In Francia si è formata e continua a formarsi una scuola di autori di thriller assai valida come Jean-Christophe Grangé e Maxime Chattam, ora arriva un nuovo autore che semina il terrore “all’americana”.
Parliamo di Alec Covin che in patria da alcuni viene definito lo Stephen King francese. L’autore è nato nel 1970, è laureato in cinema e ha lavorato in una galleria d’arte contemporanea, prima di passare alla scrittura. In una intervista afferma “di avere una cultura sufficientemente completa, se non varia e, scherzando aggiunge, che questo gli permette di avere sempre una o due sottigliezze da dire a tavola”.
Il suo romanzo d’esordio pubblicato in questi giorni dalla Newton Compton dal titolo La setta dei lupi sanguinari è il primo di una trilogia in corso di scrittura.
La sua vasta cultura si unisce a un non comune senso per la suspense e tutto questo lo troviamo riversato nel romanzo.
Leggiamo solo alcuni brani:
Virgil gli aveva preso la mano. "Ti faccio vedere", aveva sospirato. E di colpo, al contatto con la mano di Virgil, Scotty aveva avuto l’angosciosa sensazione che qualcosa stesse per accadere. Il viso pallido, aveva farfugliato: "No, Virgil, no".
Ma era troppo tardi. Il cielo si era oscurato in modo inspiegabile quanto repentino, ed era ora una notte d’inchiostro. Si era levato un vento violento, che faceva frusciare le foglie degli alberi e stridere i rami. Diritta davanti a Scotty, la passerella di legno sembrava invitarlo a tornare al più presto a casa, della quale si intravedeva la facciata dietro il padiglione di legno.
Virgil era sempre al suo fianco, e lo teneva per mano.
"Ora è lì, Scotty", gli aveva sussurrato all’orecchio. "Ciò che vedrai è
la Cosa che ti aspetta domani in piscina. Ma non avere paura. Non hai niente da temere, almeno se non vai nella vasca grande".
.........
"Virgil, ma...", aveva iniziato a parlare con voce strozzata, ma quando si era voltato il bambino era scomparso. Scotty si trovava solo nel mezzo della passerella. Dall’altra parte, la foresta lo osservava con sguardo minaccioso. Ancora esita»te, aveva sporto le mani verso la ringhiera un po’ troppo alta per lui, poi aveva iniziato a tornare sui suoi passi. La superficie fosca del lago fremeva sotto il vento. Lo sciabordio si mescolava al fruscio sordo delle fronde. E all’improvviso Scotty si era reso conto che la passerella cedeva man mano che avanzava verso il padiglione.
"Virgil?", aveva ansimato inquieto, ma la sua voce si era persa nel vento.
La passerella aveva iniziato a oscillare con un sinistro scricchiolio di legno. Al momento, le stecche del pavimento sfioravano la superficie del lago e, in alcuni punti, l’acqua cupa le ricopriva in piccoli vortici furiosi. Scotty si era voltato di nuovo. Dietro, oramai, la foresta non era che tenebre minacciose. Si era rimesso in marcia verso il padiglione. I piedi sguazzavano ora nell’acqua nera, producendo piccoli schizzi.
.......
Di colpo, un’enorme ombra era scivolata sotto la superficie dell’acqua e aveva dato un colpo sordo alla passerella prima di allontanarsi. Scotty era stato costretto ad afferrare con entrambe le mani la ringhiera per non cadere.
Era
la Cosa sulla quale lo aveva messo in guardia Virgil. Era lì, nell’acqua offuscata del lago.
Ci sono storie che a sentirle raccontare sembrano leggende.
La setta dei lupi sanguinari di Alec Covin (Les Loups de Fenryder, 2005, Traduzione Manuela Cumbo, Newton Compton Editori, collana Nuova Narrativa Newton 75, pag. 348, euro 9,90) - ISBN 978-88-541-0799-1
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