Una donna misteriosa e affascinante uccisa sul tetto di un edificio, una New York cinica e disillusa che assiste muta alle tormentate vicende di un complesso pantheon di personaggi. Ognuno a suo modo disadattato, fuori luogo, spaesati dalla vita stessa che sembra volerli travolgere e sconvolgere. Un poliziotto sbandato e problematico che vede nella vittima un improbabile ancora di salvezza dal mare della sua coscienza compromessa.

La notte prima è il romanzo d’esordio di Renata Bovara, da poco edito per le edizioni Il Filo, la narrazione dell’autrice milanese procede fluida, in una frammentazione di luoghi e vicende, che trascinano con ritmo serrato all’interno di esistenze violate e compromesse. Una sottile tensione erotica pervade le pagine, scorrendo fluida e densa fra personaggi dalla sessualità ambigua e sfrontata, e fra situazioni cariche di sottintesi e di parole non dette, di frasi non formulate, di desideri inappagati.

I personaggi sono interessanti, hanno una propria forza, ma non riescono a superare la loro fase iniziale, avrebbero meritato sicuramente, vista la loro originalità, una maggiore sfaccettatura, un maggiore approfondimento psicologico. La vicenda avrebbe avuto bisogno probabilmente, per esprimersi al meglio, di una maggiore foliazione, e alcuni passaggi avrebbero dovuto essere più graduali e preparati.

Il romanzo parte carico di promesse e aspettative, purtroppo non tutte si concretizzano positivamente, infatti, la tensione che nasce e che si sviluppa ed avviluppa il lettore dalle prime pagine, si sfalda nel finale, il filo narrativo perde in parte la sua tensione.

In ogni caso al di là di queste incertezze, spesso inevitabili in un’opera prima, si vedono le potenzialità di una scrittura interessante ed originale che speriamo progredisca in ulteriori futuri lavori.