Una formica entra nel cervello di un bambino e vi sviluppa una coscienza-formicaio che pian piano prende il controllo dell'individuo, rendendolo sempre più alieno e inquietante.
Una coppia di amanti si cerca, si perde e si ritrova di continuo in una Mosca resa disabitata da un pauroso conflitto in cui sembrano essere tutti morti.
Un'agenzia del tutto speciale è in grado di creare trame perfette per la vita di chiunque sia disposto a pagare a sufficienza...
Sono solo alcune delle situazioni narrate in Paura, antologia della giovane scrittrice russa Anna Starobinec da poco pubblicata presso le edizioni ISBN. Il volume è formato da un romanzo breve e da sette racconti, tutti accomunati da una decisa vena che, a metà tra l'horror e il fantastico, fa sconfinare una realtà apparentemente quotidiana dentro abissi grondanti inquietudine.
Di tutta la raccolta, il romanzo breve sul bambino-formicaio è probabilmente il migliore, anche per la sua struttura narrativa articolata che interpola la situazione vista con l'occhio della madre a frammenti di diario sempre più allucinati. Gli altri racconti invece non sono niente di memorabile e non lasciano granché al lettore; semmai abbassano la media del volume nel suo complesso. Ed è un peccato, perché il romanzo breve è particolarmente intenso e offre spunti in piena linea col titolo della raccolta: Formicaio è una perla di racconto dell'orrore che non fa rimpiangere i grandi maestri del passato.
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