Con un cast stellare e un respiro lento e solenne Robert De Niro racconta i primi anni della CIA attraverso la storia di un uomo che annulla progressivamente ogni emozione per servire gli Stati Uniti, osservando impassibile il disgregamento della propria vita e dei propri affetti. Pur essendo evidente la passione di De Niro per tutta la tradizione letteraria e cinematografica sullo spionaggio, con The Good Shepherd  sceglie volutamente di non fare un thriller, anche se la trama si infittisce di tradimenti e misteri, perché ciò che gli sta a cuore è il raccontare il progressivo raggiungimento dell’atarassia del protagonista che finisce con l’assistere immoto al precipitare degli eventi. La recensione di Gabriella Aguzzi su http://www.quartopotere.com/