Gigi è l'elegante, affascinante padrone del ristorante per gourmet Chez Momò, a Cagliari. Al riparo da piatti salutisti e raffinati, guadagna soldi riciclando e smistando partite di cibo avariato in ogni angolo del pianeta. Cibo che va nei discount, dove è costretto a fare la spesa chi non può andare tanto per il sottile. O nelle mense dei poveri. Tutto va bene nella sua vita infame, fino a che qualcosa non si blocca nell'ingranaggio. Qualcosa che è legato al passato di traditore di Gigi. E inizia una discesa nell'abisso, senza alcuna esclusione di colpi.
Un noir magnetico e appassionante, scritto con grande facilità narrativa, che unisce al meccanismo implacabile tipico dei romanzi di Carlotto un godibile e scanzonato senso dell'umorismo
La criminalità sta cambiando. Anch’essa si sta “globalizzando”. È difficile trovare ancora dei criminali vecchio stampo, quelli che popolavano i vecchi romanzi noir, personaggi violenti, cattivi, ma con un minimo di regole che gli consentivano di mantenere un briciolo di umanità. Oggi le regole sono cambiate. O meglio, oggi non ci sono più regole. I nuovi criminali escono fuori dalle migliori università, parlano fluentemente due o tre lingue, hanno aziende quotate in borsa, vanno a cena con politici, ed hanno una sola etica: il guadagno. E per raggiungere questo guadagno non si fermano di fronte a niente. La nuova criminalità ha il controllo su quasi tutti i meccanismi economici della nostra società, solo che noi non ce ne rendiamo conto; forse perché ancora abituati agli stereotipi dei vecchi criminali, e c’è da dire che la stampa non ci viene in aiuto, lasciandoci il più delle volte all’oscuro del marcio che ci circonda. Ma la criminalità è cambiata, e Massimo Carlotto e Francesco Abate ce lo gridano con il loro nuovo romanzo: Mi Fido di Te.
Più volte Carlotto ha affermato che il noir oggi è il genere letterario più consono a descrivere i cambiamenti sociali e le oscure dinamiche che vanno a crearsi tra imprese criminali e la società dei “regolari”. Mi Fido di Te è testimone di tutto questo, perché, pur incollando il lettore alle pagine con una storia d’avventura criminale mozzafiato, (narrata magistralmente in prima persona da Gigi Vianello, il protagonista del romanzo), ci illumina su un problema davvero drammatico, che ci coinvolge tutti: la sofisticazione alimentare. Dopo aver letto questo libro, guarderete con più attenzione ciò che riempie i vostri piatti. Quando farete la spesa, avrete uno sguardo più diffidente, e il dubbio su cosa effettivamente stiate comprando, vi rosicchierà il cervello. La sofisticazione alimentare, così come tutte le attività imprenditoriali delle lobbie criminali, si basa su una semplicissima regola: guadagnare moltissimo investendo il meno possibile. Ora traslate questa regola al mercato alimentare; cosa accadrebbe se un criminale di nuova generazione, come Gigi Vianello, riuscisse ad entrare nella grande distribuzione delle grande catene di ipermercati? A quante persone riuscirebbe a rifilare merce scadente? E dal punto di vista della salute, cosa comporterebbe tutto ciò? Carlotto e Abate rispondono a questi quesiti dipanando una storia che trasuda noir da tutti i pori. Leggendo il romanzo, cominciamo a vedere il mondo attraverso lo sguardo cinico e opportunistico di Gigi Vianello, e alla fine, anche se è difficile crederlo, Vianello, con la sua sconfinata cattiveria e la sua bastardaggine genetica, finirà col diventarci simpatico. Ma è necessario sottolineare che la sofisticazione alimentare, per quanto sia un argomento importante e delicato, non è il perno attorno a cui ruota tutto il romanzo. L’anima del romanzo è proprio la figura di Gigi Vianello, questo ex spacciatore dallo sguardo incantatore, (è affetto da un’eterocromia benigna genetica, che si manifesta con colori differenti delle due iridi, un po’ come David Bowie per intenderci), che persegue implacabilmente solo i suoi interessi, che fa di tutto per apparire una brava persona, quando in realtà ha un cancro nero al posto del cuore. Vianello è scaltro, simpatico, affascinante, e usa tutte queste sue qualità per costruire il suo sogno criminale. Ma quando tutto sembrerà andare per il verso giusto, spunterà qualcosa dal passato di Gigi che lo costringerà a decisioni immediate, drastiche e il suo perfetto meccanismo criminale inizierà a scricchiolare sotto la pressione di una realtà criminale ancora più forte della sua.
Massimo Carlotto, maestro indiscusso del noir contemporaneo, e Francesco Abate, giornalista dallo stile graffiante e scrittore acuto e dall’ironia sferzante, uniscono le loro conoscenze, i loro stili secchi e incisivi, e le loro fervide immaginazioni, per tessere una trama perfetta, mostrandoci che il mondo criminale è una giungla feroce, dove non si può mai sta tranquilli, dove qualcuno cerca sempre di soffiarti la tua preda dalle fauci, con ogni mezzo. Carlotto e Abate hanno già avuto modo di lavorare insieme per il thriller a due mani “Catfish”, edito da Aliberti, ma con “Mi Fido di Te”, raggiungono un’intesa perfetta giocando di sponda uno con l’altro con una naturalezza disarmante.
Mi Fido di Te, così come Gomorra di Saviano prima di lui, segnano una linea di demarcazione nel panorama noir nazionale; il noir deve sopperire alla mancanza di un giornalismo d’inchiesta e libri come Gomorra e Mi Fido di Te, lo fanno alla grande e con coraggio, riuscendo a miscelare con sapiente maestria elementi di fiction con forti dosi di realtà. Quella realtà sporca che nessuno vuole raccontare.
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