L'FBI lappone è già al lavoro da un mese. Proprio così, perché Santa Claus se n'è andato giusto trenta giorni fa. La notizia è rimasta segreta per non sconvolgere la giovane opinione pubblica composta da milioni di bambini fedeli al culto del Grande Obeso Rosso.

Stop!

Ok, ragazzi/e, it's a joke. E' solo uno scherzo, un pretesto delittuoso per parlare d'altro.

Babbo Natale, le renne, la neve, capodanno e spumante. Bontà, buonismo e panettoni. Proviamo a riflettere un attimo.

Il noir è o dovrebbe essere un genere letterario che rompe le scatole, scomodo, inquieto. Le feste natalizie sono il momento della pace, della bontà, della tranquillità (apparenti).

Visto che la nostra rivista si occupa anche, e non solo, di noir, proviamo a mischiare le cose. E a rompere le scatole.

Proviamo a procedere per associazione di idee: se penso al Natale penso alla neve e se penso alla neve mi viene in mente la Svizzera, Dürrenmatt e il suo Matthai, protagonista della Promessa, solo e pazzo in un distributore di benzina a tendere una trappola a un assassisno che non arriverà mai.

Si potrebbe continuare con un facile sillogismo e pensare che il Natale e le feste siano un qualcosa di folle.

E anche senza sillogismi che si tengono in piedi a fatica e senza tirare in ballo Dürrenmatt, a quest'idea ci si arriva molto facilmente: basta guardarsi attorno.

Tra le cose più atroci c'è la scritta pubblicitaria "Qui da noi le tue idee regalo".

Siamo arrivati a questo punto: non ci vendono più degli articoli, ma le idee, ci tolgono il peso di pensare. E un uccellino mi suggerisce anche che è ancora più triste che ci siano delle persone (molte, moltissime) che questo onere se lo lasciano sgravare molto volentieri.

Questo è il sintomo di un'infezione sociale dilagante. Roba da navigare nel pus, altro che Bianco Natale.

Ma torniamo al nostro amato e odiato noir, che nelle sue forme ed espressioni migliori ci regala (eccolo ancora qua, il tormento di questi giorni: i regali) la splendida possibilità di pensare con la nostra testa.

E questo vale più di mille panettoni.