Il Tizio scalciò la sedia, era già di fronte al boro.
Lorenzo T. si avvicinò: “Se permetti, faccio io. Dopotutto sei tu l’ospite…”
Il Tizio alzò appena le mani in segno di resa. Sorrise.
Totti Formato Famiglia ci provò a dire qualcosa: “E tu chi cazzo…?”. La testata lo prese in piena faccia. Lorenzo T. gli fracassò il naso, sangue rosso sull’acrilico rosa della T-Shirt.
Gli amici nemmeno si mossero.
Lorenzo T., senza emozione: “Questo non è posto per fare casino… Tenetelo a mente…”
I quattro si mossero di scatto: dietrofront.
Quando Lorenzo T. tornò al tavolo stavano già risalendo sul traghetto.
Silenzio.
“Che ti frulla per la testa?”, fece il Tizio.
“Da queste parti non trovi uno sbirro nemmeno a pagarlo oro, quando ce n’è bisogno…”
Il Tizio: “E che te ne fai, tu, degli sbirri?”
Lorenzo T. nemmeno lo ascoltava, continuò il ragionamento: “Lo sai quanti carabinieri ci sono di stanza sull’Isola?”
Il Tizio: “Che cos’è un telequiz?”
Lorenzo T.: “Sei. Con una decina di uomini ben addestrati te lo prendi, il Giglio. Tagli fuori i collegamenti, chiudi il porto. E per un paio di giorni fai quello che ti pare…”
Il Tizio cominciava a capire: “E allora?”
Lorenzo T.: “E allora mi è venuta in mente una vecchia storia…”
Il Tizio, ghigno tirato e Marlboro tra i denti: “Una storia con un sacco di sbirri…”
Lorenzo T.: “E un sacco di gente incazzata.”
Il Tizio annuì: “Ti va di raccontarmela?”
Lorenzo T.: “Ancora?”
Il Tizio: “Ancora una volta…”
Lorenzo T.: “E va bene, Comandante. Fine agosto 1976…”
La questione del muro
Fine Agosto 1976
I believe in miracles!
Where are you from?
Oh sexy thing!
Oh sexy thing…
Giradischi di plastica arancione, volume al massimo.
Le Hot Chocolate gracchiavano dall’altoparlante.
La canzone girava in loop da ore…
Lorenzo T., quanrant’anni e non sentirli, sulla spiaggia come un ragazzino. Si sentiva un ladro, che quella musica lì in Sezione proprio non va: roba da capitalisti!
Fanculo la Sezione. Fanculo il Partito.
La Disco lo faceva impazzire.
Nemmeno si accorse dei passi veloci di Carlo. Dietro le spalle.
“Oh che tu fai qua? È mezz’ora che ti si cerca dappertutto!”
Beccato.
Lorenzo T. schiacciò stop. Di fretta.
Finse indifferenza. Lo fece male, arrossì: “Che c’è? L’Americani c’hanno invaso?”
Carlo: “Sempre a prendere per il culo… Moviti, convocazione straordinaria!”
Lorenzo T.: “Mi movo, mi movo…”
Carlo s’avviò di corsa, Lorenzo T. provò a stargli dietro. Raccolse il registratore.
Carlo, di scatto: “E smettila di rincoglionirti con quella musica da fascisti…”
Beccato. Le mani nella marmellata.
Convocazione straordinaria: gran rottura di coglioni.
Le cose stavano così: mezzo mondo faceva la Rivoluzione, a Milano e a Bologna si sparava nelle strade.
E i compagni del Giglio?
Convocazione straordinaria per la strada delle Cannelle.
Che due palle…
Agitazione, in venti stipati in una stanza troppo calda.
Di nuovo quel Vitelli. C’era sempre in mezzo.
Vitelli aveva i soldi. Un sacco di soldi. Era pure presidente della Lazio.
Al Giglio c’era venuto per fare il business. Due residence aveva costruito. Proprio vicino alla strada per le Cannelle.
Da Giglio Porto alle Cannelle ci si andava solo a piedi, per una stradella secca.
Vitelli era uno pratico, doveva farci passare i camion col materiale, e di là proprio non ce la faceva.
Allora prese da parte il Nervi, il Necchi e il Pratolino. Contadini, agricoltori vecchierelli.
Fu gentile il Vitelli, gli chiese se per piacere poteva farci una strada sui loro campicelli vuoti. E quelli risposero che sì. Che a loro non importava nulla.
Ma il Vitelli era marcio. Di quelli che te lo mettono al culo senza chiedere il permesso. E quando il lavoro fu finito coi vecchierelli ci fece il trenino e se l’ingroppò tutti in fila.
Chiuse la strada che passava sulle loro proprietà con un bel cancello di ferro. E chi s’è visto s’è visto.
I vecchierelli andarono a protestare al Partito. E ora si era tutti là a sudare dentro a quella stanza troppo stretta.
Agosto 1976.
Curcio era stato arrestato. Gli sbirri l’avevano beccato, ma si era difeso sparando. Per più di due ore aveva scaricato il suo arsenale sulle pantere parcheggiate davanti alla sua tana.
Le BR avevano seccato un procuratore fascista, su a Genova.
Quelli di Prima Linea avevano fatto irruzione alla Fiat. Avevano incatenato i dirigenti, espropriato la cassa.
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