Due uomini, uno italiano l’altro tunisino. Un peschereccio. L’ombra del terrorismo di matrice islamica. I pregiudizi (di qualsiasi matrice). Quattro ingredienti soltanto ma più che sufficienti per far sì che tra i due uomini, colpa di una notizia di cronaca giunta via radio, si sviluppi un crescendo di sospetti destinato a sfociare in tragedia. Io, l’altro (ma anche “Noi, gli altri”…) dello scrittore regista tunisino Mohsen Melliti, è un apologo dichiarato sui tempi che ci è dato di vivere, spesso crudeli, altrettanto spesso indecifrabili, soprattutto quando ci si chiede come fare a discriminare l’amico dal nemico. Fedele alle tre unità aristoteliche (luogo, tempo, azione), il film raccoglie quasi per intero quel che semina, in particolare per come riesce a tener dietro al sospetto montante incarnandolo nel pescatore siciliano cui Raoul Bova, per una volta all’altezza della situazione, riesce a dare i toni e le espressioni giuste. Manca qualcosa, non tanto ma qualcosa, a livello di regia e di montaggio. Una cinepresa più mobile (qualche visuale anomala…) e un ritmo più conciso, soprattutto nella seconda parte, avrebbero dato qualcosa in più al film che comunque rimane più che dignitoso.
Io, l'altro
Io, l'altro
Italia, 2006
Thriller
Mohsen Melliti
Mohsen Melliti
Raoul Bova (Giuseppe), Giovanni Martorana (Yousef), Mario Pupella (Troina), Samia Zibidi (Madre di Yousef), Lina Besrat Assefa (giovane africana)
20th Century Fox Italia
80 minuti
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