Cogne. Il 3O gennaio 2OO2 Samuele Lorenzi, 3 anni, viene barbaramente ucciso nel lettone dei suoi genitori nella villetta di Montroz. Da subito viene sospettata la mamma, Annamaria Franzoni che negherà sempre di aver ucciso il proprio figlio. Quella mattina la signora Franzoni aveva accompagnato l'altro figlioletto, Davide, allo scuolabus, e quando era rientrata in casa aveva rinvenuto il piccolo Samuele che sanguinava. La prima telefonata la fa al 118 e dice testualmente: "Fate presto mio figlio vomita sangue!". Poi urla alla vicina Daniela Ferrod di avvertire la psichiatra Ada Satragni, che è anche il suo medico di base. Ada Satragni accorre nello chalet, dove vivono Annamaria Franzoni con il marito Stefano Lorenzi, che si era appena recato al lavoro, e  i due figli, Davide di 7 anni e Samuele di 3, e diagnosticherà che si è trattato di un'aneurisma che aveva fatto esplodere la testa al piccolo Sammy, come veniva chiamato dai genitori. Successivamente invece verrà chiarito che Samuele è stato orrendamente ucciso con un'arma impropria. Anzi, ha tentato di difendersi con una manina dalla feroce aggressione. Ma chi è stato a uccidere un bambino di soli 3 anni? La mamma negherà sempre di essere stata lei anche se è stata e rimane la principale sospettata. Rischia 3O anni di carcere e solo tra pochi giorni ci sarà la sentenza definitiva. In questi anni i coniugi Lorenzi si sono avvalsi della difesa di prestigiosi avvocati: Grosso, Taormina, ora Paola Savio, per smontare il castello di accuse che inchioderebbe Annamaria Franzoni. Anche se l'arma del delitto non è mai stata ritrovata. Manca poi il movente e la mamma nega disperatamente. Nei giorni seguenti il delitto gli inquirenti non hanno tralasciato alcuna ipotesi o segnale che potesse portare all'esecutore materiale dell'omicidio. Ma i vari nomi fatti dai coniugi Lorenzi come possibili killer di Samuele hanno avuto l'effetto di un boomerang. Nel febbraio del 2OO2 si parlò molto anche di un libro che Annamaria Franzoni stava leggendo. Ma forse non l'ha mai letto. Agnes dello scrittore svizzero Peter Staam. Narra di una coppia che entra in crisi dopo aver avuto un figlio. La mamma ucciderà il bambino e ritroverà la serenità con il marito. La dottoressa Maria Del Savio Bonaudo che con la dottoressa Stefania Cuge, conduceva le indagini ha sempre escluso che "Annamaria Franzoni avesse pouto innamorarsi della strategia letteraria di uno scrittore e poi l'avesse messa in pratica". Piuttosto la dottoressa Bonaudo aveva un sospetto esternatomi nelle lunghe conversazioni telefoniche (registrate, ndr) avute negli anni passati. E cioè che "Samuele fosse stato ucciso molto prima dello 8 del mattino quando la mamma si apprestò ad accompangare allo scuolabus l'altro figlio Davide lasciando solo in casa il piccolo Samuele". Ma questa ipotesi venne tranciata dall'anatomopatologo Viglino che stabilì che "Samuele venne ucciso o poco prima delle 8 o dopo le otto  quando Annamaria Franzoni rientrò in casa. Insomma o poco prima di uscire o dopo essere rientrata. Non entriamo nelle diquisizioni tecniche che sono seguite in questi anni altrimenti i lettori correrebbero il rischio di prendere una sbornia e di non capirci nulla. Diremo semplicemente che c'era un altro libro che circolava a Cogne in quei giorni. Un libro di un altro scrittore svizzero Charles Ferdinand Ramuz, vissuto tra il 1880 e il 1947 che scriveva racconti ambientati in montagna. Come fa Mauro Corona, il solitario scrittore di Erto, nel bellunese che racconta la vita, del suo paese, gli usi e costumi della gente, prima e dopo il disastro del Vajont. Ebbene uno di questi libri di Ramuz Il cielo e altri racconti narra un fatto analogo a quello di Cogne pur essendo stato scritto ancora nel lontano 193O. Forse era un veggente? No! Niente di tutto questo. Ramuz racconta di una coppia Sofia e Francis che decidono di vivere, dopo sposati, in un piccolo paese di montagna. Lui trova lavoro come operaio in una azienda del luogo, lei fa la casalinga. In seguito Francis diventa anche consigliere comunale. La coppia decide di avere dei figli. Nascono Ernest e a distanza di quattro anni Celeste. Una mattina quando Ernest ha 7 anni, mamma Sofia accompagna alle scuole elementari Ernes lasciando solo in casa, uno splendido chalet sulle Alpi Svizzere, il piccolo Celeste di solo 3 anni. Quando rientra trova Celeste in un lago di sangue. Barbaramente ucciso come Samuele. La mamma di Celeste negherà di essere stata lei ad ammazzare il figlio e il vero assassino non verrà mai trovato. O forse era proprio la mamma? Visto che anche in questo caso non venne mai ritrovata l'arma del delitto.