Nal panorama editoriale italiano sta prendendo sempre più piede la realtà dell'autoproduzione. Molti autori, per i motivi più disparati, decidono di pubblicare il proprio romanzo con questo mezzo piuttosto che passare per il canale tradizionale della casa editrice.

Non è questa la sede per indagare le motivazioni di questa scelta, nè i risultati che essa porta.

Quello che conta è che il primo volume di Riccardo Gazzaniga, 13. Racconti Dark è un libro autoprodotto e, forse, in questo caso, le motivazioni sono evidenti.

Si tratta, infatti, di un'antologia composta da tredici racconti: essi non sono legati da un filo conduttore e nemmeno da un genere definito. Si può dire che essi viaggino sul confine tra l'horror e il noir, con alcune deviazioni verso il giallo, senza una connotazione comune.

Un lavoro di difficile collocazione sul mercato, forse, anche perchè, spiace dirlo, l'autore non si dintingue per caratteristiche particolari.

I racconti si susseguono l'uno dopo l'altro senza lasciare segni particolari, in modo piuttosto insapore, senza solcare e imprimersi nel lettore. Solo a tratti qualche guizzo di stile o trama ravviva l'atmosfera, che resta, però, nel complesso, piuttosto piatta. Purtroppo nulla in particolare da segnalare, forse neanche in negativo e questo è ancora più spiazzante: i racconti sono scritti con uno stile corretto, ma privo di personalità; le trame sono credibili, ma prive di scelte veramente forti.

Forse il giovane autore dovrebbe provare a cimentarsi con un romanzo, in cui rendere più incisivi e strutturati i guizzi che si percepiscono tra le righe di questi racconti, con cui crescere e confermarsi nel mondo della scrittura.