La sera del 4 dicembre del 1993, in via Rosso di San Secondo, a Catania, Antonella Falcidia venne uccisa con 23 coltellate. Non furono trovati segni di scasso, né alla porta d'ingresso, blindata, né alle finestre, solo un'impronta di scarpa lasciata con il sangue e poco più.
Ora, grazie alle nuove tecnologie utilizzate nelle indagini (tra cui uno scanner che ingrandisce le immagini senza sgranarle) è stato possibile acquisire nuove prove a carico del marito della vittima, Vincenzo Morici, che avrebbe ucciso la moglie perché gli contestava una relazione extraconiugale.
Nuove e approfondite indagini che hanno permesso di scoprire che la dottoressa Falcidia, prima di morire, scrisse col sangue la parola "Enz" alla base del divano vicino al quale fu assassinata.
Il particolare agghiacciante è che Morici dopo aver inferto 22 colpi di coltello sarebbe andato a lavare l'arma, "poi", sostiene il pm Renato Papa, "è ritornato nel salotto, ha visto che la moglie, secondo la nostra ricostruzione, era ancora viva, e le ha tagliato la giugulare per ucciderla sicuramente".
Inutile, secondo noi, discutere sulla letteratura gialla, sul giornalismo d'inchiesta, sulla loro commistione, o sulla prima che avrebbe sotituito il secondo. I casi di omicidio, le indagini avviate dalla procura della Repubblica, così come il processo, impongono rispetto.
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