Come si scrive un giallo è un vero e proprio vademecum del thriller, che insegna a tessere la trama di una storia da brivido, ma è anche un manuale di scrittura di più ampia portata, capace di condurci per mano nell’officina di uno scrittore. «Spero che tra i lettori di questo libro», scrive l’autrice, Patricia Highsmith, nella prefazione, «ce ne siano alcuni che non hanno intenzione di diventare scrittori di gialli ma semplicemente scrittori, perché penso che molte delle cose che ho detto riguardino la scrittura in generale, o quanto meno la narrativa».
La grande giallista americana svela come è strutturato un thriller e ne mostra gli strumenti creativi attraverso saggi sul metodo di scrittura e la costruzione del plot, sulla capacità di osservare e appuntare particolari per poi richiamarli alla memoria, e guida il lettore perfino passo passo nell’analisi di uno dei suoi stessi romanzi, L’alibi di cristallo.
Il saggio è edito in Italia da Minimum Fax.
La signora del thriller nasce nel 1921 a Fort Worth, nel Texas, poi si trasferisce a New York. I genitori sono divorziati, Patricia prende il cognome del patrigno, e la sua prima infanzia è segnata dall’influenza della nonna materna che si prende cura di lei. A scuola mostra subito un grande talento per l’arte, pittura e scultura, ma la sua vocazione vera è scrivere storie. Dopo il college lavora alla sceneggiatura di libri di fumetti, ma dovrà attendere ancora un po’ per vedere pubblicato il suo primo libro. Sconosciuti su un treno appare nel 1950: è la storia di due uomini, un architetto e uno psicopatico, che si incontrano su un treno e decidono di “scambiarsi” gli omicidi. «Alcune persone sarebbe meglio se fossero morte – come tua moglie e mio padre, per esempio», spiega Bruno, il ricco psicopatico, prima di mettere mano alla sua parte di lavoro. Questo fortunato esordio rappresenta il paradigma dal quale nasceranno i suoi romanzi successivi: due mondi che si intersecano, nei quali il confine che divide il normale dall’anormale sfuma i suoi contorni fino quasi a svanire. Il libro avrà tre versioni cinematografiche (memorabile L’altro uomo di Hitchcock) e rappresenta ormai un classico del genere.
Nel ’55 fa la sua prima apparizione Tom Ripley, il personaggio più celebre creato dalla scrittrice. Un serial killer truffatore e bisessuale, che è insieme un sadico e un marito amorevole, una parodia della mentalità alto-borghese e un criminale per fatalità. Le storie che lo vedono protagonista sono tutte incentrate sull’interrogativo di come riuscirà ogni volta Ripley a farla franca. Questo ambivalente eroe uscito dalla penna della Highsmith ispirerà molti registi, fino ad Antony Minghella nel ’99, con Il talento di Mr. Ripley.
Patricia Highsmith trascorre una vita appartata e solitaria, lontana dalle luci della ribalta. Nel ’63 si trasferisce definitivamente in Europa, dove i suoi libri sono particolarmente apprezzati e dove riesce a isolarsi dal mondo. Gli ultimi anni li passerà quasi reclusa in una casa nella campagna svizzera, nei pressi di Locarno, fino al giorno della morte, il 4 febbraio 1995.
«Miss Highsmith è una scrittrice di libri gialli che si possono rileggere molte volte. Sono molto pochi quelli di cui si può dire la stessa cosa. È una narratrice che ha dato vita a un mondo tutto suo, un mondo claustrofobico e irrazionale nel quale entriamo ogni volta con una sensazione di personale pericolo...»: parola di Graham Greene.
Patricia Highsmith, Come si scrive un giallo. Teoria e pratica della suspense
Minimum Fax, 2007
prefazione di Andrea Camilleri
traduzione di Fiorella Cagnoni e Silvie Coyaud
pp. 142
ISBN 978-88-7521-065-6
€ 9
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