Prima di iniziare il commento a questo libro è necessaria una premessa doverosa. Il lettore non troverà al termine un giudizio in "stelline" perché il libro, come si spiegherà più avanti, ha lasciato impressioni e giudizi contrastanti e perciò il parere non è sintetizzabile in un numero preciso.
Si tratta di Mondoserpente di Paolo Grugni, edito nella collana Le Storie di Alacràn.
Come definire questo romanzo? Un noir? Forse per le tinte scure e cupe. Un libro fantastico? Anche per alcuni elementi soprannaturali contenuti. Difficile però inserirlo in un genere definito e in un giudizio univoco.
Un romanzo senza dubbio caratterizzato dalla sua trasgressività, che unisce prosa, poesia e sceneggiatura teatrale. Un'opera che si pone oltre le convenzioni di genere e di stile, oltre le aspettative standard di un qualsiasi lettore che si appresta a cominciare questa avventura.
Per questo il romanzo suscita impressioni contrastanti: perchè, soprattutto inizialmente, non si riesce a individuare la vera strategia e si è costretti a saltare continuamente tra un registro e un altro, a discapito di uno stile lineare, che non si vincola ai filtri convenzionali della grammatica.
Gli elementi sembrano quelli di un thriller tradizionale: un serial killer, un padre in cerca di vendetta, indagini a un punto di blocco. In realtà a questi si aggiungono elementi che esulano: un personaggio che ha la strana capacità di trovarsi nei momenti e nei luoghi dove sta per accadere qualcosa, un'indagine privata portata avanti seguendo il caso, elementi improbabili scoperti quasi per sbaglio, una mancata storia d'amore.
L'effetto è quello di un'atmosfera surreale, che si sviluppa di pagina in pagina, in cui il lettore si muove senza capire bene in che direzione.
L'elemento fantasioso si scontra e si contrappone a una Milano nera e reale, concreta nella sua toponomastica, nell'atmosfera che si respira e nelle sue tinte metropolitane.
Un capolavoro o un azzardo? Alla fine della lettura non si è in grado di definire Mondoserpente, la soluzione migliore è che chi decide di leggere il romanzo cerchi la propria risposta.
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