non aveva mai parlato o concesso interviste, con Cugia si apre in una lunga notte girovaga e febbrile, trascorsa negli stessi luoghi dei delitti che sconvolsero il mondo. Francesca racconta, si sfoga, si svela dopo vent'anni di riserbo, di silenzio, di fuga da un matrimonio suicidato nel lago, da un grande amore violato, "incaprettato" perfino nei ricordi, insostenibili per una giovane donna, oggi al vaglio assillante dei magistrati di Firenze. Sono credibili i suoi "Non ricordo?" Possibile che questa giovane signora di una nota famiglia di Perugia, la città dei baci, non si fosse mai accorta di nulla? Suo marito era un "mostro per bene" o soltanto l'ultima, innocente vittima del leggendario assassino?
Macaronì di Loriano Macchiavelli e Francesco Guccini: 1884. La miseria spinge a emigrare, spinge ad accettare lavori durissimi. Che induriscono anche il cuore. 1938. Si campa appena, ma non si parte più. Anzi qualcuno ritorna. Nel cuore selvaggio dell'Appennino tosco-emiliano, tra povere case e tavoli d'osteria, il passato si ricongiunge al presente. E i ricordi di remote atrocità diventano il movente di una catena di delitti. Una violenza che sconvolge la vita del paese. Un enigma per il maresciallo dei carabinieri, costretto affare troppe domande prima di ottenere l'unica risposta che vale. Un eclettico cantautore e un affermato giallista, insieme, per questo romanzo poliziesco carico d'atmosfere e di tradizioni.
E' stato un attimo di Sandrone Dazieri: A caccia del nemico più spietato: il nostro passato. Santo ha una bella casa in centro. Santo ha una posizione di prestigio in una grande compagnia pubblicitaria. Santo ha una fidanzata ricca e raffinata, il che non guasta. Peccato che Santo non abbia memoria di tutto questo. Il suo ultimo ricordo, prima di svegliarsi sul pavimento del bagno della Scala, è di essere un piccolo spacciatore di cocaina nella Milano dei primissimi anni novanta e di essere stato preso a bottigliate in testa da un suo socio in affari. Costretto ad adattarsi a un mondo che non riconosce, dove tutto passa attraverso Internet o i cellulari, Santo approfitterebbe volentieri della sua nuova condizione sociale per ricominciare alla grande con i suoi traffici. Ma non può, perché tra le sorprese che gli riserva il nuovo millennio vi è anche quella di essere (forse) un assassino, responsabile della brutale morte del suo capo, unico ostacolo alla sua folgorante carriera. Nel corso di una settimana dove ogni giorno riserva una qualche, di solito sgradita sorpresa, Santo dovrà capire che cosa ha davvero combinato in quei quattordici anni che ha dimenticato. E cercare di sopravvivere all'attentatore che sta cercando, letteralmente, di fargli saltare la testa.
"È stato un attimo" è un noir originalissimo, serrato e agrodolce che si allontana dagli stereotipi per mescolare elementi di thriller, commedia e bruciante critica sociale, con lo stile ormai inconfondibile del creatore del Gorilla.
Sheol di Marcello Fois: C'è un caso, tra i tanti, che Ruben Massei, ispettore della Squadra Mobile, deve - anzi vuole - risolvere: come se ne andasse della sua vita. Infatti è proprio della sua vita che si tratta, in modo oscuro. Questo caso riguarda il presente, ma ha radici lontane. Nei pressi di una villa fuori Roma, tre naziskin e una ricca signora ebrea scompaiono lo stesso giorno, il 4 settembre del 1993. E cin-quant'anni prima, in quella stessa villa, una famiglia ebrea stava tentando di sfuggire alla deportazione. Attraverso un montaggio incalzante, che alterna le vicende del presente a quelle del passato, Fois ci racconta una storia incandescente, civile, tesa tra l'inferno di ieri e il purgatorio di oggi. Una ricca signora ebrea e tre naziskin scomparsi nel nulla da un giorno all'altro. Una villa fuori Roma che pare il centro di tutto: nel 1993 come nel 1943. Questo è "il caso" di Ruben Massei, ispettore della Squadra Mobile del Commissariato Zona Centro di Roma. Un'indagine non autorizzata, la sua, dalla quale è stato di fatto estromesso. Eppure, "pazzo di sensazioni e senza uno straccio di prova", Ruben Massei continua a indagare, a trovare indizi, a seguire false piste: a inseguire fantasmi, soprattutto. Perché quel caso gli parla di lui. Delle sue radici, della sua storia privata, e delle intersezioni con l'altra Storia, quella di tutti. Ruben è ebreo, la sua famiglia è stata sterminata ad Auschwitz nel 1943, quando lui non aveva ancora un anno. Forse è per questo che si trasforma in un segugio sempre all'erta: per stanare il suo passato. E se tutto ciò provocherà una rivoluzione nel suo mondo ordinato, tanto meglio. Perché Ruben è un vecchio ispettore cocciuto, e crede che "le parole non dormano", che "le idee esigano una cura costante, a dispetto di tutto, a dispetto del pudore". Allora meglio, infinitamente meglio, una verità che non consola, ma che da riposo. Soprattutto a qualcuno che viene da molto lontano: dallo sheoi, da un altro mondo.
Quo vaids, baby? di Grazia Verasani: "Un investigatore donna. Che indaga su se stessa. Un'indagine troppo privata. Ma non si può sempre fuggire..." (Gabriele Salvatores). Giorgia Cantini passa le sue notti nei locali dove si suona jazz e si beve sino al mattino. E' single, quarantenne, tormentata dal dubbio di aver sprecato la propria vita. E' un'investigatrice privata, costretta a frugare le ombre di una città come Bologna che sa nascondere bene i propri segreti, piccoli e grandi, infedeltà e omicidi. Sarà una scatola da scarpe piena di lettere a cambiare la sua vita, lettere di Ada, la sorella "bella", partita per la Capitale in cerca di fortuna come attrice e finita suicida sedici anni prima. Giorgia, che ancora è tormentata dal rimorso per non averla potuta aiutare, decide di riaprire il caso alla ricerca di A., l'amante della sorella che lei non ha mai conosciuto e che forse era presente nei suoi ultimi istanti di vita.
I milanesi ammazzano il sabato di Giorgio Scerbanenco: Donatella è scomparsa. È bellissima, sembra una svedese, con quei lunghi capelli biondi e quel profilo antico. Ma è debole di mente: per la strada guarda gli uomini, sorride a tutti e, qualunque cosa le dicano, risponde di sì. Perciò suo padre, il vecchio Amanzio Berzaghi, un ex camionista, la tiene nascosta in casa, tra bambole e dischi di canzonette. Ma una mattina l'ex camionista non la trova più... Il caso viene affidato a Duca Lamberti, il medico-investigatore protagonista dei più noti e apprezzati gialli di Scerbanenco. Alla disperata ricerca della ragazza, Lamberti si spinge nei bassifondi di Milano, tra feroci magnaccia e case d'appuntamento.
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