È uscito in libreria a settembre Elvis è vivo! Un'indagine sulle "strane morti" dei divi, il nuovo saggio di Massimo Polidoro.
Questo libro, scritto come sempre in modo chiaro e scorrevole, racconta con una ricostruzione critica le storie delle morti misteriose di otto personaggi conosciuti, tutti più o meno misteriosamente scomparsi: Marilyn Monroe, morta nel 1962, Luigi Tenco, ne1967, Jim Morrison, nel 1971, Bruce Lee, nel 1973, Pier Paolo Pasolini, nel 1975, Elvis Presley, nel 1977, John Lennon, nel 1980 e Kurt Cobain, nel 1994.
Questi personaggi hanno influenzato il costume, rivoluzionato le arti, la musica, il cinema.
Hanno fatto sognare, divertire, pensare.
Sono stati amati da milioni di persone, ma anche odiati e tenacemente detestati da qualcuno.
Hanno fatto epoca non solo con le loro straordinarie vite, ma anche nella morte, moltiplicando dubbi, indiscrezioni, rivelazioni, interrogativi spesso inquietanti.
Elvis è vivo!, applica gli strumenti di ricerca storico-scientifica alle morti di otto miti le quali sono tuttora alimentate da una serie sconfortante di errori di base: indagini sbadate, autopsie arruffone, desideri di insabbiamenti e contaminazioni delle scene del crimine.
L’autore, come lui stesso ribadisce, non si limita soltanto a descrivere gli aspetti legali o di Polizia scientifica ma racconta le vicende degli otto personaggi partendo ogni volta dalle circostanze della morte per ricostruire, a ritroso, tutta la loro esistenza, fino a giungere al momento fatale.
In questo libro traspare come per Polidoro sia importante conoscere meglio ciascuna di queste persone e capire chi erano e che cos’erano diventate al momento del loro decesso.
A testimonianza di quanto detto afferma: «Non mi sarei infatti stupito se, imparando a conoscere l’evoluzione della vita di ogni personaggio, sarebbe stato possibile alla fine comprendere meglio e, forse in qualche caso, dare un senso anche alla loro morte».
Elvis è vivo! si chiude con una «bonus track», relativa alla leggenda secondo cui Paul McCartney è morto il 9 novembre 1966, decapitato in un incidente stradale, e da allora è un sosia a sostituirlo.
Pensando alla prescindibile carriera solista del Baronetto, si ha quasi la sensazione che in un certo senso il «vero» McCartney sia davvero morto quarant’anni fa.
Ed è anche per sfuggire a quel tipo di morte, all’inesorabile decadimento del genio, al «meglio bruciare che spegnersi lentamente», che alcune di queste icone hanno scelto altre strade.
Le più misteriose, le più definitive.
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